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Amministrative | Quell’incidente che ha costretto Roberto Grandi a ritirarsi

Bologna Pd Roberto Grandi

Il centrosinistra bolognese perde un personaggio di rilievo: Roberto Grandi ha compiuto l’atteso passo indietro dopo l’attacco del pronipote di Prodi, il cui cugino, appena 18enne, lo scorso anno è stato investito proprio dal candidato ora in attesa di giudizio

Roberto Grandi, capolista per Matteo Lepore alle prossime elezioni amministrative, rinuncia a correre per il consiglio comunale. Si sana così, in poche ore, una vicenda che rischiava di creare non poche fibrillazioni all’interno del centrosinistra bolognese.

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Del resto, il j’accuse di Lorenzo Prodi, pronipote di Romano, era stato durissimo e aveva messo all’angolo l’ex direttore di Bologna Musei, che nel febbraio 2020 investì il nipote dell’ex presidente del Consiglio in un incidente stradale la cui dinamica sarà chiarita in un venturo procedimento giudiziario: «Sono convinto – le parole di Prodi – che Bologna avrebbe avuto da offrire tante altre persone con curriculum valido che non siano implicate in situazione simili: ritengo inopportuna e fuori luogo la candidatura di Roberto Grandi con un processo alle porte. E infelice la scelta di Matteo Lepore di partecipare a un memorial per la morte di un ragazzo di 18 anni e poi candidare chi è accusato di omicidio stradale nei suoi confronti».

Dopo poche ore il ritiro di Roberto Grandi: «Prendo atto di queste affermazioni. Per mantenere il clima civile e responsabile della campagna elettorale e per non distrarre il dibattito dai temi sul futuro di Bologna, nel rispetto del dolore della famiglia di Matteo Prodi e ipotizzando che anche per loro la mia eventuale presenza in consiglio comunale sia inopportuna, mi faccio da parte».

Da parte sua invece Lepore ha voluto ribadire la legittimità della scelta fatta al momento di comporre le liste: «per amore di verità voglio dire che non c’erano e non ci sono ragioni ostative alla sua candidatura sul piano giuridico dato che il processo che dovrà definire eventuali responsabilità non è neanche cominciato; né rispetto al codice etico del Pd sulle candidature, che ho sottoscritto. La nostra Costituzione esprime principi garantisti molto chiari in merito».

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