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Anche Berlusconi, Renzi e Calenda sbarcano su TikTok. La politica cerca i giovani

Come e perchè i leader politici sbarcano su Tik Tok, il social network cinese più amato dai giovanissimi.  Fatti, numeri e scenari

La politica si fa anche su Tik Tok. Da Carlo Calenda a Silvio Berlusconi passando per Matteo Renzi: i leader dei partiti politici portano la campagna elettorale sulla piattaforma social cinese, tra le più amate dai under 20.

Obiettivo? Raccattare qualche voto tra i i più giovani. Ma davvero basta stare su Tik Tok per riuscire a conquistare la fascia di popolazione votante più giovane?

Cosa è Tik Tok

Tik Tok è un social network controllato dalla cinese Bytedance che permette di condividere clip di 15 o 60 secondi abbinate a musica, effetti sonori e filtri. Nata per condividere balletti, mini-sketch comici, parodie musicali o lip-sync, la piattaforma negli ultimi giorni sembra essere uno dei social preferiti dei politici per fare campagna elettorale.

“Questa piattaforma non è più (o non è solo) quello che era un paio d’anni fa: ci sono ancora i suoni divertenti, le canzoni virali e i balletti, ma il panorama è decisamente più vario. E c’è ovviamente spazio per la campagna elettorale per il voto del 25 settembre”, scrive Repubblica.

I leader su Tik Tok

Tra coloro che sono presenti su Tik Tok già da tempo, con l’auspicio la piattaforma potesse avvicinare ai giovani, c’è Matteo Salvini, che conta 541.3 mila follower, un numero altissimo. Salvini pubblica 2-3 video al giorno su TikTok, ed è raro trovare giorni senza alcun contenuto. La strategia social di Salvini e l’impiego de “la bestia”, come era stato rinominato il sistema gestito dal social media manager Luca Morisi, sono stati oggetti di molte discussioni in passato, e non sorprendono né l’attivismo né i numeri che il leader leghista ha raggiunto su TikTok. Non sorprendono neppure le polemiche e le critiche che tanti utenti dello stesso social network gli hanno riservato.

Nemmeno Giuseppe Conte è nuovo su Tik Tok. L’ex Premier conta 241mila follower, grazie ad alcuni contenuti creati ad hoc per il social. Tra i più visualizzati un breve video nel quale il leader M5S polemizza con Matteo Salvini sulla proposta di ritorno alla leva militare obbligatoria ed un video nel quale si rivolge a Giorgia Meloni e polemizza con la leader di FdI per la diffusione del video di uno stupro.

Niente video pensati esclusivamente per la piattaforma (il formato è quadrato), invece, sul profilo di Giorgia Meloni che ha conquistato 103mila follower. Anche le visualizzazioni dei singoli contenuti sono decisamente più contenuti rispetto a quelli degli avversari ed alleati politici. Tra quelli con più “like” un video ironico che riprende un altro contenuto social, nel quale un gruppo di giovani strappa un suo manifesto elettorale.

Ha debuttato su Tik Tok solo il 27 agosto, invece, Carlo Calenda, che conta 15mila follower. Il leader di Azione ha scelto di provare a rispondere ai commenti dei suoi “fan”. Per ora il video più gradito al pubblico del social è quello con il quale Calenda annuncia il suo sbarco sulla piattaforma, spiegando “Non so ballare e non posso darvi consigli di make-up”.

Nuovo sul social cinese è Silvio Berlusconi, che ha annunciato l’apertura del profilo il 29 agosto, ma che ha lanciato la sua prima clip solo questa mattina, 1 settembre, alle 10.20. Il Cav in poche ore ha raggiunto 143.5 folowers, mentre il video con il quale si presenta sono circa 300.000 i like e più di 18.000 i commenti.


Anche Matteo Renzi ha debuttato oggi su Tik Tok, raccogliendo 4869 seguaci. Nessun annuncio in anteprima, ma direttamente un video di presentazione.

Perché i leader sbarcano su Tik Tok

Non stupisce il fatto che i leader politici siano arrivati su Tik Tok, la piattaforma conta 5 milioni di giovani, di cui il 60% è under 30, come racconta lo stesso Berlusconi nel video di debutto.

L’obiettivo è dunque raccogliere voti anche nella fascia più giovane della popolazione votante. Ricordiamo, infatti, che queste sono le prime elezioni in cui voteranno per eleggere i senatori anche i giovani tra i 18 e i 25 anni, per un totale di quattro milioni di nuovi elettori (entra in vigore, infatti, la riforma costituzionale).

Pasquino: servono programmi efficaci

Ma basta davvero sbarcare su una piattaforma per conquistare i giovani? Forse no.  Secondo il prof. Gianfranco Pasquino, politologo e accademico emerito dell’Università di Bologna, infatti, servono programmi ad hoc. “Due sono le politiche per i giovani che non devono mancare: fornire un’istruzione che sappia rispondere alle sfide dei tempi e consentire loro maggiori opportunità di lavoro. L’obiettivo è aiutarli a entrare nel mondo del lavoro, questo un buon ministro del lavoro deve saperlo fare. Il secondo punto è che su questo tavolo si sta esibendo una grande ipocrisia: non gliele frega niente a nessuno dei giovani”, sostiene Pasquino nell’intervista rilasciata  a Policy Maker.

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