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Il risiko delle nomine: tutti i manager in lizza per i vertici delle aziende di Stato

Rinnovo Vertici Aziende

Si apre la partita delle nomine ai vertici delle aziende di Stato: tutti nomi per Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo

I risultati delle elezioni regionali hanno assicurato al Governo che il sentiment del Paese è saldamente dalla sua parte. In particolare questo è il momento d’oro per Fratelli d’Italia, che si è imposto come primo partito sia nel Lazio che in Lombardia. Una condizione ideale che permette al Governo di impegnarsi su un’altra partita molto importante: quella delle nomine dei vertici delle aziende di Stato.

TUTTE LE POLTRONE CHE SCOTTANO

La posizione “inattaccabile” del Governo rende più agevole la scelta di nuovi amministratori delegati, presidenti e consigli di amministrazione di società con fatturati da miliardi di euro e migliaia di dipendenti che si rinnovano ogni tre anni. Palazzo Chigi vorrebbe costruire un Dipartimento ad hoc per le società partecipate. A ballare sono le nomine di Leonardo, Eni, Enel, Terna e Poste Italiane, oltre ad alcune controllate di Ferrovie dello Stato. A questa va aggiunta la partita della RAI.

LA RIORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA DEL PNRR

Volontà dell’Esecutivo targato Meloni è disegnare la macchina amministrativa dello Stato a sua immagine e somiglianza. Una riorganizzazione che parte dalla scelta di nomi nuovi per i vertici delle aziende di Stato. Giovedì, per esempio, è arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri il disegno di legge sulla governance del Pnrr. Tra le importanti novità c’è la cancellazione della blindatura dallo spoils system introdotta nel 2021 dall’ex Premier Draghi. La “Segreteria tecnica” sarà sostituita dalla “Struttura di missione” e il “Servizio centrale al Mef” sarà rimpiazzato dall’Ispettorato generale”. Una riorganizzazione che ha tra le sue finalità quella di piazzare nei punti nevralgici della nuova macchina amministrativa uomini e donne fedeli alla Premier e al suo partito. La prima alla quale sarà chiesto di fare un passo di lato, secondo quanto riportato da Repubblica, è Chiara Goretti, “la coordinatrice della Segreteria scelta e blindata da Draghi”. Un’altra poltrona che potrebbe saltare è quella di Davide Ciferri, arrivato al ministero dei Trasporti (ora in mano a Matteo Salvini) attraverso concorso pubblico, con l’ex ministro Enrico Giovannini.

RINNOVO VERTICI AZIENDE, ENI: DESCALZI SALDO AL SUO POSTO

Eni, per la centralità delle risorse che gestisce e delle relazioni che trafficano nei suoi uffici, è largamente considerata il vero e proprio ministero degli esteri del nostro paese. Il cane a sei zampe ha il controllo delle pipeline dall’Algeria e dalla Libia, e la gestione, in qualità di titolare o partner, di grandi giacimenti di gas naturale in Qatar, Egitto, Congo, Angola e Mozambico. “L’Eni è un ministero, anzi un superministero. Ha Esteri, Economia, ha Energia – ha detto Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, a Open -. Ma chi viene dalle aziende sa che il primo criterio di valutazione di un manager sono i risultati. E i risultati in questo caso non solo di tipo finanziario, ma anche quelli politici per cosa hai saputo dare ai governi e al Paese, sono tutti positivi. Non c’è colore nei manager: se uno è bravo, è bravo. Poi vota come gli pare”. Non a caso, infatti, la Premier Meloni si è fatta accompagnare in Libia e Algeria proprio dall’ad Claudio Descalzi. Per la Presidenza, invece, circola il nome di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, il dipartimento presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

