Grazie ai fondi in arrivo da Bruxelles potrebbe essere la volta buona per la space economy italiana di andare in orbita. Ecco cosa pensa Giorgio Saccoccia, numero 1 dell’ASI
Che i fondi europei del Next Generation Eu non siano utilizzati solo per cose terrestri, ma anche con un occhio all’immensità dello spazio, perché la ripresa economica può agevolmente passare per razzi e satelliti, un settore in costante crescita, soprattutto tra privati, come dimostrano le recenti imprese ‘stellari’ di imprenditori come Elon Musk e Jeff Bezos. Volendo riassumere brutalmente, è questo il senso delle parole dell’ultimo intervento che Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, ha rilasciato in esclusiva all’Osservatorio Economico e Sociale Riparte l’Italia.
Tra le questioni in primo piano ci sono sottolineate dal numero 1 dell’ASI «lo sviluppo sostenibile del nostro pianeta, la cura e la tutela dell’ambiente sono obiettivi che vengono facilitati dagli strumenti spaziali. In particolare i satelliti per l’osservazione della Terra forniscono dei dati, con i loro sensori, con gli strumenti che hanno a bordo, che formano un pacchetto di informazioni diverse e utilizzabili proprio per facilitare il raggiungimento di sviluppo sostenibile del pianeta».
E dato che tutto passa dal Piano nazionale di ripresa e resilienza fresco di promozione a pieni voti da parte di Bruxelles, «Parliamo – ha illustrato Saccoccia – di progetti per circa l’1% dell’intero piano, a riconoscimento del fattore di accelerazione e moltiplicatore che le attività spaziali possono avere sulla ripresa. Ovviamente, l’obiettivo è – vista anche la velocità richiesta per l’attuazione – quello di concentrarsi su temi dove l’Italia ha già un avviamento importante e possa realizzare progetti nei tempi previsti dal PNRR e generare crescita economia, la nascita di posti di lavoro associati. Lo strumento del PNRR sarà un acceleratore importante anche per la crescita del settore spaziale nel futuro del nostro Paese», ha concluso Giorgio Saccoccia.
Ma l’ASI potrà dare aiuto anche su faccende molto terrestri: «Uno strumento importante offerto dallo Spazio – ha continuato il numero 1 dell’Agenzia Spaziale Italiana – è l’interazione, la fusione dei dati offerti dagli strumenti spaziali e quelli terrestri, abilitanti del network digitale, come ad esempio il futuro 5G». Saccoccia sottolinea come ci sia « una forte collaborazione con gli strumenti spaziali e quelli terrestri che aiutano a intervenire ad abbattere l’isolamento digitale. A raggiungere con strumenti digitali, quindi internet e così via, anche luoghi più remoti che altrimenti vengono tagliati fuori dal progresso e dalla possibile evoluzione, economica e così via».
Infine, in merito alle collaborazioni europee e internazionali, Giorgio Saccioccia ha dichiarato: «il settore dove abbiamo esplicitato al meglio i contribuiti, a livello internazionale, che effettuiamo sia attraverso i programmi dell’Agenzia Spaziale Europea, che attraverso le collaborazioni bilaterali o multilaterali con partner importanti come la NASA». E sugli obiettivi che deriveranno da questi progetti comuni afferma: «In futuro anche i contributi che vogliamo dare, di cui stiamo discutendo al momento con la NASA, per una possibile architettura di superficie (sulla Luna). Tutto questo visto nell’ottica futura di poter partecipare in maniera significativa anche all’esplorazione di altri pianeti. Cosa che di fatto stiamo già facendo con le sonde robotiche alle quali l’Italia contribuisce, per l’esplorazione marziana attraverso ESA o in collaborazione ESA e altri partner come gli Stati Uniti. Ma in futuro ci saranno anche altre possibilità. Ripeto, per l’Agenzia Spaziale Italiana e per l’Italia l’esplorazione è una priorità e un’opportunità di crescita per tutto il settore spaziale. Continueremo quindi a farlo con grande impegno».
CHI È GIORGIO SACCOCCIA
Nato a Belluno, l’11 gennaio 1963, Giorgio Saccoccia si è laureato presso l’Università di Pisa in Ingegneria Aerospaziale e ha conseguito presso la Webster University di Leida (Paesi Bassi) un Master in Business Administration. È stato capo della sezione di propulsione elettrica dell’ESA tra marzo 1997 e gennaio 2003 e successivamente, fino ad oggi, capo della divisione Propulsion and Aerothermodynamics dell’ESA. Nello stesso periodo è stato anche direttore facente funzione del dipartimento di ingegneria meccanica dell’ESA (gennaio 2016 – novembre 2016).