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Reddito di cittadinanza: tutte le proposte di partiti e coalizioni

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Reddito di cittadinanza: abolizione, ampliamento o revisione? Le proposte di partiti e coalizioni in vista delle elezioni del 25 settembre

Il Reddito di cittadinanza è senza dubbio la misura che più contraddistingue l’operato del M5S e del Governo Conte. Se da un lato ha migliorato la qualità della vita di numerosi indigenti, dall’altro si è prestata ad abusi e truffe, finendo al centro delle critiche, anche aspre, di partiti e commentatori di ispirazione conservatrice che ne hanno chiesto l’abolizione, o quanto meno la riforma.

Andiamo a scoprire in che modo i partiti e le coalizioni che scenderanno in campo il prossimo 25 settembre stanno pensando di riformare il Reddito di Cittadinanza.

M5S: rafforzamento del Reddito di cittadinanza

“Stiamo parlando di un sistema di protezione sociale che esiste in tutti i Paesi occidentali, noi lo abbiamo introdotto tardi”. Così Giuseppe Conte commenta il Reddito di cittadinanza nel corso di un comizio a Napoli. L’ex Premier, che negli ultimi giorni avrebbe condotto una rimonta insperata nel gradimento degli elettori, deve buona parte del suo consenso al Sud proprio al Reddito di Cittadinanza. Secondo gli ultimi dati INPS, infatti, il 20,8% delle richieste arriva dalla Campania e il 17,8% dalla Sicilia. Il M5S, come il PD, nel suo programma ritiene necessario un ampliamento della misura, “Rafforzamento del reddito di cittadinanza”, a cui si aggiungono “Misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive” e il “Monitoraggio delle misure antifrode”.

Terzo polo: eliminare il diritto al reddito dopo il rifiuto di un lavoro congruo

Una ferma contestazione della misura arriva dai centristi del Terzo Polo, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Nel programma di “Italia sul serio” non è prevista la cancellazione del Reddito ma una riforma. I centristi suggeriscono che venga tolto il diritto a percepire il sussidio “dopo il primo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua” e che ci sia “un limite temporale di due anni per trovare un’occupazione, dopodiché l’importo dell’assegno deve essere ridotto di almeno un terzo e il beneficiario deve essere preso in carico dai servizi sociali del Comune”. “Il Reddito di Cittadinanza – secondo Renzi e Calenda – è uno strumento pensato male, che ha voluto raggiungere troppi obiettivi con un solo strumento e che ha ormai dimostrato tutti i suoi limiti. Chi ne ha usufruito non ha trovato lavoro, non è riuscito a formarsi professionalmente e non ha partecipato a progetti di pubblica utilità come previsto dalla normativa. A fronte di 20 miliardi spesi nel primo anno e mezzo, lo strumento ha generato nuova occupazione a tempo indeterminato per meno del 4,5% dei percettori”. Infatti tra le proposte in materie di lavoro c’è il potenziamento delle agenzie per il lavoro, constatata la difficoltà dei Centri per l’impiego. “Tra i percettori emerge una grande eterogeneità, in particolare per quanto riguarda la prossimità col mercato del lavoro e l’occupabilità: 70,7% dei percettori sono senza alcuna esperienza professionale nei tre anni precedenti e oltre il 72,6% dei beneficiari ha completato al massimo le dei percettori risulterebbe sopra la soglia di povertà assoluta”.

PD: sì a cumulo tra Reddito di Cittadinanza e lavoro

Il PD, come il M5S, ha intenzione di riformare il Reddito di Cittadinanza senso espansivo. L’idea è quella di ricalibrarlo “secondo le indicazioni elaborate dalla Commissione Saraceno, a partire dall’ingiustificata penalizzazione delle famiglie numerose e/o con minori”. Il Comitato scientifico per la valutazione del reddito di cittadinanza (c.d. Commissione Saraceno) è un organismo, istituito a marzo 2021 dal Ministero del Lavoro, composto da diversi esperti nell’ambito della povertà e dell’economia e guidato dalla sociologa Chiara Saraceno. Il PD accoglie nel suo programma anche le altre proposte della Commissione. Il primo è “la cumulabilità tra sussidi e lavoro, senza disincentivare la partecipazione al mercato del lavoro”, per non disincentivare la ricerca del lavoro. Il secondo è la riduzione “del periodo minimo di residenza in Italia per accedere al Reddito di Cittadinanza, oggi fissato in 10 anni”. Anche i progressisti di Sinistra Italiana e Verdi guardano alle indicazioni della Commissione Saraceno. Suggeriscono di “difendere e rafforzare il reddito di cittadinanza, secondo le previsioni del rapporto elaborato dalla commissione presieduta da Chiara Saraceno, con l’obiettivo strategico di arrivare a un vero reddito universale di base”.

Centrodestra: sostituzione del Reddito di Cittadinanza con misure più idonee

Il programma della coalizione di centrodestra riconosce la necessità di politiche di sostegno al reddito ma non ritiene che il Reddito di Cittadinanza sia la misura più idonea. “Sostituzione dell’attuale Reddito di Cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”, si legge nel programma. Tali misure non sono enunciate nel programma di coalizione. Fratelli d’Italia afferma di voler abolire il Reddito di Cittadinanza per sostituirlo con cittadinanza “un nuovo strumento che tuteli i soggetti privi di reddito, effettivamente fragili e impossibilitati a lavorare o difficilmente occupabili: disabili, over 60, nuclei familiari con minori a carico”. Più nel dettaglio scende la Lega di Matteo Salvini che nel suo lunghissimo programma propone di mantenere il sussidio per i «percettori inidonei al lavoro», modificando però gli importi a seconda delle diverse soglie di povertà registrate sul territorio nazionale. Per i “percettori idonei all’attività lavorativa”, l’obiettivo è trasformare il sussidio in un “vero e proprio ammortizzatore sociale finalizzato all’occupazione. Corso di formazione, tirocinio e contrattualizzazione dei percettori a fine percorso, attraverso il coinvolgimento delle agenzie private del lavoro, delle associazioni datoriali e attraverso l’utilizzo di incentivi fiscali e contributivi per l’assunzione dei percettori”.

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