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Meloni scivola sulla benzina ma a cadere sono le opposizioni

Accise Meloni

I graffi di Francesco Damato sul marasma governativo attorno alla questione delle accise sui carburanti

Anche per quella curiosa decisione di difendersi nel cortile di Palazzo Chigi, asserragliata come in una fortezza, con un sostanziale monologo camuffato da intervista al Tg1, si può ben dire che Giorgia Meloni è scivolata sulla benzina, con o senza il fuoco immaginato nel titolo di copertina del manifesto.

Una volta tanto la presidente del Consiglio si è meritata anche la derisione del Fatto Quotidiano col fotomontaggio di lei e del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti “accisi da soli” con i pistoloni delle pompe di carburante.

Pure il Pd si è meritato lo sfottò del giornale di Marco Travaglio in quel passaggio dell’editoriale in cui gli si contesta la paralisi congressuale e il conseguente vantaggio da opposizione lasciato tutto e solo ai grillini, “malgrado l’oggettivo handicap -ha continuato a sfottere Travaglio- di avere un leader che passa ben due giorni a Cortina e indossa pure il maglione a collo alto”.

Meritati sono anche “il governo in panne” sparato dalla Stampa e la “retromarcia sulle accise” rinfacciata da Repubblica. Dove è francamente difficile non condividere anche il commento affidato ad una grande firma come Luca Ricolfi e intitolato “La prova del fuoco “ per l’esecutivo.

“Non credo -ha scritto, fra l’altro, Ricolfi- che i primi passi falsi del governo Meloni, dalla marcia indietro sul Pos alla riscrittura delle norme sul rave party, abbiamo turbato troppo l’elettorato: sono cose abbastanza marginali, che toccano in modo diretto poche persone. Alquanto diverso è invece il caso delle accise sui carburanti”. Di cui non avranno ragione a lamentarsi i proprietari dei Suv, delle Ferrari, delle Maserati, Mercedes, Bmw e via paperonizzando, ma ragione al quadrato i ben più numerosi automobilisti piccoli e medi, i trasportatori e i consumatori che si vedranno scaricare addosso gli aumenti conseguenti dei costi e prezzi delle merci.

Dio mio, presidente del Consiglio, ministri e relativi collaboratori e consiglieri, che cosa vi è saltato in mente di fare, aggravando tutto con la caccia ai presunti speculatori, pochi o molti che siano? Una caccia che ha sporcare di “fango”, come hanno protestato gli interessati, tutta la categoria dei benzinai scesi in sciopero per il 25 e il 26 gennaio, in due giorni centrali dell’ultima settimana del mese.

  • Ascolta l’ultima puntata di Capire un Tubo (“Chi non ha ucciso le accise?”) su Energia Oltre e Start Magazine: il podcast curato da Marco Dell’Aguzzo e Mauro Giansante sui temi energetici e ambientali

Tuttavia, se fossi nei grillini tanto esaltati da Travaglio come protagonisti e vincitori di questa curiosa partita autolesionista del governo, non mi farei tante illusioni sul ricavato di questo brutto affare della Meloni. Alla quale Beppe Grillo in persona, non meno autolesionista della premier, continua sul suo blog a rimproverarle solo o soprattutto, in una vignetta in cui si fanno parlare due cinghiali ora cacciabili anche nelle città, di essere arrivata a Palazzo Chigi come i presunti progenitori di più di un secolo fa, promotori e autori della marcia su Roma.  Con questo tipo di opposizione la Meloni può anche scivolare sulla benzina e rialzarsi.

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

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