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Amministrative di Taranto: tutti i candidati, in campo anche il giornalista anti ILVA

Rinaldo Melucci, Candidato Sindaco Taranto

Ecco chi è sceso in campo come candidato a sindaco di Taranto: Massimo Battista, Luigi Abbate, Rinaldo Melucci e Walter Musillo

Un esponente Pd e l’ex segretario provinciale Pd sono i favoriti nella sfida a primo cittadino della città di Taranto del prossimo 12 giugno. Rinaldo Melucci, sindaco uscente sfiduciato del centrosinistra, si contenderà la fascia tricolore con Walter Musillo, ex segretario PD ma alla guida di un’alleanza di centrodestra. A scendere in campo come candidato a sindaco di Taranto anche i civici Massimo Battista, consigliere comunale uscente, e Luigi Abbate, a capo di altri schieramenti.

SONDAGGIO: FAVORITO IL SINDACO USCENTE MELUCCI

Un sondaggio realizzato da Winpoll il 19 marzo scorso indica in Rinaldo Melucci il candidato più accreditato a diventare, nuovamente nel suo caso, sindaco di Taranto. Dal sondaggio emerge che il 54,2% dei tarantini sceglierebbe il sindaco uscente, a seguire Walter Musillo del centrosinistra con il 33,5%. Molto più staccati i civici Abbate e Battista, con il 6,2% e il 6,1%.

LA VITTORIA PER MILLE VOTI, LA SFIDUCIA E LA RICANDIDATURA: LA PARABOLA DEL SINDACO MELUCCI

Lo scorso 16 novembre il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci del centrosinistra è stato sfiduciato diciassette consiglieri comunali che hanno scritto la parola fine alla sua amministrazione, Nel 2017 Rinaldo Melucci si era imposto per soli mille voti in più rispetto alla sfidante del centrodestra Stefania Baldassarri. “Melucci – come ricorda il Corriere del Mezzogiorno – era il sindaco dei Giochi del Mediterraneo, delle case vendute al prezzo simbolico di 1 euro, dell’ordinanza con cui aveva imposto ad ArcelorMittal di chiudere l’area a caldo dello stabilimento siderurgico perché continuava ad inquinare la città e i polmoni dei tarantini. Provvedimento contestato dall’azienda, affiancata anche dal ministero della Transizione ecologica, e rovesciato infine dal Consiglio di Stato che aveva consentito alla fabbrica di continuare a produrre”. Ma non solo perché durante il suo mandato da sindaco Melucci ha anche cambiato sette giunte in quattro anni e mezzo “con un vorticoso giro di assessori imposto dalle esigenze di trovare equilibri sempre più avanzati tra le varie forze politiche sacrificando esperienze e competenze professionali”. Un balletto che, alla fine, gli ha inimicato troppi consiglieri, dell’o0pposione ma non solo, e che ha decretato la fine della sua amministrazione.  All’epoca Melucci incassò la solidarietà del presidente Emiliano. “Sono vicino al sindaco Melucci e a tutta la cittadinanza per avere dovuto subire questa amarezza – disse all’epoca il presidente della Regione Puglia -. Ma la lotta dei tarantini deve continuare. Taranto deve andare avanti e deve continuare il suo percorso di città sana, prestigiosa, fondata sulla competenza e sulla creatività.

