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Cos’è Aspides? Tutte le missioni anti Houthi nel Mar Rosso

Aspides

L’Italia prova a mettersi alla guida di Aspides, che però non sarà una missione d’attacco. Il quadro dopo la riunione informale di ieri dei ministri della Difesa europei

“Ne stiamo discutendo, al lavoro con il ministro con Crosetto”. Antonio Tajani già ieri sera a Cinque Minuti, su Rai Uno, ribadiva che sul tavolo c’era e c’è il tentativo italiano di guidare Aspides, la missione europea a scopi securitari che proverà a difendere i traffici marittimi nel Mar Rosso, da mesi bersagliato dagli Houthi yemeniti. “Toccherà all’Italia o alla Francia”, aggiungeva ieri il capo della Farnesina.

Ma, come noto, mentre la situazione nella zona interessata non si sblocca, anche altri attori occidentali si stanno muovendo.

A CHE PUNTO E’ LA MISSIONE EUROPEA ASPIDES

“Comunque è importante che si difenda il traffico mercantile. Oltre alla missione Atalanta ci sarà quest’altra con nuove regole di ingaggio, quindi capacità di abbattere eventuali missili o droni che attaccassero navi mercantili italiane o di altri Paesi. Una missione militare di difesa per garantire il traffico mercantile”, aggiungeva Tajani.

Dall’Ue, invece, Josep Borrell chiedeva – sempre ieri, in occasione del vertice informale sulla Difesa – che Aspides sia operativa il 19 febbraio. “Sono d’accordo con l’Italia, dobbiamo agire velocemente. Stiamo andando avanti molto veloce sulla missione Aspides perché è urgente: sono d’accordo con l’Italia che dobbiamo agire velocemente. Oggi – cioè ieri – non era un vertice decisionale ma politico. Puntiamo a rendere operativa questa missione già la mattina del 19 febbraio”. Lo stesso Alto Rappresentante europeo, inoltre, ha specificato che “la nostra missione nel Mar Rosso è diversa da quella anglo-americana. Agirà in modo differente anche se l’obiettivo è lo stesso. Avremo solo un ruolo difensivo di protezione delle navi”.

Quanto alla posizione spagnola, invece, sempre ieri Madrid ha ribadito via Margarita Robles (ministra della Difesa) che non parteciperà ma non si opporrà alla sua nascita. Un no annunciato già a dicembre, riferito in particolare all’utilizzo della missione Atalanta, creata nel 2008 per la lotta alla pirateria sulle coste della Somalia (in cui è impegnata anche una fregata spagnola), per pattugliamento della zona del Mar Rosso per appoggiare l’iniziativa statunitense. Madrid già due mesi fa chiedeva un impegno europeo, pur dichiarando la non partecipazione attiva.

PERCHE’ SARA’ UNA MISSIONE DIFENSIVA

Come raccontato già nei giorni scorsi su questo giornale, Aspides non sarà un attacco agli Houthi ma piuttosto una difesa dei traffici sicuri nel Mar Rosso. E si baserà su Agenor, l’operazione di sorveglianza congiunta (Italia, Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Olanda, Portogallo e Norvegia) guidata dalla Francia a copertura del Golfo di Aden, lo Stretto di Hormuz e parte del Mar Arabico.

Lo riepiloga anche stamani il Mattinale Europeo di David Carretta e Christian Spillmann, riportando altre dichiarazioni di ieri di Borrell. “Aspides vuole dire protezione”, ha spiegato l’Alto rappresentante. “Questo è l’obiettivo: protezione delle navi e intercettare gli attacchi contro le navi”. Le navi di Apsides “non parteciparanno in alcun tipo di azione contro gli Houthi”, ma serviranno solo “per bloccare gli attacchi degli Houthi contro le navi””, ha precisato Borrell.

L’accordo definitivo dovrebbe essere raggiunto il 19 febbraio, dettagliano Carretta e Spillano da Bruxelles. Ricordando infine che diversi paesi hanno dato disponibilità di navi e aerei. Restano da determinare il comando e il quartier generale di Aspides.

LE VALUTAZIONI DELL’ITALIA

Intanto, lato italiano, ha parlato il ministro della Difesa Guido Crosetto in audizione alle commissioni competenti di Camera e Senato. Crosetto ha spiegato che come Paese inveremo “una nave italiana per 12 mesi e valutiamo anche l’invio di assetti aerei con compiti di sorveglianza e raccolta dati”. Quanto al quartier generale della missione euroea Aspides nel mar Rosso, il ministro ha detto che sarà probabilmente in Grecia, a Larissa.

COSA STANNO FACENDO USA E GRAN BRETAGNA

Intanto, ad attaccare gli Houthi ci stanno pensando Stati Uniti e Gran Bretagna con la missione Prosperity Guardian. I loro aerei bombardano da oltre due settimane le postazioni di lancio dei gruppi armati yemeniti, nonché i loro depositi di armi: bersagli sparsi che rendono queste azioni più dispersive. Di questa missione l’Italia non ha più voluto saperne da dicembre, per evitare troppo coinvolgimento attivo. Ma – riporta Repubblica – Roma ne fa ancora parte (così come partecipava a quella precedente, la Combined Force 153) e potrebbe addirittura prendere il comando gruppo navale.

In ogni caso, stiamo giungendo alle fasi decisive per provare a dare una sterzata nella risoluzione della crisi del Mar Rosso.

 

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