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Il governo aumenterà le spese militari. Meloni: “Ci mettiamo la faccia”. Ma ecco i nodi da sciogliere

Meloni

Oggi l’Italia spende 28,7 mld di euro pari all’1,54% del Pil. Ma l’obiettivo è arrivare al 2% entro il 2028.

Il governo aumenterà le spese militari. “Ci mettiamo la faccia”, ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante le comunicazioni, nell’aula del Senato, in vista del Consiglio europeo del 23 e 24 marzo.

LE PAROLE DELLA MELONI

“Questo Governo non ha mai fatto mistero, neanche quando eravamo all’opposizione, per quello che riguarda Fratelli d’Italia, di voler aumentare i propri stanziamenti in spese militari, come del resto hanno fatto i Governi precedenti un po’ di soppiatto, senza, cioè, avere il coraggio di metterci la faccia. Noi crediamo, invece – ha aggiunto il premier -, che su queste cose si debba mettere la faccia e non abbiamo paura di dire che rispettare gli impegni assunti è vitale per la nostra credibilità internazionale e per la nostra stessa sovranità nazionale, perché banalmente la libertà ha un prezzo e, se non sei in grado di difenderti, qualcun altro lo farà per te, ma non lo farà gratuitamente. Imporrà i suoi interessi anche a discapito dei tuoi, e non mi pare sia mai stato un grande affare per nessuno”.

L’ITALIA E LE SPESE MILITARI

Il nostro paese ha da tempo accelerato nelle spese militari. Dal 2015 a oggi si registra un aumento costante: oggi siamo intorno ai 28,7 mld di euro pari all’1,54% del Pil. Ma l’obiettivo è arrivare al 2% – da sempre invocato dagli Usa per ogni paese Nato – entro il 2028. Il 27% del totale è impiegato dalla Difesa nel processo di modernizzazione delle Forze armate.

ALCUNI ESEMPI

Tra gli esempi più recenti, l’accordo con Regno Unito e Giappone per la realizzazione di un nuovo caccia da combattimento che prevede uno stanziamento di 1,8 miliardi di euro, l’acquisizione di nuove unità anfibie LHD per la Marina.

I NODI

Secondo il Kiel Institute for the World Economy, il nostro Paese si colloca al 12esimo posto nella lista dei contributori militari. Ma secondo alcuni calcoli ben il 62% del budget speso nell’ambito difesa è indirizzato al solo costo del personale, il secondo più alto all’interno dell’alleanza Nato.

FIRMATO L’ACCORDO PER APPALTO COMUNE DI MUNIZIONI DA 2 MLD DI EURO

Nei giorni scorsi, intanto, 17 Stati membri hanno firmato l’accordo per gli appalti comuni di munizioni per l’Agenzia di difesa europea. Tra i firmatari non figura l’Italia, che tuttavia, sottoscriverà il progetto con firma disgiunta portando quindi il totale a 18 paesi membri.

In sostanza si tratta di un piano europeo per consegnare all’ucraina 2 miliardi di euro di munizioni che ha avuto il via libera del Consigli Affari Esteri di Bruxelles.
“Gli Stati membri hanno accettato di consegnare 1 milione di munizioni di artiglieria entro i prossimi 12 mesi, abbiamo un approccio a tre livelli: 1 miliardo di euro per la consegna immediata, 1 miliardo di euro per acquisti congiunti, Commissione al lavoro per l’aumento della capacità di produzione”, ha scritto su Twitter Borrell, definendola “un’opportunità unica per progredire verso una collaborazione più forte, progettando e acquisendo insieme capacità di nuova generazione: spendere insieme deve diventare la norma anziché l’eccezione, e per la prima volta l’Ue sostiene gli Stati membri nell’acquisto congiunto di munizioni”.

“La risposta del Consiglio è chiara, l’Ucraina può continuare a contare sull’Ue, questa è una dimostrazione di unità europea, e prontezza, prova chiara della determinazione di sostenere l’Ucraina nella sua autodifesa”, ha concluso Borrell.

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