MELUCCI: SINDACO USCENTE E CANDIDATO SINDACO PER TARANTO DEL CENTROSINISTRA

Melucci, dopo aver incassato l’ok del segretario nazionale Enrico Letta, dell’ex ministro Francesco Boccia, in aggiunta a quella del governatore Emiliano, ha presentato la sua ricandidatura. A sostenere il candidato della coalizione “Ecosistema Taranto 2022”, 11 liste: PD, Movimento Cinque Stelle, Europa Verde, Più Centrosinistra, Con Taranto, Psi-Pri, Taranto popolare, Taranto mediterranea, Taranto 2030, Taranto Crea e Movimento Autonomi e Partite Iva. Non solo Ilva. “Non abbiamo avuto nemmeno un dubbio di un secondo nel ricandidare il sindaco Melucci – ha detto Francesco Boccia, deputato Pd e responsabile Enti locali della segreteria nazionale -, con il massimo sostegno di tutti, dopo l’agguato notturno della destra e dei loro alleati in uno studio notarile”. L’appoggio di tutta la coalizione servirà al candidato sindaco di Taranto Melucci per affrontare, se eletto, le numerose sfide della città pugliese. Il candidato ha presentato il suo programma comunicato attraverso il claim “Fatto 100”. “È stato un imprescindibile punto di partenza – ha spiegato Melucci – insieme con tutta la pianificazione legata a Ecosistema Taranto, la nostra piattaforma per la transizione locale. Quei 100 punti sono progetti finiti, opere programmate e interventi da realizzare che costituiscono la premessa di un programma che vede Taranto città pienamente inserita nel Mediterraneo”.

MUSILLO, EX SEGRETARIO PD E CANDIDATO SINDACO DI TARANTO DEL CENTRO DESTRA

Il principale sfidante di Melucci sarà Walter Musillo, ex del Partito democratico che, a questa tornata elettorale, sarà sostenuto da una coalizione di partiti di centrodestra, da pezzi del centrosinistra che hanno contributo alla caduta del sindaco Melucci, e da alcune realtà civiche. Sono dieci le liste che sostengono Musillo: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Prima l’Italia, Patto popolare, Patto per Taranto, Taranto Davvero, Insieme, Movimento sportivo, Noi con l’Italia e AT6. “Sono andato via sei anni fa dal PD perché non mi riconoscevo più il quel partito – ha detto Musillo -. Io non rinnego assolutamente la mia storia, come non la rinnega nessuna lista o partito che mi sostiene: abbiamo semplicemente stabilito patti chiari sulla scrittura di un programma che mira solo e soltanto il bene esclusivo della città. Tutti abbiamo fatto, non un passo indietro, ma un passo in avanti perché abbiamo un unico obiettivo. Del resto mi chiedo se davvero in questi quattro anni, questa amministrazione abbia fatto qualcosa di sinistra”. Come scrive il Sole 24 ore la “pazza idea” di un  cartello alternativo a Melucci con un candidato di sinistra ma sostenuto da una coalizione di centrodestra “è nata a Taranto attraverso Musillo, il presidente della Provincia, Giovanni Gugliotti, e il consigliere regionale Puglia, Massimiliano Stellato, che in Regione è rimasto col centrosinistra e con la maggioranza del governatore Michele Emiliano ma a Taranto sta col centrodestra”. Musillo ha tra le sue proposte la ricucitura della città tra centro e periferie, il miglioramento delle aree periferiche, pari opportunità in termini di servizi per tutti i cittadini indipendentemente dal quartiere di residenza, una nuova gestione dei rifiuti. “Cambierà il modo di interpretare la figura del sindaco: sarò al centro di ogni vertenza, anche in quelle dove il sindaco non ha specifiche competenze – dice Musillo in merito a una sua possibile elezione -. Sono dell’idea che il primo cittadino non possa far finta di niente di fronte a gente che perde il lavoro o a pazienti che restano trenta ore in attesa al pronto soccorso dell’ospedale. In definitiva, anche da sindaco, se eletto, continuerò a essere presente nelle strade della città”.

MASSIMO BATTISTA: EX M5S ED EX ILVA SI CANDIDA PER “CAMBIARE TARANTO”

Massimo Battista è il terzo candidato a indossare la fascia tricolore di Taranto. Operaio dell’Ilva in cassa integrazione straordinaria, Battista, è un consigliere comunale uscente, e si candida sostenuto dalle liste “Una Citta per cambiare Taranto”, che aveva fondato sedendo tra i banchi dell’opposizione dopo aver lasciato il Movimento Cinque Stelle per divergenze con l’allora vicepremier Luigi Di Maio sul caso Ilva, “Periferie al centro” e “Taranto città normale”. Alle amministrative del 2017 ottenne 965 preferenze, più di ogni altro pentastellato in città. Il programma di Battista punta essenzialmente alla chiusura dell’ex Ilva e al rilancio delle zone periferiche della città. “Chiusura, bonifica e riconversione siano l’unica soluzione per Taranto”, dicono dal quartier generale di “Noi di Una città per cambiare”, lista che sostiene Massimo Battista.

