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La Lombardia diventerà la ‘polveriera’ del centrodestra?

Lombardia

Il risultato in Lombardia alle prossime europee sarà la vera prova del nove per la Lega di Salvini, per Forza Italia e per il duo La Russa-Santanché in FdI

È vero, ci sono forti tensioni nel centrodestra per la definizione dei candidati in vista delle prossime elezioni regionali di inizio 2024. Ma la storia insegna che alla fine FdI, Lega e FI riescono (quasi) sempre a ricompattarsi e a trovare una quadra che – bene o male – accontenta un po’ tutti. Molto probabilmente anche questa volta sarà così, magari con qualche strascico o mal di pancia territoriale, dal Trentino alla Sardegna, ma poi nulla di più.

La vera polveriera per il centrodestra, invece, potrebbe essere rappresentata dalla Lombardia. La regione che, nonostante non rientri nella prossima imminente tornata elettorale, rimane la locomotiva del paese, la regione più produttiva. Non solo, politicamente è la regione della Lega, la regione di Silvio Berlusconi e quindi di Forza Italia, e la regione dove oggi comanda Fratelli d’Italia.

Per questo in vista delle prossime Europee si prefigura una campagna elettorale senza esclusione di colpi tra i partiti di maggioranza, con una competizione serratissima.

PER SALVINI LA VERA MINACCIA ARRIVA DAI BOSSIANI

Sui consensi in Lombardia, ad esempio, Salvini si gioca una buona fetta del futuro della propria segreteria. Per la Lega il minimo sindacale è eleggere tre europarlamentari nella circoscrizione Nord Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle D’Aosta). Si punta sulle uscenti Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri.

Il leader del Carroccio, oltre che dagli alleati, dovrà però guardarsi anche dagli ex amici. A partire dai bossiani di primo pelo.

Come l’ex ministro Roberto Castelli, in passato dirigente di primo piano della Lega e fedelissimo di Umberto Bossi, che proprio in questi giorni ha fondato il Partito popolare del Nord perché “nella politica di Salvini c’è ormai una deriva meridionalista, ha fatto una svolta a 180 gradi, della Lega non ha più nessun ideale, ma resta in piedi e per questo che ho fondato un nuovo partito, perché ho perso ogni speranza che la Lega si possa ravvedere”.

Un’altra spina nel fianco è rappresentata da Marco Reguzzoni, uno degli ‘enfant prodige’ della Lega Nord di Bossi, capogruppo alla Camera a 39 anni tra il 2010 e il 2012. Reguzzoni con la sua associazione ‘I Repubblicani’ è molto attivo in questi ultimi mesi e al suo progetto hanno iniziato a guardare rappresentanti dell’imprenditoria e della società civile. Proprio oggi presenterà a Milano la ‘Scuola Quadri’, un percorso formativo per i futuri amministratori pubblici e che si avvarrà della collaborazione di importanti manager italiani. Nella squadra de ‘I Repubblicani’ c’è anche il presidente di Finlombarda Andrea Mascetti, molto vicino a Giancarlo Giorgetti, mentre a gennaio si aprirà la scuola di politica dell’associazione con le lezioni di Gianfranco Miglio.

IN LOMBARDIA FORZA ITALIA SI AGGRAPPA AI BIG DEL PASSATO E ALLE NEW ENTRY

La Lombardia è anche la scommessa più grande per Forza Italia. Milano è la città della famiglia Berlusconi, da dove tutto è partito. E da qui il segretario Tajani ha voluto dare l’imprinting per il nuovo corso del partito, con l’innesto di Letizia Moratti e gli avvicinamenti di Gabriele Albertini e Roberto Formigoni (storici amministratori di Milano e della Lombardia) e il ridimensionamento della rivale di Licia Ronzulli, spodestata dal ruolo di coordinatrice regionale.

Oggi il responsabile lombardo del partito è Alessandro Sorte, vicino a Marta Fascina, che ha avviato una redditizia campagna acquisti nel territorio andando a pescare soprattutto tra le fila leghiste. Tra le ultime new entry l’europarlamentare Stefania Zambelli e i consiglieri regionali Jacopo Dozio e Ivan Rota. C’è anche il nodo dei congressi provinciali propedeutici a quello nazionale di febbraio, per cui è stata convocata un’Assemblea il prossimo 4 dicembre.

Per quanto riguarda le Europee, in Forza Italia non è ancora chiaro il destino dell’uscente Lara Comi, da poco condannata in primo grado a quattro anni per corruzione e truffa al Parlamento europeo e interdetta dai pubblici uffici per cinque anni, mentre non dovrebbero esserci problemi per la conferma di Massimiliano Salini.

IN FDI IL BINOMIO ZOPPO SANTANCHE’-LA RUSSA PROVA A RESISTERE

Fratelli d’Italia sulla carta ha tutto da guadagnare dalle elezioni Europee. Idem in Lombardia. Nel Nord Ovest sono due i parlamentari europei uscenti. FdI potrebbe raddoppiare.  Il rischio però è che, nonostante l’inevitabile aumento delle percentuali e degli eletti (rispetto al 2019), a livello mediatico possa essere interpretato come un mezzo passo falso se non confermate le previsioni.

D’altronde i due pesi massimi del partito, Ignazio La Russa e Daniela Santanché, stanno attraversando un momento complicato. La ministra del Turismo proprio in questi giorni ha lasciato la carica di coordinatore regionale, alla vigilia dei congressi provinciali che si svolgeranno nel weekend. Al suo posto Giorgia Meloni ha nominato il deputato Carlo Maccari, considerato vicino a La Russa, e soprattutto mantovano e quindi non risucchiato nelle varie dinamiche e fazioni milanesi del partito, tra cui quelle che fanno riferimento a Carlo Fidanza, a Marco Osnato (genero di Romano La Russa) e a Mario Mantovani. Alle politiche del 2022 FdI in Lombardia ottenne il 28,5% dei consensi. Obiettivo non andare sotto questa soglia.

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