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A chi conviene lo scontro del Governo con Regioni (tutte) e sindaci (di sinistra)

Governo Sindaci

Il Governo guidato da Giorgia Meloni alle prese in queste ore con due casi scottanti che chiamano in causa governatori (anche di destra) e sindaci dem

Regioni (tutte) e sindaci (di centrosinistra) contro il governo Meloni. Questo lo scenario cui abbiamo assistito nelle ultime infuocate 48 ore. Un cortocircuito politico-istituzionale (a cui si  aggiunge quello ormai permanente con la Corte dei Conti) che si è generato per vicende totalmente diverse tra loro ma che hanno sullo sfondo la campagna elettorale con le Europee di giugno. Situazioni, entrambe, che alla fine rischiano di mettere in difficoltà la maggioranza di centrodestra e, di contro, ricompattare il campo largo.

Partiamo dal contrasto con le Regioni. “La miccia per il nuovo scontro – scrive il Sole24Ore – è stata accesa dalla memoria depositata alla Camera sul decreto Pnrr-quater, in cui i magistrati contabili criticano la scarsa trasparenza sugli effetti finanziari puntuali prodotti dalla rimodulazione degli investimenti, lanciano un allarme sul meccanismo dei poteri sostitutivi anti-ritardi che rischia di andare in contrasto con l’autonomia di Regioni ed enti locali e soprattutto mettono i piedi nel piatto della querelle sui tagli alla sanità”.

IN SANITA’ TAGLI SI’, TAGLI NO. LA QUERELLE TRA GOVERNO E REGIONI

Repubblica pone l’accento sulle posizioni delle Regioni, guidate dal governatore leghista Fedriga ma che in materia hanno come testa d’ariete l’assessore regionale della rossa Emilia-Romagna Donini. “Dopo la riunione sullo spostamento di 1,2 miliardi dal Piano nazionale complementare (Pnc) al Fondo per l’edilizia sanitaria “articolo” 20 – si legge su Repubblica – resta netta la distanza tra il governo e le amministrazioni locali. Secondo l’esecutivo, come ha detto ieri anche la premier, non si tratta di un taglio, per le amministrazioni locali «politicamente ed economicamente non si può che definirlo in quel modo», come ha sottolineato il coordinatore degli assessori alla Salute Raffaele Donini.

Prima o poi andrà trovata una soluzione: per il centrodestra sarebbe imbarazzante far durare molto a lungo lo scontro tra le Regioni che amministra e il suo governo. I tecnici regionali fanno notare che con la programmazione dei fondi del Pnc erano stati già presi impegni giuridicamente vincolanti per circa 180 progetti dei circa 200 a suo tempo finanziati. «Ci chiedono di pagare con soldi che non ci sono ancora o non sono comunque esigibili», spiega Donini sempre sul quotidiano di Molinari -, riferendosi al fatto che ci vuole troppo tempo per accedere ai finanziamenti dell’articolo 20: «Abbiamo meno risorse, lo dice anche la Corte dei Conti».

Fitto aggiunge: «Oggi residuano 2,2 miliardi liberi nel fondo articolo 20 e per i quali non risulta alcuna proposta o richiesta di impiego da parte delle Regioni». Ma le amministrazioni locali sostengono che in alcuni casi i progetti per i nuovi ospedali sono già fatti: i soldi, però, non sono stati ancora richiesti”.

IL CASO BARI, IL GONG DELLA CAMPAGNA ELETTORALE

Venendo al caso Bari, il sindaco Decaro in conferenza stampa – convocata dopo la decisione del Viminale di nominare una commissione ispettiva in Comune per la verifica di eventuali infiltrazioni criminali – non ha trattenuto le lacrime, usando parole e parlando di “un atto di guerra” che richiede “una legittima difesa” della “città che da tempo combatte la mafia a testa alta”. Mancano solo tre mesi al voto per il rinnovo dell’amministrazione comunale e Decaro ritiene che questa sia una mossa del centrodestra per “inquinare la campagna elettorale e fare annullare la partita.

I COMMENTI DEI GIORNALI SULLO SCONTRO PIANTEDOSI-DECARO

Ecco alcuni commenti odierni dei principali quotidiani. Avvenire scrive “viene da interrogarsi sull’opportunità della decisione del ministro Piantedosi. Non tanto rispetto alla natura dell’accesso ’ispettivo’, che è di sua competenza, quanto al timing, visto che la città si appresta a entrare in campagna elettorale per il voto delle amministrative di giugno”. Repubblica ha definito l’atto del Viminale “un’entrata a gamba tesa”, “quel che si sta verificando in questi giorni a Bari – scrive Carmelo Lopapa – non ha precedenti e desta una legittima preoccupazione”.

Augusto Minzolini, nel suo editoriale sul Giornale, parte dal presupposto che “se si è garantisti lo si è sempre” e poi consiglia (o ammonisce) il sindaco Decaro di “evitare di usare espressioni colpevoliste verso gli altri, alzare i toni, lanciare accuse a 360 gradi o atteggiarsi a martire, non fosse altro perché è la tattica tipica di Masaniello che mette le mani avanti per non cadere indietro”. Per Lina Palmerini sul Sole24Ore il caso Bari è “il caso giudiziario che dà il gong alla corsa elettorale”.

IL M5S SI SMARCA A BARI E PUNTA SU UN CIVICO. ATTESA PER UNA MAGGIORE PARTECIPAZIONE ALLE PRIMARIE DEM

E proprio con riferimento alle elezioni, nel capoluogo pugliese il campo largo a inizio aprile terrà le primarie per decidere il candidato sindaco, Ecco cosa scrive il Fatto quotidiano: “Però forse Piantedosi ha fatto un bel favore al centrosinistra barese. Perché probabilmente adesso alle primarie del 7 aprile andrà più gente del previsto”. Nel frattempo i grillini colgono l’occasione per lanciare il proprio candidato alle primarie, il penalista Michele Laforgia che sfiderà il dem Vito Leccese, capo di gabinetto di Decaro.

LA VERITA’: “NELLE INTERECETTAZIONI SPUNTA EMILIANO”

Con riferimento all’indagine la novità è quanto riferisce La Verità, secondo cui nelle intercettazioni spunterebbe anche il governatore Emiliano. Si legge nel sommario dell’articolo a firma di Fabio Amwndolara: “Lovreglio, nipote di un boss, fra i 130 indagati dell’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose a Bari, al telefono con la zia parlava del costo della compravendita di preferenze. Citati più volte il sindaco e il presidente di Regione” anche se, come sottolinea il giornale, “non sono stati intercettati e, spiegano i magistrati, non risultano coinvolti”.

Leggi anche: Il caso Bari sarà un boomerang per il centrodestra?

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