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Che dire dell’Agenzia Dire che si sposta a destra con Davide Vecchi?

vecchi nuovo direttore della agenzia dire

Intanto, l’11 aprile è prevista una nuova giornata di sciopero dei giornalisti della Dire: al centro la richiesta di pagamento per intero degli stipendi di gennaio anche ai colleghi illegittimamente sospesi la notte di Capodanno

Nuovo incarico per Davide Vecchi. Il giornalista, uscito da due anni di direzione del quotidiano romano Il Tempo (lasciata a Tommaso Cerno), ha assunto la guida editoriale dell’agenzia di stampa Dire.

Tutti i dettagli.

AGENZIA DIRE, VECCHI NUOVO DIRETTORE EDITORIALE

Come si legge nella nota ufficiale diffusa ieri, dunque, “l’ex direttore responsabile de il Tempo, con un passato da giornalista di cronaca politica e di giudiziaria nelle redazioni de Il Messaggero, Il Fatto Quotidiano e Adnkronos, avrà il compito di rinnovare l’offerta di servizi della Dire. In particolare, grazie alla comprovata e lunga esperienza, avrà il compito di rendere il brand Dire maggiormente competitivo sul mercato dell’informazione primaria. Si occuperà inoltre di organizzare eventi e confronti tematici, presenziando a momenti pubblici che vedranno coinvolta la Dire“.

“Sono contento di intraprendere questa nuova sfida – ha commentato Davide Vecchi – , motivato e convinto di sostenere il progetto di rilancio aziendale avviato dall’editore Stefano Valore. Credo che la Dire abbia un potenziale enorme, partendo dal consolidamento e dal rafforzamento del ruolo di agenzia di stampa nazionale tra le più importanti d’Italia”.

L’editore della Dire Stefano Valore di Villanueva de Castellòn ha commentato: “Il mio più caloroso benvenuto in squadra a Davide Vecchi, un nome importante nel panorama editoriale italiano. Sono certo che ci darà una grossa mano a rilanciare l’immagine della Dire. L’obiettivo è fare la differenza, ogni giorno sempre di più”.

IL BENVENUTO E GLI AUGURI DAL GOVERNO MELONI

Questo arrivo certifica, altresì, uno spostamento a destra della testata. Come ricorda Professione Reporter, “la Dire fu fondata nel 1988 da Antonio Tatò, responsabile dell’Ufficio stampa del partito Comunista Italiano e segretario di Enrico Berlinguer dal 1969 al 1984″. Dunque, ha una storia di sinistra. Eccome. Ora avrà una guida editoriale totalmente opposta e filo-governativa.

“Auguri di buon lavoro a Davide Vecchi, nuovo direttore editoriale dell’agenzia di stampa Dire. Sono certo che saprà dimostrare anche questa volta, come già avvenuto durante la direzione de Il Tempo, la sua professionalità, garantendo pluralismo e qualità dell’informazione”, ha commentato ieri il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Questo, invece, il commento di Mario Lavia, giornalista politico di Linkiesta:

IL PROFILO DI DAVIDE VECCHI

Davide Vecchi è un giornalista professionista dal 2003, è nato a Perugia 47 anni fa e ha diretto anche il Gruppo Corriere (Corriere dell’Umbria, Corriere di Arezzo, Corriere di Siena, Corriere di Viterbo, Corriere di Rieti e della Sabina), di proprietà della famiglia Angelucci. Ha lavorato anche a L’Espresso e ha fatto parte del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti dal 2008 ed è stato nominato consulente della commissione d’inchiesta parlamentare sulla morte di David Rossi, capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena, sul quale ha scritto uno degli ultimi libri.

Su LinkedIn ha scritto: “Una nuova avventura. Questa volta una vera e propria sfida. Con un editore (grazie della fiducia Stefano) che crede fortemente in un’agenzia storica come la Dire che ha guidato fuori da mari in burrasca. Che lo spirito di Conrad sia sempre con noi”.

PROSEGUE LA FASE D’INCERTEZZA ALL’AGENZIA DIRE

Non sono mesi facili, però, all’Agenzia Dire. Come raccontato qui, ieri e l’11 aprile le giornaliste e i giornalisti della testata hanno previsto due giornate di sciopero “alla luce della posizione di chiusura, da parte dell’azienda, rispetto alla richiesta di sanare in maniera definitiva la questione dei 17 giornalisti della sede di Roma sospesi dal lavoro la notte del 31 dicembre. Si tratta delle prime due giornate di Sciopero di un pacchetto di 5 giorni affidati dall’Assemblea al CdR. L’Assemblea dei redattori, con questa mobilitazione, chiede nuovamente che la Com.e, azienda editoriale proprietaria dell’agenzia Dire, paghi gli stipendi del mese di gennaio per intero anche ai colleghi che sono stati sospesi dal servizio dall’1 al 26 gennaio scorso”.

Nella nota diffusa si legge anche che l’Assemblea dei redattori “ritiene infatti illegittimo il provvedimento di sospensione e pertanto privo di effetti, come del resto dimostrato dalla regolare presenza al lavoro di tutti i colleghi interessati anche nel mese di gennaio. Il riscontro è evidente dai lanci di notiziario e dagli articoli del sito usciti, in gennaio, siglati e firmati anche dai colleghi destinatari di tale decisione. L’Assemblea chiede inoltre all’azienda di proseguire con l’opera di reintegro dei colleghi licenziati a seguito del piano di esuberi dell’autunno scorso, di regolarizzare il pagamento degli stipendi (che ancora avviene in ritardo e in due o tre tranche) e di aprire una nuova stagione di rapporti costruttivi con le rappresentanze sindacali e il corpo redazionale nella sua interezza”.

Un caos scoppiato a fine anno, come si ricorderà. “Dopo quasi due anni di solidarietà, con un taglio fino al 30% per gli stipendi di giornalisti e grafici, ci sono stati i licenziamenti arrivati il 28 dicembre. Poi con la vicenda del fermo amministrativo è arrivata la sospensione dei contributi da parte di Palazzo Chigi (sbloccata a fine gennaio). Poi le sospensioni. I giornalisti dell’agenzia Dire – conclude la nota – vorrebbero poter guardare oltre una stagione conflittuale e di tensioni che non hanno cercato, e sperano di poterlo fare trovando una rinnovata disponibilità al dialogo da parte dell’editore”.

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