ENEL: GALLO E DONNARUMMA CORRONO PER LA POLTRONA DI AD

Un’altra azienda centrale nella gestione di asset fondamentali per la trasformazione energetica è Enel. Dal rigassificatore di Porto Empedocle a quello di Gioia Tauro, a tutte le centrali a carbone più importanti d’Italia (Civitavecchia, Brindisi, La Spezia e Fusina), l’Enel dispone di un tesoro indispensabile per l’approvvigionamento energetico italiano. Enel dovrebbe essere anche il punto di partenza del domino delle nomine. L’azienda, attualmente, è guidata da 3 mandati dall’AD Francesco Starace dal 2014. I nomi che sta vagliando il Governo sono diversi. Come amministratore delegato corrono Stefano Donnarumma, nome che circola da tempo, attuale amministratore delegato e direttore generale di Terna, e Paolo Gallo, attuale AD di Italgas. Quest’ultimo è un ingegnere aeronautico, torinese, che ha iniziato la sua carriera lavorativa in Fiat Avio e poi ha dato una svolta al suo percorso occupandosi di energia prima in Edison, dove è stato ad di Edipower, e poi alla guida di Acea fino al 2014 e infine Italgas. Alla posizione di AD di Enel ambisce anche Flavio Cattaneo, ceo di Italo. Per la presidenza invece il nome è quello di Paolo Scaroni, manager di lungo corso, attuale presidente del Milan e vicepresidente di Rothschild & Co. Fortemente voluto da Silvio Berlusconi, per lui sarebbe un ritorno. Il leader di Forza Italia lo nominò AD dell’Enel nel lontano 2002, e nel 2005 riuscì a spostarlo alla guida dell’Eni dove rimase fino al 2014.

TERNA: IL RITORNO DI LASCO

Se Stefano Donnarumma dovesse passare ad Enel lascerebbe vacante il ruolo di AD in Terna, la società che trasmette l’energia alle aziende e alle case. Per quella casella il Governo pensa a Giuseppe Lasco, attuale condirettore generale delle Poste, che fino al 2017 ha ricoperto l’incarico di Capo della Divisione Corporate Affairs del Gruppo Terna S.p.A prima di passare a Poste. Lasco è uno dei maggiori artefici della trasformazione dell’azienda in una moderna azienda multiservizi diffusa su tutto il territorio.

POSTE: DEL FANTE VA VERSO LA RICONFERMA

Nel risiko dei cambi ai vertici delle aziende di Stato a Poste potrebbe arrivare la riconferma del ceo Matteo Del Fante, ringraziato pubblicamente da Meloni per il nuovo modello di servizi per i Comuni con meno di 15.000 abitanti.

PER LEONARDO LA PREMIER MELONI PROVA LA CARTA CINGOLANI

Leonardo, azienda che si occupa di difesa, aerospazio e sicurezza, partecipata al 30% dal Ministero dell’Economia, negli anni ha costruito relazioni privilegiate con i nostri principali partner energetici: dai paesi nordafricani al Mediterraneo orientale, dal medio oriente fino al sud-est asiatico. L’era Profumo sembra giunta al capolinea. La Premier Meloni sta provando a convincere l’ex ministro della Transizione ecologica Stefano Cingolani. Quest’ultimo è sostenuto da Claudio Descalzi, con il quale ha lavorato a stretto contatto da ministro. Il nome di Cingolani farebbe cadere le tre opzione interne: il direttore Lucio Valerio Cioffi, Gian Piero Cutillo, a capo della Divisione Elicotteri, e Lorenzo Mariani ad della società missilistica partecipata Mbda Italia.

RAI: DA CHIOCCI A ROSSI, I NOMI DI UNA RAI TARGATA MELONI

Nella partita dei cambi ai vertici delle aziende di Stato, di grande rilevanza è il capitolo Rai. Tra i nomi che circolano per una Rai targata Meloni c’è quello del giornalista Gianmarco Chiocci, ex direttore del Tempo, che la premier vorrebbe alla direzione del Tg1. Una scelta di questo tipo chiederebbe, però, di rivedere la direzione del Tg2, appena affidata a Nicola Rao, altro fedelissimo della Meloni. Al posto di Fuortes, invece, potrebbe andarci Roberto Sergio, attuale direttore di Radio Rai, oppure Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema. Più vicino agli ambienti culturali della maggioranza di Governo è Giampaolo Rossi, altro nome vagliato, che nella precedente legislatura fu consigliere d’amministrazione Rai in quota FdI. In alternativa Rossi potrebbe diventare direttore generale della Rai affiancato da Fuortes.

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