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Il nuovo Pd targato Schlein in mano a cacicchi e capibastone

Schlein Prodi

In qualche dibattito televisivo o intervista i più o meno interessati alla gestazione e al parto della nuova direzione hanno liquidato l’uscita della Schlein conto i capibastone e i cacicchi come un contributo enfatico

Senza voler togliere nulla al clamore di altri  eventi  politici che dominano sulle prime pagine dei giornali -dal drone americano abbattuto o caduto nel Mar Nero in coincidenza col passaggio di qualche caccia russo allo scivolamento lamentato dell’Italia verso l’est europeo solo perché la maggioranza di centrodestra, o destra-centro, ha praticamente bocciato al Senato il diritto rivendicato dalle coppie omosessuali di iscrivere all’anagrafe i figli ottenuti con l’utero in affitto- consentitemi di sottolineare quanto poco sia durato l’avviso di sfratto a “capibastone e cacicchi” partito lanciato domenica nella nuvola di Fuksas, a Roma,  dalla nuova segretaria del Pd Elly Schlein.

IL NUOVO PD IN MANO A CACICCHI E CAPIBASTONE

Dopo qualche ora soltanto, nella stessa giornata, l’assemblea nazionale del partito  ha eletto una direzione -l’una e l’altra di numero francamente incerto fra membri elettivi e di diritto- in cui sono entrati alla grande proprio gli sfrattati o sfrattandi.

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I numeri -ripeto- sono incerti, ma cronache non smentite o rettificate di un pò tutti i giornali hanno attribuito dai 17 ai 20 posti alla corrente di Dario Franceschini, dai 12 ai 15 a quella di Nicola Zingaretti, fra i 12 e 14 ad Enrico Letta, fra i 10 e i 12 all’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini, considerato a torto o a ragione un amico lasciato da Matteo Renzi nel partito da lui abbandonato nel 2019, fra i 7 e gli 8 all’ex ministro Andrea Orlando, fra i 3 e i 4 all’ex ministro Giuseppe Provenzano, che in verità non risultava titolare di una corrente. E’ rappresentato in direzione pure  Vincenzo De Luca, il presidente della regione Campania, dal figlio Piero in veste di vice capogruppo uscente della Camera. Seguono altre frattaglie di correnti o sottocorrenti.

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In qualche dibattito televisivo o intervista i più o meno interessati alla gestazione e al parto della nuova direzione hanno liquidato l’uscita della Schlein conto i capibastone e i cacicchi come un contributo enfatico dato e consentito al clima di entusiasmo e di attesa di impetuosi rivolgimenti creatosi attorno all’elezione della nuova e prima segretaria di genere del partito. Il cui naso è stato oggetto, anche vignettistico, di odiose allusioni razzistiche giustamente deplorate da tutti, ma di cui bastava e basterebbe forse lamentare solo la lunghezza pinocchiesca. Una lunghezza pari a quella della vita delle correnti e dei loro leader, o proprietari.

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