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Nuovo codice degli appalti, ecco i pareri di Camera e Senato dopo le richieste dell’Anac

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Secondo l’Autorità, si leggeva nella nota, la riforma rappresenta un fondamentale pilastro nel complesso disegno riformatore previsto dal Pnrr

A circa una settimana dal parere favorevole dell’VIII^ Commissione permanente del Senato  (Ambiente, transizione ecologica, energia, lavori pubblici, comunicazioni, innovazione tecnologica) sullo schema di decreto legislativo di riforma del Codice dei contratti, facciamo  il punto della situazione mettendo a confronto le osservazioni formulate al Governo con il testo degli articoli in cui si fa riferimento alle competenze di Anac

Lo si legge nell’ultimo numero della newsletter dell’Autorità anticorruzione .

LE RICHIESTE DELL’AUTORITA’ AL PARLAMENTO

“L’Autorità esprime (…) il convinto apprezzamento per il lavoro finora svolto da tutti gli organi istituzionali preposti, a partire dalla Commissione speciale nominata dal Consiglio di Stato, con cui Anac ha proficuamente collaborato, condividendo l’elaborazione di molte parti dell’odierno testo”, scriveva l’Anac mettendo in fila le proprie richieste. “Ma, proprio in ragione dell’importanza strategica del decreto legislativo e della complessità delle questioni in esso disciplinate, si ritiene opportuno indicare gli ulteriori margini di miglioramento che si possono conseguire attraverso alcune puntuali proposte di modifica. È evidente, infatti, che la formulazione di una legge, anche se riordinata e semplificata in un unico testo codicistico, è un elemento necessario ma non sufficiente per una riforma di successo. Occorrerà, infatti, accompagnare questo fondamentale processo di riforma, sia con riferimento ai tempi della sua implementazione, sia, soprattutto, garantendone la più efficace attuazione amministrativa”.

E quindi si ipotizzava, ad esempio, “un possibile differimento dei termini di applicazione di alcune disposizioni” e “che, con separati provvedimenti, si provveda a fornire a tutti i soggetti pubblici coinvolti nell’attuazione della riforma, le necessarie risorse”.

Il percorso tracciato dall’Anac per la semplificazione generale in linea con il Pnrr guardava, quindi, alla velocità senza trascurare legalità, trasparenza e pari opportunità.

I PARERI DI CAMERA E SENATO

“Valuti il Governo l’opportunità, con riferimento all’articolo 15, di prevedere un efficace sistema di certificazione dei RUP che consenta di ottenere gli incentivi per la corretta gestione delle procedure di affidamento, anche valutando di qualificare tali figure in quattro livelli di competenza (base, intermedio, avanzato ed esperto) a cui siano associate specifiche facoltà rispettivamente per l’affidamento diretto della gara, per procedure aperte, ristrette, negoziate senza pubblicazione di un bando, procedura competitiva con negoziazione e per il dialogo competitivo e il partenariato per l’innovazione”, ha scritto nelle osservazioni la commissione VIII del Senato. “Si valuti, altresì, di prevedere che le stazioni appaltanti e gli enti concedenti destinino risorse finanziarie per le funzioni svolte dai responsabili unici di progetto a valere sugli stanziamenti previsti per le singole procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture negli stati di previsione della spesa o nei bilanci delle stazioni appaltanti e degli enti concedenti e che tali risorse siano versate, entro 60 giorni dall’impegno di spesa, nel Fondo per gli incentivi istituito presso l’ANAC che cura l’istruttoria per l’erogazione degli incentivi a seconda dell’anzidetto il grado di certificazione dei RUP.

All’autorità viene poi assegnata una funzione di vigilanza “anche collaborativa, sugli affidamenti diretti da parte delle stazioni appaltanti nei confronti di propri organismi in house; b) il ripristino presso ANAC dell’elenco degli organismi in house”. Il riferimento è l’articolo 23 e le informazioni da trasmettere sulle stazioni appaltanti alla Banca dati nazionale dei contratti pubblici.

Scorrendo, “all’articolo 222, comma 2, dopo il primo periodo, andrebbe estesa l’attività di supporto della Autorità nazionale anticorruzione mediante la sottoscrizione di protocolli di intesa, anche al fine di individuare, per specifici settori dell’economia: i migliori criteri e metodologie per la redazione dei progetti di fattibilità di cui all’articolo 185, comma 1, primo periodo; nonché, i migliori criteri e metodologie per supportare le commissioni aggiudicatrici in ordine alle attività di verifica dell’adeguatezza e della veridicità del piano economico e finanziario di cui all’articolo 185, comma 5; le migliori metodologie atte ad individuare i migliori criteri di determinazione dell’indennizzo così come previsti dall’articolo 191, comma 3”.

Infine: “valuti il Governo l’opportunità di rivedere il regime di assegnazione ad ANAC delle sanzioni previste dall’articolo 222” e “valuti il Governo l’opportunità di prevedere espressamente la competenza in materia di contratti pubblici in ordine alle professionalità che devono caratterizzare i componenti della governance dell’Autorità nazionale anticorruzione”.

Tratto dalla newsletter n.4 dell’Anac, pubblicata qui

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