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Fibrillazioni nel Pd, Gentiloni al posto di Schlein?
Sul Corriere della Sera retroscena sul futuro del Pd e sull’ipotesi Gentiloni segretario per il dopo Schlein
Ci sta lasciando – temo – il pur quasi centenario Giorgio Napolitano, l’ultimo presidente emerito della Repubblica all’anagrafe, diciamo così, del Senato dopo le scomparse dei predecessori Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, nell’ordine in cui lo precedettero al Quirinale. Va scomparendo con lui un provatissismo uomo politico che mescolava verso noi giornalisti – penso di non rivelare nessun fatto clamoroso, e tanto meno oscenità – un misto di rispetto, a volte persino ammirazione ma anche diffidenza, al pari di un altro passato prima di lui al Quirinale e altrettanto provato nella sua lunga militanza politica: Sandro Pertini. Che una volta disse pur affettuosamente a mia moglie, in una cena, che dei giornalisti non ci si poteva mai fidare perché incapaci di tenersi un segreto. Vero o presunto che fosse, diceva Napolitano dal canto suo concludendo spesso la lettura di un articolo che lo sorprendeva con questa domanda: “Sarà vero?”, appunto.
IL DOPO SCHLEIN? PER IL CORRIERE “IDEA” GENTILONI
Alle prese con la sua ultima e naturalissima lotta, non più aiutato nella respirazione ma col cuore ancora battente, Napolitano ha potuto risparmiarsi di sentire dalla moglie, che spesso usava leggergli i giornali da quando la vista del marito era peggiorata, un retroscena offertoci oggi dal Corriere della Sera su Paolo Gentiloni, già ministro degli Esteri, già presidente del Consiglio, ora commissario europeo per gli affari economici a Bruxelles per conto dell’Unione, per carità, ma anche dell’Italia che a suo tempo lo designò senza per questo togliergli il passaporto.
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Sotto il titolo “Il Pd, Gentiloni e il ruolo futuro” il più diffuso giornale italiano informa che, per quanto lui dica di essere impegnato come commissario europeo “fino a novembre 2024”, quando potrebbe cambiare la giostra a Bruxelles sotto l’egida di un Parlamento rinnovato, Gentiloni “è l’idea per il dopo Schlein” al vertice del Pd. Che – sia detto per inciso – persino l’ex segretario Nicola Zingaretti ritiene destinato a non uscire dalle urne l’anno prossimo, nel voto europeo, sopra il 17 per cento. Rischiando quindi di essere sorpassato dai grillini di quel Conte indicato dallo stesso Zingaretti ancora al Nazareno come il maggiore, fortissimo e ancora altro “punto di riferimento dei progressisti” in Italia, sopra e sotto la sua Volturara Appula.
GLI ATTACCHI DEL GOVERNO MELONI
Se quindi la Meloni è “a Caporetto”, come oggi la descrive sull’Unità Piero Sansonetti, la Schlein sarebbe messa ancora peggio e Gentiloni potrebbe diventare -parole sempre del Corriere della Sera – “il mastice per incollare tutti i pezzi”, persino della sinistra. Vasto programma. E pensare che solo qualche giorno fa lo stesso Gentiloni, accusato da Meloni, Salvini ed altri del governo e della maggioranza di non occuparsi abbastanza anche della sua Italia, come altri commissari d’altronde fanno per i loro rispettivi Paesi, si mostrava offeso. Se ne occupa forse anche fin troppo, ma per tutt’altri versi, interessato più all’opposizione che al governo.