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Zona rossa, cosa chiede la Lombardia nel ricorso contro il Ministero

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La Lombardia chiede con il suo ricorso al Tar di annullare, anche con un decreto presidenziale, l’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza del 14 gennaio
Lo aveva promesso ed è arrivato. “Una punizione che la Lombardia non si merita”, aveva infatti commentato a caldo il presidente della giunta regionale Attilio Fontana. La Lombardia ha presentato ricorso al TAR, il giudice amministrativo, avverso l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, datata 14 gennaio con cui la Regione è stata inserita in zona rossa e anche il Dpcm del 14 gennaio 2021 nella parte in cui definisce i criteri per la classificazione di zona arancione e zona rossa così come il Decreto Ministeriale 30 aprile 2020 sul monitoraggio “e di ogni altro atto ad essi presupposto, conseguente o comunque coordinato o connesso”.

COSA LAMENTA LA LOMBARDIA NEL RICORSO

Una delle osservazioni sollevate dalla Regione Lombardia è infatti che “incredibilmente, nell’ambito di tale valutazione di rischio, il dato dell’incidenza settimanale (ossia del numero di nuovi contagi ogni 100.000 abitanti) – che è fortemente indicativo della progressione dell’epidemia in quanto restituisce un’idea del numero di possibili vettori di infezione che prescinde dal dato dei sintomatici e che permette di effettuare una prognosi veritiera sulla pressione cui il sistema sanitario sarà sottoposto nelle settimane successive – non assume alcun rilievo o, comunque, assume un rilievo del tutto recessivo rispetto all’indice di trasmissibilità R(t)”.

FONTANA: SIAMO PENALIZZATI

“Credo sia oggettivamente evidente – ha detto Attilio Fontana, annunciando il ricorso – che la Lombardia e i lombardi hanno fatto, e stanno facendo, la loro parte con responsabilità e spirito di sacrificio. Per questo ritengo che l’assegnazione della zona rossa sia fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione”.

I DATI DEL CTS NON CONFORTANO LA LOMBARDIA

Questo nonostante la cabina di regia del Comitato tecnico scientifico per il periodo 4 – 10 gennaio abbia osservato un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. “Due Regioni/PPAA (Bolzano e Lombardia) – avevano scritto gli esperti – hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3”. “L’epidemia – si legge nel documento della cabina di regia – resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive”.

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