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Le toghe si arrampicano sugli specchi. L’ANM: mai minacciato paralisi giustizia
Giuseppe Santalucia, presidente ANM, prova a spegnere le polemiche: “comunicazione infelice, il tema della vaccinazione non è mai stato contestato”
Frettolosa e impacciata retromarcia da parte dei giudici dell’Associazione nazionale magistrati, principale corrente politica all’interno della magistratura, finita nei giorni scorsi al centro di critiche e polemiche per avere evocato lo sciopero bianco della Giustizia nel caso in cui l’esecutivo non accolga la loro richiesta di ottenere una corsia preferenziale per la vaccinazione anti Covid. “Non si tratta di una retromarcia, sto correggendo il tiro di una comunicazione infelice, il tema della vaccinazione non è mai stato contestato”, ha detto oggi il numero uno dell’Anm Giuseppe Santalucia, a Sky Tg24.
LA NUOVA VERSIONE DELL’ANM
Santalucia, che come magistrato è consigliere della prima sezione penale della Cassazione, ha chiarito: “Non abbiamo mai chiesto priorità nelle vaccinazioni. Abbiamo preso atto delle nuove determinazioni del governo sul programma di vaccinazione che ha messo al centro la fragilità e l’età, e questa è una scelta del governo che non contestiamo e non abbiamo mai pensato di contestare”, sottolineando che “è stato un errore di comunicazione e non una marcia indietro”.
“Abbiamo detto un’altra cosa – ha argomentato il presidente dell’ANM -, cioè “di pensare a un eventuale rallentamento di quelle attività giudiziarie, laddove le condizioni di lavoro non ne consentono la prosecuzione in sicurezza – ha spiegato Santalucia – non si tratta di una retromarcia, sto correggendo il tiro di una comunicazione infelice, il tema della vaccinazione non è mai stato contestato”.
Eppure il comunicato del 29 marzo scorso recita, testualmente: “Il nuovo Piano strategico vaccinale, modificando le Linee Guida approvate dal Parlamento nel dicembre 2020, non prevede più, tra i gruppi target di popolazione cui offrire il vaccino in via prioritaria, i lavoratori del comparto giustizia. […] Ove dovessero inspiegabilmente mancare interventi normativi – che l’elevato e prevedibile numero di contagi e di vittime tra gli operatori di giustizia impongono – volti alla limitazione dell’attività giudiziaria sull’intero territorio nazionale, l’ANM invita i dirigenti degli uffici giudiziari, con la sollecitudine che la gravità del momento richiede, ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente”. Ben venga dunque che i magistrati non abbiano mai evocato scioperi e blocchi incostituzionali, così come non abbiano nemmeno mai richiesto di passare per primi in sprezzo al dettato dell’articolo 3 della Carta sull’uguaglianza di tutti i cittadini, ma resta tuttavia da sperare che le toghe siano più chiare e univoche nelle sentenze che quotidianamente redigono…