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La Lega molli Salvini. Parla Giovanni Fava

FAVA

Il flop elettorale della Lega di Salvini ha rinvigorito vecchi malumori. Giovanni Fava, che non ha mai digerito la “discesa a Sud”, ora dice la sua sulla gestione del “Capitano”

Oggi si riunisce per la prima volta il nuovo Parlamento. Gli esiti elettorali hanno conferito la maggioranza al centrodestra, una formazione che ha una composizione molto diversa rispetto all’ultima legislatura. Fratelli d’Italia, con uno storico risultato del 26%, ha cannibalizzato buona parte dell’elettorato della Lega di Salvini, ridottasi a raccogliere appena l’8,9%, ben al di sotto delle aspettative pre-elettorali e dimezzando il 17% del 2018. L’insuccesso della Lega ha scatenato malumori nel partito e rinverdito vecchie ruggini.

Giovanni Fava, ex parlamentare della Lega e principale avversario della Lega di Salvini, nel 2017 si è candidato alla segreteria della Lega proponendo una tesi di forte critica alla “Lega nazionale” creata Matteo Salvini. Con lui abbiamo parlato di cosa è andato storto nella gestione del “Capitano” e come la Lega può guardare al futuro.

On. Fava, secondo lei, cos’ha sbagliato Matteo Salvini nell’ultima campagna elettorale?

Nella campagna elettorale nulla sostanzialmente. Salvini quello che ha sbagliato l’ha sbagliato negli ultimi 5 anni.

Cosa intende?

Intendo che ha ucciso un movimento autonomista, molto radicato, per costruire un movimento sovranista di destra per nulla radicato. Per altro composto da elettori che appena hanno trovato un’alternativa più credibile di lui sono migrati velocemente verso lidi più sicuri.

A sud ha raccolto poco più del 5,5% dei voti, i suoi voti sono trasmigrati verso M5S e FdI. Possiamo dire che è tramontato il progetto della lega nazionale?

A sud non è mai esistito. È stato sempre ambiguo, ha cercato di ammiccare all’elettorato del nord facendosi paladino delle istanze dei ceti produttivi del nord e questo non può non confliggere con l’elettorato del sud. Un elettorato che prima di tutto bada al sodo e che si affida a chi dà maggiori garanzie di tutela. Non c’è dubbio che il M5S abbia dimostrato di essere più affidabile di Salvini in quei territori. Io credo fosse scontato.

Invece a cosa è dovuta la disaffezione degli elettori del nord?

Il brusco calo di affluenza alle urne coincide proprio con la fine della Lega Nord. Nel senso che buona parte di quegli elettori che consapevolmente votavano per la vecchia Lega, questa volta non hanno trovato un’offerta elettorale confacente alle proprie idee e hanno scelto il non voto e l’hanno scelto in massa.

Non è stata una buona scelta aver fatto proprie le idee dell’armamentario ideologico di destra per espandersi a livello nazionale?

Questo non si sposa in nessun modo con l’origine della Lega ed è la ragione del flop. Aver snaturato il messaggio politico che era profondamente post ideologico, liberale e libertario per andare a scimmiottare il più becero statalismo di certa destra si è rivelato fatale per Salvini. L’elettorato non l’ha condiviso.

È vero che i colonnelli della Lega hanno dato a Salvini un anno di tempo per rimettere in piedi il partito?

I colonnelli nella Lega di Salvini non esistono. Quello è un partito personale, che risponde solo a Salvini e i cosiddetti colonnelli, ammesso che ci siano sono tutti soggetti scelti da lui quindi trovo abbastanza improbabile questa ricostruzione.

Nemmeno Luca Zaia e Giancarlo Giorgetti?

Eh no, io mi riferisco a loro. È tutta gente che ha dimostrato di non nuocere a Salvini. Ed è la ragione per la quale sono ancora tutti lì. Quello che conta sono i fatti concreti non le dichiarazioni.

E Roberto Maroni?

Maroni sta facendo altro nella vita, ho visto che scrive libri. Non mi sembra della partita in questa fase.

Secondo lei che ruolo interpreterà Salvini nel Governo Meloni? Farà il guastatore?

Starà buono e tranquillo. È rimasta l’ultima spiaggia per lui. Ha perso contatti con l’elettorato, ha perso credibilità nel paese. L’unica possibilità che gli resta è di dimostrare qualcosa stando al governo. Quindi contrariamente a questa fase in cui ha mostrato i denti, sarà un alleato docile e mansueto per la Meloni.

Come valuta la scelta di chiedere il Ministero della Natalità?

È una delle tante scelte sbagliate di Salvini che va nella radicalizzazione del pensiero politico che ammicca alle parti più conservatrici del paese. Che esista un problema generazionale nel nostro Paese è evidente, che questo lo si possa risolvere con un inutile Ministero alla natalità mi sembra fantascienza. Somiglia di più a una sceneggiatura di qualche filmetto sudamericano che non a qualcosa di serio.

Come si può riprendere la Lega? Quale può essere il suo futuro?

Il futuro della Lega è lontano dal Salvini. La vecchia Lega ha bisogno di essere rilanciata senza nostalgie ma con le idee chiare sul fatto che oggi esiste una Lega al sud che è rappresentata dal M5S. Non esiste più, invece, un sindacato territoriale che faccia politica attiva com’è stata la Lega Nord per tutto il settentrione. Io credo che si debba ripartire da lì con una formula rinnovata ma con le idee ben chiare. I partiti territoriali sono la nuova prospettiva in Europa.

Sembra l’idea dell’Europa delle piccole Patrie

Io vedo l’Europa delle Regioni più che delle piccole patrie. Io non amo il termine patria, mai amato. Io credo che serva un’Europa delle Regioni che permetta di ridurre il peso dello Stato e ci consenta di meglio valorizzare le capacità e le caratteristiche dei territori. In poche parole un’Europa federale.

C’è un nome che possa portare avanti questo progetto sostituendo Salvini?

 Io credo che se il nuovo soggetto facesse l’errore, ancora, di trasformarsi in un movimento leaderista sarebbe un guaio. Il leaderismo in Lega finisce con Salvini. Adesso si apre una nuova fase condivisa, non farei nomi perché credo in un movimento di popolo e non personale.

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