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Alberto Trentini, l’italiano ostaggio del Venezuela che preoccupa la Farnesina

In Venezuela è detenuto, senza accuse, l’italiano Alberto Trentini. Cooperante veneziano, attivo nel paese sudamericano a seguito della Ong Humanity & Inclusion. La strategia degli ostaggi stranieri nel Venezuela di Maduro

La giornalista Cecilia Sala non era l’unica italiana presa in ostaggio da potenze straniere. In queste ore è stato rotto il silenzio, inizialmente chiesto dalla famiglia dell’ostaggio, sul rapimento e la detenzione di Alberto Trentini, un cooperante veneto fermato a Guasdualito, in Venezuela, dove lavorava a seguito della Ong Humanity & Inclusion.

L’ATTENZIONE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI NEI CONFRONTI DEL VENEZUELA

È alta l’attenzione del ministro Tajani nei confronti del Venezuela a sostegno dell’opposizione del presidente Nicolas Maduro che si è da poco insediato, nuovamente, alla guida del Venezuela. Edmundo González Urrutia, politico ed ex diplomatico che guida l’opposizione a Maduro ed era il candidato alla presidenza del Venezuela, ha contestato i risultati delle elezioni di luglio ed è stato costretto all’espatrio in Spagna. La denuncia di brogli, sebbene abbia potuto contare dell’appoggio internazionale (anche statunitense), si è risolta in un nulla di fatto.

Anzi Maduro ha represso le proteste che mettevano in discussione la legittimità del suo governo e più di 2.000 venezuelani sono stati arrestati. Inoltre, il 10 gennaio, il giorno dell’insediamento di Maduro, una delle leader dell’opposizione María Corina Machado, è stata “intercettata e fermata” a Caracas per circa un’ora dalle forze di polizia fedeli a Maduro.

Insomma, un quadro incandescente che il ministro Tajani ha seguito con una certa costanza, anche per questioni di ordine politico (appartiene alla famiglia liberale Vente Venezuela, il partito di María Corina Machado che ha sostenuto Edmundo González Urrutia) oltre che umanitario.

LA STRATEGIA DEGLI OSTAGGI NEL VENEZUELA DI MADURO

Ma perché, per parlare del nostro connazionale detenuto nelle carceri venezuelane, è importante capire cosa sta succedendo in Venezuela? Perché, come scrive Marco Ventura sul Messaggero, gli arresti di “cittadini stranieri o con doppia nazionalità” è una strategia “portata avanti con fredda determinazione negli ultimi sei mesi” da Nicolás Maduro. In tutto 50 ostaggi da 12 paesi diversi “che il regime socialista venezuelano ha catturato e incarcerato, e userà ora come “pedine di scambio” per ottenere, per esempio, dagli Stati Uniti un allentamento delle sanzioni”.

L’ARRESTO DEL COOPERANTE ITALIANO ALBERTO TRENTINI

Arriviamo ora al caso del nostro connazionale, il cooperante Alberto Trentini arrivato in Venezuela il 17 ottobre a seguito della Ong Humanity & Inclusion per portare aiuti umanitari alle persone con disabilità. Trentini è stato fermato, insieme all’autista della Ong, il 15 novembre dalle autorità venezuelane mentre si stava recando per lavoro a Guasdualito, nel sudovest del Venezuela. Da allora è rinchiuso in un carcere di Caracas sebbene contro di lui non sia stata mossa alcuna accusa.

CHI È ALBERTO TRENTINI, COOPERANTE RAPITO IN VENEZUELA

Alberto Trentini, veneziano classe 1980, dopo la laurea in storia moderna e contemporanea all’Università Ca’ Foscari, ha iniziato a lavorare nel settore della cooperazione internazionale, partecipando a numerose missioni internazionali. Tra il 2017 e il 2020, Trentini ha collaborato con l’organizzazione Coopi in Ecuador, Perù, Libano ed Etiopia. Nel 2022 invece, ha collaborato con l’Ong francese Solidarités International, sempre in Colombia. Tra il 2023 e il 2024 è stato a Barbacoas, in Colombia, con on il Consiglio danese per i rifugiati. Inoltre, Trentini, ha lavorato in Grecia, Nepal, Paraguay e Bosnia-Erzegovina.

DI COSA SI OCCUPA LA ONG HUMANITY & INCLUSION

La Ong Humanity & Inclusion è stata fondata nel 1982, è attiva in una sessantina di Paesi “al fianco delle popolazioni vulnerabili, specialmente quelle con disabilità”.

ALBERTO TRENTINI: NON NE HA NOTIZIE NEMMENO L’AMBASCIATORE

Come denunciato anche dal ministro Tajani il nostro paese non ha notizie della sorte del cooperante. In una prima fase dell’arresto la famiglia aveva chiesto il silenzio stampa sulla vicenda per facilitare il lavoro diplomatico. Tuttavia, secondo quanto reso noto dall’avvocata della famiglia, Alessandra Ballerini, nemmeno l’ambasciatore italiano in Venezuela, ha avuto la possibilità di incontrarlo o parlare con lui. “Da quasi due mesi nulla sappiamo sulle sorti di Alberto – hanno scritto i familiari, ricordando i problemi di salute di cui soffre il quarantacinquenne, tra cui l’ipertensione -. Confidiamo che la presidente del Consiglio ed i ministri interessati, si adoperino con lo stesso impegno e dedizione recentemente dimostrati a tutela di una nostra connazionale, per riportare presto, incolume, Alberto in Italia”.

L’INTERROGAZIONE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Martedì scorso il Partito Democratico ha presentato un’interrogazione urgente al ministro degli Esteri, Antonio Tajani.  “Il caso del nostro connazionale è stato oggetto di una risoluzione urgente emessa il 7 gennaio dalla Commissione interamericana dei diritti umani (Cidh), nella quale si chiede al Venezuela di fornire informazioni immediate sulle condizioni di detenzione di Trentini”, si legge nell’interrogazione del Partito Democratico firmata da Peppe Provenzano, Gianni Cuperlo, Fabio Porta, Enzo Amendola, Lia Quartapelle e Laura Boldrini. I deputati del Pd chiedono al ministro degli Esteri Tajani quali siano le iniziative del governo per garantire che tutti i diritti processuali e di detenzione siano garantiti a Trentini e per garantire il suo immediato rientro in Italia.

L’ARRESTO E IL RILASCIO DI 7 PERSONE CON L’ACCUSA DI ESSERE MERCENARI

Come detto l’arresto di cittadini stranieri è una strategia del Venezuela di Maduro. Come scrive il Post l’8 gennaio è stato arrestato poi rilasciato dopo alcune ore, un cittadino italo-venezuelano. Contro di lui, e altre 7 persone che erano con lui, l’accusa di essere un mercenario avanzata dal ministro dell’Interno venezuelano Diosdado Cabello. “Cabello peraltro è considerato il responsabile delle discriminazioni, torture e arresti sistematici che il regime di Nicolás Maduro compie contro gli oppositori”, sottolinea il Post.

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