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L’addio di Biagio Mazzotta e le parole non dette su Daria Perrotta
Il ragioniere generale uscente Mazzotta ha inviato una lettera di commiato ai dipendenti
Quando un presidente, un amministratore delegato, un direttore generale, quando un capo che guida una struttura, una figura apicale, lascia, cambia, è rituale che ci sia il commiato. Che ci siano i saluti al proprio staff, al personale della struttura. Un rituale che può assumere forme di verse, anche di una mail. E che non ha risparmiato neppure il ragioniere generale dello Stato uscente Biagio Mazzotta, approdato alla presidenza di Fincantieri.
LA LETTERA DI COMMIATO DI MAZZOTTA AI DIPENDENTI DELLA RAGIONERIA GENERALE DELLO STATO
A dare riscontro di questo commiato è stato Federico Fubini sul Corriere della sera, il quale ha raccontato spesso in questi mesi le tensioni tra Ragioneria generale e Mef, frequentemente dalla prospettiva della Rgs.
Vengono riportati ampi stralci della mail inviata da Mazzotta ai circa cinquemila dipendenti della sua amministrazione. “Non è un messaggio politico – scrive Fubini -, sarebbe stato fuori luogo e comunque non rispondente al profilo sempre e solo tecnico di Mazzotta. Ma non è un messaggio privo di significato”. E in effetti ad avere forse più significato della lettera di commiato di Mazzotta sono forse le parole non dette e i messaggi inviati tra le righe.
“Senza entrare troppo nei dettagli delle polemiche sul Superbonus – si legge sul Corriere – Mazzotta rivendica la correttezza propria e quella dell’istituzione: «Abbiamo affrontato sfide complesse (…) con impegno e integrità» e «sono fiero dei risultati che abbiamo raggiunto» anche perché, aggiunge il ragioniere in una nota pesata parola per parola, «le nostre valutazioni, le nostre analisi, le nostre verifiche e il nostro rigore hanno sempre mirato a garantire la trasparenza e l’affidabilità»”.
LE STOCCATE E DI MAZZOTTA E L”OMISSIS’ SU DARIA PERROTTA
Qui – è il ragionamento di Fubini che sembra sposare la tesi del ragioniere generale uscente – “il sottinteso sembra essere che Mazzotta aveva avvertito la politica dei rischi del Superbonus, nelle diverse stagioni fra il 2020 e il 2023. Ma molto spesso la politica ha scelto di ignorare. Del futuro della sua vecchia istituzione il ragioniere uscente non parla. Eppure qualcosa dice: «Mi dispiace lasciare prima della conclusione del mio mandato, avrei voluto concludere i progetti avviati. Ma sono certo — scrive — che la Ragioneria rimarrà in buone mani, le vostre». Di Perrotta, non una parola. E a volte niente è più rumoroso del silenzio”, chiosa il Corriere.
Un non detto che vale più di tante parole e conferma quanto i rapporti fossero tesi e deteriorati. Non a caso nei vari retroscena pubblicati sui giornali in questi ultimi mesi è capitato qualche volta di leggere ricostruzioni in cui tra le righe Mazzotta non risparmiava stoccate all’ufficio legislativo diretto proprio da Daria Perrotta sul dossier superbonus.
Al di là delle vere o presunte ruggini, dei sassolini tolti dalle scarpe, il risultato finale è che, come avevamo già scritto, tutti sono contenti: Giorgetti, che mette alla Ragioneria generale una persona a lui vicina, facendo spallucce se Perrotta non è estrazione di Banca d’Italia; Mazzotta, che prende un incarico con uno stipendio quasi triplicato; e la stessa Perrotta, prima donna ad assurgere al rango di ragioniere generale dello Stato.