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Perché il cda dell’Ispi è in rivolta contro l’ex diplomatico di Palazzo Chigi

Meloni Talò

I consiglieri dell’Ispi contrari al nome dell’ambasciatore Talò, ex consigliere diplomatico di Giorgia Meloni, per la presidenza dell’Istituto

Sembrava il giusto ‘risarcimento’ a una carriera diplomatica di tutto rispetto culminata con un infortunio, di cui si è assunto la piena responsabilità, che gli era costata la poltrona di consigliere diplomatico della premier Meloni, a un passo dalla pensione. E invece per l’ambasciatore Francesco Talò la presidenza dell’Ispi si è fatta tutta in salita. Il cda del prestigioso Istituto di politica internazionale infatti avrebbe posto un veto sul suo nome . A rivelarlo è Simone Canettieri sul Foglio.

Talò lo scorso ottobre era stato costretto alle dimissioni dopo il caso mediatico-diplomatico della fake telefonata della premier Meloni, convinta di parlare con il presidente dell’Unione africana mentre invece dall’altra parte del telefono c’erano due comici russi. Nel frattempo il ministro Crosetto l’ha assunto nel suo staff come coordinatore della politica militare della Difesa, propedeutico al trasloco all’Ispi per succedere a Giampiero Massolo.

ECCO I MOTIVI DEL NO DEL CDA DELL’ISPI A TALO’

“Sta di fatto – scrive Canettieri – che da giorni un pezzo che conta dell’Ispi sta dicendo di no all’elezione a presidente dell’ambasciatore. Una cosa mai vista in novant’anni di storia a Palazzo Clerici: la rivolta del consiglio di amministrazione contro un nome indicato dal governo”. L’elezione delle nuove cariche del think tank più importante d’Italia si svolgerà venerdì 5 aprile. “Tuttavia – prosegue il Foglio – da qualche giorno è stato spiegato alla Farnesina, a Palazzo Chigi e alla maggioranza che Talò non potrà essere eletto presidente”. I motivi vanno ricercati, per poi perdersi, nel consiglio d’amministrazione dell’Ispi.

L’Ispi, viene spiegato, è “un enorme patto sindacale, stile vecchia Rcs, dove siedono i rappresentanti della meglio imprenditoria italiana, soprattutto milanese, pubblica e privata (da Google all’Eni, passando per Pirelli, Mediaset, Piaggio, Mediolanum, Enel, Leonardo, Poste, Snam, Iom, Italmobiliare fino all’Iai, l’Istituto affari internazionali presieduto da Nelli Feroci)”. Sembrerebbe che a rendere indigesto il nome di Talò siano proprio l’incidente con i comici russi, le posizioni troppo filo Nato, una presunta vicinanza agli ambienti di Fratelli d’Italia.

PAOLO MAGRI’ PROBABILE PRESIDENTE ISPI AD INTERIM

“Ci sono troppe pressioni contro di me” si sarebbe sfogato l’ex consigliere diplomatico di Giorgia Meloni, secondo quanto riferito dal Foglio. E quindi cosa potrebbe decidere il cda dell’Ispi? In base a quanto ricostruito da Canettieri, “sembra che ad avere la meglio sarà Paolo Magri, attuale vicepresidente esecutivo dell’Ispi (già membro del cda della Fondazione Italia-Cina e del Consiglio d’Indirizzo della Fondazione Italia-Russia) che dovrebbe assumere l’incarico di presidente ad interim”. E Talò? Dovrebbe diventare “dirigente con alcune deleghe, senza salire al soglio dell’Istituto. Massolo, presidente uscente, dovrebbe invece rimanere come responsabile dell’istituto di sorveglianza”. Lo stesso Crosetto avrebbe consigliato all’ex diplomatico di Palazzo Chigi “di battere, per il momento, in ritirata. Per magari riproporsi come presidente fra qualche mese. O fra qualche anno, quando Magri sarà andato in pensione”.

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