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Balneari, ultima spiaggia: la maggioranza dovrà decidere sulle concessioni

Variante Delta Turismo Settembre

Oggi in Aula Fratelli d’Italia proverà a irretire Lega e Forza Italia con la proposta di prorogare le concessioni ad ambulanti e balneari di 99 anni. Sarebbe come dire alla Bolkestein “ci rivediamo tra un secolo”

Ascoltare tutti, ma poi decide il governo. Finora la linea del presidente del Consiglio, Mario Draghi, è sempre stata questa. Con la questione delle concessioni ai balneari, da rimettere all’asta quanto prima perché così vuole Bruxelles, però, la situazione si complica parecchio. A iniziare dal fatto che riguarda due dicasteri, Sviluppo Economico di Giancarlo Giorgetti e Turismo di Massimo Garavaglia, in mano alla Lega, partito che non ha mai amato l’Europa e già si è speso contro la possibilità di “svendere le spiagge italiane all’imprenditoria estera“.

 

C’è poi un altro ministro, draghiano convinto ma pure dichiaratamente ostile alla Bolkestein (forse anche perché figlio di ambulanti): il forzista Renato Brunetta. Insomma, che la maggioranza dica sì alla direttiva comunitaria senza strappi non è scontato.

CHE COS’È LA BOLKESTEIN

La direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno, è intervenuta per fissare regole per una maggiore liberalizzazione del mercato dei servizi, ed è considerata una delle direttive più importanti del Mercato interno, quella, in particolare, dalla quale si attendono i maggiori risultati in termini di incremento del Prodotto interno lordo europeo e di occupazione.

In poche parole, le zone sottoposte a concessione e date ad ambulanti e balneari andranno realmente liberalizzate, a livello europeo, evitando il fenomeno, ben noto nel nostro Paese, di concessioni ‘a vita’ e spesso perfino ereditarie. Ma ovviamente tutto ciò non piace agli addetti del settore.

CHE SUCCEDE OGGI ALLA CAMERA?

Quest’oggi a Montecitorio alla Camera c’è la discussione generale e FdI proverà a far breccia nella tenuta della maggioranza con la proposta di prorogare tutte le concessioni balneari di altri 99 anni, esattamente come s’è sempre fatto. Una dichiarazione di “guerra” all’Europa, che invece ci chiede di partecipare al gioco della concorrenza comunitario e aprire il nostro mercato agli imprenditori degli altri Paesi membri. Se passasse, sarebbe come dire che applicheremo la direttiva comunitaria soltanto il prossimo secolo. Sul punto, l’Italia rischia la procedura di infrazione: non sarebbe la prima, ma aprirne una proprio mentre prendiamo i soldi del Next Generation Eu sarebbe uno sgarbo istituzionale non di poco conto. E Draghi non lo potrebbe mai permettere, non con lui a Palazzo Chigi.

IN ITALIA OLTRE 12MILA CONCESSIONI BALNEARI

Del resto Draghi aveva già fatto il favore alla categoria stralciando la questione dal  dl Concorrenza di novembre, quando il suo governo ha voluto rinviare tutto ai risultati di un censimento che dica quanti km di costa sono stati affidati ai privati, a chi e dietro quale remunerazione per lo Stato.

Abbiamo provato a capirlo pure noi. Stando agli ultimi dati disponibili del Sistema informativo demanio marittimo (S.I.D.), le concessioni balneari sono 12.166  (erano 10.812 in quello precedente del 2018) con un aumento del 12,5% in 3 anni. Cresciuto nell’ultimo triennio il numero di stabilimenti al sud ed in particolare in Sicilia, con un aumento di quasi 200 unità.

Complessivamente, viene fatto notare da Legambiente, si può stimare che meno di metà delle spiagge del Paese sia liberamente accessibile e fruibile per fare un bagno. “In alcune Regioni – è la denuncia degli ambientalisti – troviamo dei veri e propri record, come in Liguria, Emilia-Romagna e Campania, dove quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari.

LEGAMBIENTE: “CANONI VERGOGNOSAMENTE BASSI”

Secondo il report “Spiagge 2021“, il record per concessioni balneari va al Comue di Gatteo, in Provincia di Forlì e Cesena, dove tutte le spiagge sono in concessione. Anche nelle toscane Pietrasanta (LU), Camaiore (LU) e Montignoso (MS) o nelle liguri Laigueglia (SV) e Diano Marina (IM) siamo sopra il 90% e “rimangono liberi solo pochi metri spesso agli scoli di torrenti in aree spesso degradate”. Per non parlare – denuncia sempre Legambiente -dei canoni che si pagano per le concessioni balneari, ovunque bassi, e che in alcune località di turismo di lusso come la Costa Smeralda o la Versilia, risultano vergognosi a fronte di guadagni milionari”.

LA SENTENZA DEL CONSIGLIO DI STATO

Lo scorso novembre è arrivata invece la decisione presa dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato con cui sono state prorogate le concessioni balneari solo fino al dicembre 2023 «al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere».  «Dal giorno successivo – precisano i giudici amministrativi – non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza».

CONFLITTI DI INTERESSI PARLAMENTARI – BALNEARI?

Chi dice sì alla Bolkestein accusa i detrattori di essere monopolisti di Stato. Dalla parte opposta viene rinfacciata la sudditanza all’Europa, anche a costo di danneggiare la nostra imprenditoria. Chi lavori realmente per il bene del Paese, però, è impossibile saperlo. Fa notare maliziosamente Repubblica: “Riccardo Zucconi di Fdi, ad esempio, è il promotore della proposta della super proroga, anche a costo di far multare l’Italia. Viareggino, è gestore di un bar e ristorante in uno dei migliori edifici liberty della città del Carnevale, il Gran Caffè Margherita. Casualità?”

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