LUIGI ABBATE: IL CANDIDATO SINDACO DI TARANTO CHE VUOLE CHIUDERE L’ILVA

Il giornalista Luigi Abbate è il quarto candidato sindaco di Taranto, con lui ci sono Partito meridionalista, Taranto next generation, Taranto senza Ilva. Luigi Abbate è il giornalista di Blustar Tv che nel 2014 finì al centro dell’attenzione mediatica per un’intervista al patron dell’Ilva Emilio Riva, in cui gli chiedeva conto dell’aumento della mortalità a Taranto, a fronte dei dati comunicati dall’azienda sull’inquinamento atmosferico. A quelle domande Girolamo Archinà, responsabile delle relazioni istituzionali dell’Ilva, rispose strappandogli di mano il microfono. “Una scena fantastica”, come la definì l’allora Governatore della Puglia e leader di Sinistra Ecologia e Libertà, Nichi Vendola, in una conversazione privata. Al centro del programma di Abbate c’è la chiusura del sito siderurgico. “Tarantini, lo capiamo o no che possiamo fare tranquillamente a meno dell’ex Ilva? Ci porta solo malattie, morti e tumori – scrive Abbate in un accorato post su Facebool -. Da sindaco firmerò tante ordinanze di chiusura (art. 54 comma 4 T.U.E.L. – Ordinanze contingibili ed urgenti al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli all’incolumità pubblica e alla sicurezza urbana), per quanti saranno gli sforamenti, sino a farla spegnere totalmente”.

EX ILVA: COSA NE PENSANO I CANDIDATI

L’argomento principe della campagna elettorale a Taranto è cosa farne dell’ex ILVA, uno dei siti siderurgici più importanti, e più inquinanti, d’Italia. La posizione di contrarietà e superamento dell’Ilva di Abbate e Battista è abbastanza chiara. Melucci e Musillo si dicono favorevoli alla decarbonizzazione della produzione. “Basta con la propaganda e lo sfruttamento delle piaghe di Taranto per farsi campagna elettoraledice Musillo – . È immorale chiedere alla città di scegliere tra salute e lavoro, ma è immorale anche far credere che esista verginità politica in chi per decreto o per annunci strappa voti ha in realtà consegnato a Taranto e a quello stabilimento siderurgico altri anni di agonia. Mi riferisco al PD e alla innaturale alleanza con il Movimento 5 Stelle che dopo anni di réclame è scesa a patti con il partito che da sempre ha garantito la continuità produttiva di quell’impianto nonostante le sentenze europee e quelle della magistratura italiana”. Melucci, dal canto suo, chiede che la decarbonizzazione sia inserita in un accordo di programma col Governo che affronti sostenibilità, valutazione di impatto ambientale e sanitario, occupazione, bonifiche, nuovi rapporti tra azienda e città. “Vorremmo chiedere al Governo quando arriverà il momento di affrontare le questioni rilevanti per la città, che sono la tutela dell’ambiente, della salute dei tarantini e delle aspettative dei lavoratori – sottolinea il candidato sindaco di Taranto Melucci -. Si lavora in emergenza a causa della guerra in Ucraina, come la peggiore tradizione politica italiana, mentre occorrerebbe il coraggio e la risolutezza per lavorare, qui e ora, a un accordo di programma di ampio respiro, mirato principalmente alla decarbonizzazione del sito, per la quale non possono certo bastare i 150 milioni di euro individuati dal Governo. Un accordo, inoltre che sia fondato sull’introduzione di una valutazione preventiva del danno sanitario e sul rilancio delle misure economiche in favore dell’area ionica”.

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