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Perché Draghi non incontra i professionisti?
Confprofessioni lamenta la dimenticanza di Draghi: «Oggi più che mai vogliamo esercitare fino in fondo il nostro ruolo di parte sociale di un intero settore economico e sociale, formato da oltre 1,4 milioni di professionisti e partite Iva, con circa 1 milione di lavoratori dipendenti degli studi professionali, che esprimono il 12,5% del Pil nazionale»
In questa terza giornata di Consultazioni il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi ha incontrato la quasi totalità della vasta categoria della società civile: ABI, Ania, Confindustria, Confapi, CGIL, CISL, UIL, UGL, Unioncamere, Coldiretti, Agrinsieme, Confesercenti, Confartigianato, CNA, Casartigian, l’Alleanza delle cooperative italiane e pure WWF Italia, Greenpeace Italia e Legambiente. Restano però fuori dall’ufficio provvisorio di Draghi a Montecitorio 1,4 milioni di professionisti.
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Confprofessioni: da Draghi preoccupa l’assenza professionisti
Lo lamenta Confprofessioni: «La decisione del presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi di convocare le parti sociali del settore dell’industria, commercio, artigianato, agricoltura, cooperative e le associazioni ambientaliste va nella giusta direzione, ci sorprende tuttavia l’assenza del settore del lavoro autonomo e professionale». Così il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella, al termine del tavolo di confronto tra il presidente incaricato Draghi e le parti sociali.
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«C’è ancora tempo per correggere la rotta e il dialogo con il presidente Draghi resta aperto. Confprofessioni – unica parte sociale riconosciuta del settore libero-professionale fin dal 2001 – è infatti pronta a discutere una piattaforma programmatica per definire all’interno del programma del prossimo Esecutivo un capitolo dedicato al mondo del lavoro autonomo e professionale, un settore economico e sociale caratterizzato da un preoccupante calo strutturale del lavoro, determinato da anni di politiche penalizzanti e accentuato dalla crisi della pandemia».