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Aperture domenicali, a che punto è l’iter del provvedimento

Parlamentari Openpolis

Riprese le audizioni in commissione Attività produttive sul provvedimento che regola l’apertura domenicale e durante le festività degli esercizi commerciali. Lega e M5S hanno trovato l’accordo su un testo base.

Prosegue in commissione Attività produttive alla Camera l’iter del provvedimento che dovrà regolamentare – e limitare rispetto alla situazione attuale – le aperture degli esercizi commerciali durante domeniche e festività. Una legge chiamata a superare le liberalizzazioni volute dal governo Monti con il decreto Salva-Italia nel 2011 e con cui si concedeva invece la massima autonomia.

COS’È SUCCESSO IN COMMISSIONE

Il relatore del provvedimento, il leghista Andrea Dara, il 31 gennaio scorso ha presentato un testo unificato che sintetizza le proposte arrivate in commissione sul tema – in particolare quelle del Carroccio e del M5S – e che tiene conto, come ha detto lo stesso Dara in un’intervista a Policy Maker, “delle audizioni fatte in quattro-cinque mesi”. A quel punto però, anziché proseguire con l’esame del testo in modo da prepararlo per l’Aula, si è deciso di ricominciare ad audire le associazioni di categoria, come richiesto a gran voce soprattutto da Forza Italia. Audizioni che sono riprese e che hanno visto, fra gli altri, la presenza dell’Anci e del Consiglio nazionale dei centri commerciali. “Prendiamoci il tempo che serve perché è un tema non di poco conto che andrà a impattare sullo stile di vita degli italiani” aveva spiegato Dara anche se a qualcuno quella sterzata aveva dato più l’impressione di un dietrofront.

COSA PREVEDE IL TESTO BASE IN ESAME IN COMMISSIONE

Il testo unificato prevede che gli esercizi commerciali rimangano aperti per 26 domeniche su 52 l’anno e che siano chiuse anche nelle 12 festività nazionali laiche e religiose: Capodanno, Epifania, Pasqua, Lunedì dell’Angelo, Anniversario della Liberazione, Festa del Lavoro, Festa della Repubblica, Ferragosto, Tutti i Santi, Immacolata Concezione, Natale, Santo Stefano. Di questi dodici giorni, quattro sono derogabili su indicazione delle Regioni. Ancora una volta saranno le Regioni a decidere come concentrare le 26 domeniche nelle zone turistiche al mare, ai laghi e in montagna.

Per quanto riguarda invece i centri storici, è possibile tenere aperto tutte le domeniche ma non durante le festività nazionali. Stessa deroga viene concessa ai negozi di vicinato che si trovano fuori dal centro storico. Possono restare sempre aperti, invece, le rivendite di generi di monopolio, i negozi nei campeggi, nei villaggi e nei complessi turistici e alberghieri, nelle stazioni ferroviarie, marittime e aeroportuali.

Previste sanzioni da 10mila a 60mila per chi viola tali disposizioni, che vengono raddoppiate in caso di recidività. Inoltre il provvedimento istituisce l’Osservatorio sulle aperture domenicali e festive per verificare gli effetti della nuova regolazione. Presieduto dal ministero dello Sviluppo economico, dura in carica tre anni e i suoi componenti – al massimo 20 – non ricevono compensi o rimborsi spese.

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