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Nomine partecipate: chi sono gli sherpa dei partiti che decidono i vertici

Sherpa Partiti

Intense trattative tra gli sherpa dei partiti di governo per scegliere i vertici delle società partecipate: la Lega punta alle infrastrutture 

Entro metà aprile si chiuderà la partita delle nomine delle società partecipate dallo Stato. In ballo ci sono i vertici di alcune delle società italiane più importanti come Eni, Enel, Poste, Leonardo, Terna, Snam, Poste, e Ferrovie dello Stato. Su queste si stanno confrontano i partiti di governo, e i loro emissari, per scegliere le figure apicali più opportune, e più vicine al nuovo corso del governo. La premier Meloni vorrebbe decidere sui vertici di Eni, Enel e Poste, e lasciare agli alleati Leonardo, Terna, Ferrovie e le altre.

IL MEF HA DECISO: NON SOLO HEADHUNTER

Ma chi sceglie i profili adatti a ricoprire posizioni apicali in società che gestiscono fiumi di denaro anche pubblico? La politica, certo, ma non solo. Il Ministero dell’economia, guidato da Giancarlo Giorgetti, con la direttiva del 31 gennaio ha stabilito un nuovo metodo per individuare i profili più adatti ai vertici delle partecipate. L’indicazione dovrà avvenire su base politica e in sinergia con il gabinetto del Ministro. In passato era il dipartimento del Tesoro, ricevuti i profili dai cacciatori di teste, a valutarli e sottoporli al gabinetto del ministro. Le società di “head hunters” più accreditate in queste operazioni sono: Egon Zehnder, Key2People, Spencer Stuart, Eric Salmon, Micheal Page edHeidrick&Struggles. Attraverso la direttiva il si riserva la possibilità di gestire le candidature ma è anche un “contropotere” chiesto da Salvini e Berlusconi, per controbilanciare quello della Premier.

CHI SONO GLI SHERPA DEL GOVERNO: FAZZOLARI UOMO DI FIDUCIA DELLA PREMIER MELONI

Ma chi sono gli uomini, e le donne, che stanno trattando il delicato dossier nomine? Il dossier delle nomine è gestito dal Mef e da Palazzo Chigi. L’uomo di fiducia del partito di Giorgia Meloni risponde al nome di Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (con delega all’attuazione del programma di Governo), amico intimo del Ministro Lollobrigida, cognato della Premier e anch’egli incaricato di gestire il dossier. Fazzolari, indicato come il teorico della “tabula rasa”, è al fianco di Meloni da 25 anni, dai tempi di Azione Giovani, e con lei ha scalato tutte le posizioni di Alleanza Nazionale, fino all’uscita e alla fondazione di FdI. Fazzolari sosa la linea della Premier, che vuole mantenere al suo posto chi he ben operato, come Claudio Descalzi all’Eni.

GLI SHERPA DELLA LEGA: DA GIORGETTI A RIXI, DA BAGNAI A CENTEMERO

La Lega ha dalla sua il ministro Giancarlo Giorgetti, per dieci anni presidente della commissione di Bilancio, e nel curriculum ruolo da amministratore in regioni, città, dove operano società partecipate di dimensioni importanti. Ad affiancarlo Giulio Centemero, commercialista, dal 2018 membro della Commissione finanze e dal 2019 della Commissione di inchiesta sul sistema finanziario e bancario, e Alberto Bagnai, il responsabile economico del Carroccio. Quest’ultimo non ha esitato a puntare il dito contro uno degli uomini che la Premier vorrebbe riconfermare: Claudio Descalzi alla guida di Eni. Bagnai non si è lasciato sfuggire la chiusura in calo (del 5,36%) del titolo dopo la presentazione del piano strategico 2023-2026. “In tutta evidenza – dice Bagnai – il mercato non ha percepito nel piano ulteriori elementi positivi rispetto a quanto incorporato nelle aspettative. Si evidenzia così la necessità di una profonda riflessione di sistema sul ruolo delle grandi aziende energetiche nazionali. Il nostro Paese, e di conseguenza la nostra industria, non si possono ritrovare a dover affannosamente rincorrere gli eventi”. Il gioco di Bagnai è abbastanza chiaro. La Premier Meloni si è espressa abbastanza chiaramente su Descalzi, e non con le parole. È stato l’AD di Eni, infatti, ad accompagnare la Premier Meloni nel suo viaggio in Libia e in Algeria. La Lega fa suonare la sua musica, nel valzer delle nomine, al fidato Alberto Bagnai, chiamato ad essere la voce autorevole per indirizzare le nomine in favore della Lega.

DREAM TEAM DI SHERPA DI FORZA ITALIA: TAJANI, RONZULLI, CATTANEO E LETTA

A sostenere la conferma di Descalzi è il ministro degli esteri Antonio Tajani. “Berlusconi ne dà un giudizio molto positivo – ha dichiarato il titolare della Farnesina –  si sono parlati più volte e se devo dare un giudizio come ministro degli Esteri, lui lavora molto bene. Il governo deciderà, ma per quanto mi riguarda non posso che dare un giudizio positivo. Descalzi ha fatto sempre bene gli interessi dell’Italia”. Un messaggio chiaro di vicinanza alla linea della Premier e anche agli alleati della Lega, che per Enel ed Eni avevano chiesto un “salto di qualità”. La squadra di sherpa di Forza Italia è composta dal ministro degli esteri Tajani, dall’onnipresente Licia Ronzulli, dal saggio Gianni Letta e dall’eterna promessa Alessandro Cattaneo. Si dovranno scegliere non solo le posizioni apicali ma anche i consigli di amministrazione delle società partecipate.

LE INFRASTRUTTURE: IL RUOLO DI SALVINI E RIXI

Un ruolo di rilievo è quello svolto dal viceministro alle infrastrutture Edoardo Rixi. Non bisogna dimenticare che si sta giocando una partita importante anche nel settore trasporti e infrastrutture, dove sono in scadenza due controllate di Ferrovie dello Stato: Trenitalia e Rfi. A questo va aggiunto che buona parte dei fondi del Pnrr andranno proprio alle infrastrutture. Formalmente sarà la capogruppo Fs, guidata dall’ad Luigi Ferraris e dal suo braccio destro Massimo Bruno, a indicare i nomi ma a decidere saranno Salvini e Rixi. Si sta vagliando l’ipotesi di una soluzione interna sia per l’ad che per la presidenza Rfi. Tra i candidati ci sono Anna Masutti, Vera Fiorani, Vincenzo Macello, Umberto Lebruto e Gianpiero Strisciuglio. Quest’ultimo vicino al Pd pugliese. Salvini e Rixi stanno valutando anche candidature esterne come quella di Stefano Siragusa, manager di Telecom e Arrigo Giana, ad di Atm.

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