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Matteo Renzi Terzo Polo Italia Viva

Matteo Renzi è di nuovo stufo della politica, o no?

Mentre nel Terzo Polo si continua a parlare del progetto di un partito unico, il leader di Italia Viva sembra aver deciso di dedicarsi più a sé

Matteo Renzi smette – almeno temporaneamente – di fare politica? L’ipotesi è tornata attuale in questi giorni e ha riportato alla memoria la promessa del 2016 arrivata dall’ex premier toscano dopo la débacle nel referendum costituzionale.

E arriva in una fase dove il suo partito, Italia Viva, è immerso nel tentativo di dare vita al partito unico di centro insieme a Azione di Carlo Calenda.

IL TERZO POLO SI STA UNIFICANDO?

Il progetto sembra procedere, lentamente ma con juicio, e la data diffusa per la nascita ufficiale è il 10 giugno. Dalle ultime notizie sul tema, è emerso tra l’altro la volontà di chiamare a raccolta anche +Europa. Oltre che cercare di attrarre la porzione (non tanto magra) riformista del Pd.

Non li sto andando a cercare: credo ci sia un pezzo di elettorato Pd che quella linea, che è sovrapponibile a quella di M5S, non la condivide. La linea è praticamente identica. Non c’è un argomento sul quale non sono in sintonia, tranne l’Ucraina perchè quella è la linea di Letta. Elly Schlein è contro i termovalorizzatori, contro i rigassificatori, ha delle posizioni molto ideologiche, lontane dalle mie, però ieri le ho detto il salario minimo, che è un problema, facciamolo”, ha detto in proposito Calenda.

Che, nel frattempo ha commentato amaramente il voto friulano conclusosi ieri. “Risultato deludente che non si discosta da quello delle altre Regionali”. E che, come avevamo già scritto qui su Policy Maker, “sono almeno tre anni che parla di proposta repubblicana con cui risollevare le sorti della politica italiana in termini di serietà, trasparenza, buon governo, coerenza. Termini chiave della dialettica tweettarola (ma non solo) dell’ex ministro dello Sviluppo economico”. La federazione è quindi nata il 14 gennaio con vista le elezioni europee. Nel mezzo, nuove tappe intrecciate con possibili passi indietro, stop al progetto e addirittura paventate rotture di relazione tra Calenda e Renzi. Adesso, l’unificazione che come sembra andrà in porto (con scioglimento di Iv e Azione) è ostacolata dalla questione Renzi.

I valori del Terzo Polo sono rimasti chiari sin da subito, differentemente dalla linea delle alleanze o dalle scelte sui territori. “Valori mazziniani, approccio riformista, democratico e liberale, a volte spostato su una postura social-liberal-democratico, atlantismo, europeismo sfrenato (in Ue sia Azione che Italia Viva sono con il PDE, dentro Renew Europe). Salvo poi essere lasciata ai margini al momento di andare al voto”.

COSA DICONO I SONDAGGI

Secondo Antonio Noto, sondaggista, “Calenda ha messo un piede sull’acceleratore perché pensa che con Schlein ci possano essere dei fuoriusciti dal Pd che si potrebbero riferire ad un nuovo soggetto politico di area progressista, come si definisce il leader di Azione. Calenda adotta una strategia di marketing positiva, di restyling: una cosa è infatti che i possibili insoddisfatti del Pd vadano in Az-Iv, un’altra che entrino come costituenti in questo nuovo soggetto politico. Ecco perché il 10 giugno”.

Inoltre, ha aggiunto, “il progetto ha un senso ed è chiaro che il leader di Azione si giochi questa fiche. Ma in primo luogo noi non sappiamo se poi l’elettorato di quei rappresentanti eletti, che ora non sono in sintonia con Schlein, effettivamente lascerà il Pd. Ed in secondo luogo ignoriamo se e di quanto il Partito democratico di Schlein si sposterà a sinistra. Se infatti resterà in una situazione ondivaga, dubito che ci siano parecchie uscite dal Partito democratico”.

Per un altro esperto di rilevazioni come Renato Mannheimer, lo spazio politico del centro è “non grande in questo momento perché l’esistenza di due leader giovani, come Meloni e Schlein, tende a polarizzare l’elettorato da una parte o dall’altra. Nell’immediato delle elezioni europee è quindi difficile prevedere un successo; per le politiche invece abbiamo tempo e molto dipenderà dalle alleanze, anche se la presenza di Schlein nel Pd senz’altro comporterà una fuoriuscita”.

RENZI DICE BASTA CON LA POLITICA?

E però, appunto, c’è la questione Renzi. Che cosa è successo? In occasione della maratona di Milano, il senatore fiorentino ha commentato la sua performance scrivendo che “rimettersi in gioco ogni giorno è l’avventura più bella della vita” e che “La politica, come la vita, è una maratona, non i cento metri. E per avere questo passo”.

Di sosta ha parlato anche riguardo la propria comunicazione in tv. “Sono molto più prudente nella comunicazione perché la maggioranza di centrodestra è molto solida. Questi il potete non lo mollano. Penso sia una legislatura su cui lavorare in tempi lunghi: non sui 100 metri ma come in una maratona. Ho bisogno di ritrovare una nuova narrazione: una sosta ai box non può che farmi bene”, ha detto.

E come ricorda il Corriere, Carlo Calenda aveva escluso un ruolo attivo dell’ex premier. “Renzi non è negli organi, non correrà per la leadership e ha spiegato di aver fatto un passo indietro da questa attività. Non vuole avere ruoli formali direttivi, lo ha detto lui”.

Insomma, niente commenti sul “day-by-day” ma neanche una posizione centrale nel nuovo progetto del partito unico del Terzo Polo. Un nuovo episodio di presunta disaffezione politica da parte di Matteo Renzi. Stavolta quanto durerà?

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