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A questo governo non piace lo smartworking?

Lavoro A Distanza Usa-Ue

Il governo vuole spegnere lentamente lo smartworking anche per i lavoratori con figli under 14, salvo solo per i lavoratori fragili

L’introduzione massiccia dello smartworking è stata strada per non far fermare il nostro paese durante i lunghi anni della pandemia. È stata l’occasione per permettere a tanti lavoratori con ruoli impiegatizi di conciliare la vita professionale con quella familiare, di alleggerire le spese in trasporti e ridurre il traffico veicolare all’interno delle città. Tuttavia, lo scorso 5 maggio l’Oms ha dichiarato finita la pandemia da Covid 19, ragione valida, per il governo, per riporre nel cassetto dei ricordi anche lo smartworking.

OGGI 3,6 MILIONI DI LAVORATORI SONO IN SMARTWORKING

“Non siamo più in pandemia, per cui non credo ci sia più l’urgenza di intervenire sui genitori con figli under 14 – ha detto il ministro della PA Paolo Zangrillo in un’intervista a “Il Messaggero” -. Auspico invece continui ad esserci la giusta attenzione nei confronti dei fragili”. Il prossimo 30 giugno scadrà la proroga dello smartworking per i dipendenti privati con figli under 14 e per i fragili.  Attualmente sono 3,6 milioni i lavoratori in smart working, ben il 14,9% del totale.

LO SMARTWORKING FINO ALLA FINE DEL 2023 SOLO PER GLI 800MILA LAVORATORI FRAGILI

Per una parte di questi la musica dovrà cambiare. Il decreto-legge Milleproroghe aveva prorogato il lavoro agile fino al 30 giugno 2023 per i lavoratori fragili pubblici e privati, e per i lavoratori con figli under 14 del privato. Il Governo pensa a prolungare di altri sei mesi, quindi fino al termine del 2023, la possibilità di lavorare da remoto per i soli lavoratori fragili. La Ragioneria dello Stato stime questi lavoratori in non più di 800mila persone.

CHI SONO I LAVORATORI FRAGILI

I lavoratori fragili dovrebbero poter proseguire con lo smart working sia nel settore pubblico che in quello privato perché il Covid19, benché debellato in forma pandemica, continua a essere un pericolo per chi soffre di particolari patologie. Inoltre, il ministero della Salute ha valutato che chi soffre di alcune patologie può essere esposto a rischi anche rispetto ad altri agenti patogeni, che con la fine della pandemia hanno preso a circolare con molta più forza. I lavoratori fragili sono stati individuati dal decreto del ministero della Salute del 4 febbraio: chi ha una patologia oncologica o onco-ematologica, chi ha “una marcata compromissione della risposta immunitaria”, come chi ha avuto un “trapianto d’organo solido ed è in terapia immunosoppressiva”, chi è iscritto nella lista trapianti, chi in dialisi, chi soffre di immunodeficienze secondarie, le persone con Hiv, e, infine, tutti coloro che soffrono di tre o più patologie tra cardiopatia ischemica, fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, ictus, diabete mellito, Bpco, epatite cronica e obesità, e tutti gli over 60 con più di una patologia cronica.

ESTENDERE LO SMARTWORKING POTREBBE COSTARE 30 MILIONI DI EURO

“Ho sempre sostenuto che il lavoro agile rappresenti un importante strumento e non vedo perché non possa essere in grado di funzionare anche nella Pa. Per evitare il racconto del lavoro agile come una sorta di semi-vacanza, serve però una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che organizzativa, in grado di rendere lo smart working pienamente efficace, per non pregiudicare i servizi erogati a cittadini e imprese”, dice il ministro Zangrillo rivelando un certo pregiudizio nei confronti dei lavoratori da remoto. In realtà lo smartworking potrebbe resistere anche nel pubblico impiego anche oltre il 30 giugno perché i contratti di categoria privilegiano lo smart working per chi ha figli piccoli. Le preoccupazioni riguardano soprattutto il comparto scuola perché gli insegnanti che restano a casa generano la necessità di un supplente. La Ragioneria dello Stato ha stimato queste spese in 30 milioni di euro.

C’È CHI DICE NO: L’EMENDAMENTO DELLE OPPOSIZIONI CHE VUOLE SALVARE LO SMARTWORKING

La riduzione drastica del ricorso allo smartworking non piace a tutti. Il fronte progressista del Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Verdi e Sinistra e autonomi ha presentato un emendamento al decreto-legge Lavoro che propone la proroga del lavoro agile al 31 dicembre per le categorie dei fragili e per i genitori di figli minori di anni 14 sia nel pubblico che nel privato. Il provvedimento, purtroppo, non è a costo zero perché prevede che se la mansione del lavoratore non può essere svolta da remoto, l’azienda deve affidargliene una diversa, anche assumendo un nuovo dipendente per quel compito. I costi variano tra i 16 e i 18 milioni di euro. “Vanno verificate le coperture, ci saranno degli approfondimenti”, ha detto la sottosegretaria al Lavoro Maria Teresa Bellucci.

GLI ACCORDI DI LAVORO AGILE PER TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI

Per tutti gli altri lavoratori lo smartworking è regolato, secondo quanto stabilito dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile, da accordi individuali tra azienda o amministrazione pubblica e dipendenti. Il dipendente che dovesse avanzare la richiesta dovrà addurre una motivazione che comprovi lo stato di necessità dello smart working. In caso di esito positivo potrà lavorare in modalità agile ma solo secondo le modalità e per il periodo di tempo prestabilito con il datore di lavoro.

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