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Editoria: Rutelli all’AdnKronos, Barbano al Messaggero. Tutti i movimenti

barbano al messaggero

Dopo due mesi al Riformista, Alessandro Barbano andrà a dirigere Il Messaggero. In casa GEDI il direttore di Repubblica Maurizio Molinari è sotto attacco del cdr dopo la manomissione di un articolo di Affari&Finanza. Non tira una buona aria nel mondo dell’informazione italiana

Non scopriamo certo oggi che il mondo dei giornali e delle agenzie di stampa, in Italia, è piuttosto fragile e instabile. Se ne trova riscontro soprattutto in queste settimane. Dalla nomina, a sorpresa, di Alessandro Barbano – attuale direttore del Riformista dopo un anno di Matteo Renzi e Andrea Ruggeri – a nuovo responsabile del Messaggero a partire a maggio, passando per il caos che sta coinvolgendo Repubblica e il suo direttore Maurizio Molinari, sono numerosi i casi da riepilogare.

ALESSANDRO BARBANO AL MESSAGGERO

La nota dal gruppo del quotidiano romano è arrivata ieri. “Il Gruppo Caltagirone Editore comunica che «a partire dal 1° maggio 2024 il Dott. Alessandro Barbano sostituirà nella direzione del quotidiano Il Messaggero il Dott. Massimo Martinelli che prossimamente andrà in pensione.

Alessandro Barbano, nato a Lecce nel 1961, ha occupato vari ruoli all’interno dei quotidiani del Gruppo ricoprendo anche l’incarico di direttore de “Il Mattino” di Napoli dal 2012 al 2018 e di vice direttore de Il Messaggero e del Nuovo Quotidiano di Puglia. Più di recente è stato condirettore del Corriere dello Sport e direttore de Il Riformista. Laureato in giurisprudenza all’Università di Bologna, Barbano ha insegnato giornalismo all’Università La Sapienza di Roma, all’Università del Molise, alla Link University e all’Università Suor Orsola Benincasa. È anche autore di saggi dedicati a temi di carattere politico e sociale”.

REPUBBLICA IN SUBBUGLIO

Passando a un altro grande quotidiano nazionale, in casa Repubblica sono giorni tesi per la manomissione ad opera del direttore Maurizio Molinari di un articolo di Giovanni Pons sull’inserto economico Affari&Finanza di questo lunedì 8 aprile. Motivo, la difesa da parte del direttore di interessi di Stellantis, gruppo controllato da Exor di John Elkann, editore proprio di Repubblica e del gruppo GEDI. Il pezzo di Pons è stato fatto fuori in favore di uno sullo stesso tema (affari economici Italia-Francia) ma a cura del vicedirettore di Walter Galbiati.

Molinari, dunque, è stato sfiduciato dal comitato di redazione: “L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica, denuncia la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile. Il direttore ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione. In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro. Considera altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione. È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti; condanna lo spreco di tempo e di risorse per la ristampa di una parte di Affari&Finanza, in un momento in cui la redazione con l’ennesimo piano di  prepensionamenti viene chiamata a nuovi sacrifici; segnala come l’accaduto esponga Repubblica in modo negativo di fronte ai suoi interlocutori esterni, non ultimo il fatto che per alcune ore sono circolare in rete le due aperture di Affari&Finanza, prima e dopo l’intervento della direzione; quanto avvenuto è l’ultimo episodio di una serie di errori clamorosi originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica”.

Un episodio, quest’ultimo, che però fa seguito a tanti altri succedutisi almeno da un anno a questa parte.

IL CAOS NELLE AGENZIE DI STAMPA AGI E DIRE

Ma veniamo alle agenzie di stampa. Il caos di questi mesi sta riguardando soprattutto Agi e Dire. Con la prima alle prese con la complicata trattativa di vendita da parte di Eni a Antonio Angelucci, già patron del trittico dei giornali di destra Libero, Il Tempo e Il Giornale. Mentre l’affaire con il cane a sei zampe deve ancora concludersi, Il Fatto ha ipotizzato (oltre alla chiusura dell’affare tra pochi giorni) già una nuova rivoluzione con Gianluigi Paragone (ex conduttore de La Gabbia su La 7, fondatore di ItalExit e firma attuale di Libero e Tempo) che diventerebbe nuovo direttore responsabile di Libero (e Daniele Capezzone ancora alla guida editoriale) e Mario Sechi che tornerebbe a via Ostiense.

All’agenzia Dire, dove è arrivato il nuovo direttore editoriale Davide Vecchi, gli scioperi si sono susseguiti da inizio anno per la questione stipendi. Domani è prevista una nuova giornata di astensione dal lavoro, segno che la situazione è ancora piuttosto instabile.

GIORGIO RUTELLI PASSA ALL’ADNKRONOS

Notizia di oggi, invece, è quella che riguarda anche l’Adnkronos. Dove arriva Giorgio Rutelli come vicedirettore. Come si legge dalla nota, “per l’agenzia si occuperà dello sviluppo di nuovi progetti editoriali orientati soprattutto verso l’informazione internazionale ed europea, l’innovazione tecnologica e le produzioni audio-video, in sinergia con le altre società e realtà dell’azienda. L’ingresso di Rutelli si inserisce in una strategia di sviluppo avviata con l’arrivo, due anni fa, dell’altro vicedirettore ad personam Fabio Insenga, e avrà anche l’obiettivo di ampliare la presenza dell’Adnkronos nei settori della politica energetica e industriale del Paese. Nato nel 1982, studia a Roma, Bruxelles e Boston, e si laurea in giurisprudenza a Firenze. Dopo l’università, lavora all’Antitrust e in uno studio legale americano, prima di iniziare a collaborare con Dagospia, di cui diventa vicedirettore. Giornalista professionista dal 2012, a gennaio 2021 assume la direzione del quotidiano online Formiche.net, per il quale cura anche l’organizzazione di eventi e conferenze – in italiano e inglese – su geopolitica, economia ed energia, e il video-podcast Technopolicy”.

ALTRE VICENDE NEL MONDO DELL’EDITORIA ITALIANA

Ma le ultime settimane hanno fatto registrare anche altri casi di instabilità in alcune realtà editoriali, nazionali, online, social. Sempre in casa GEDI, infatti, la proprietà Elkann ha ceduto alla famiglia Aponte Il Secolo XIX. Alla testata Hollywood Reporter Roma, invece, dopo l’addio di Concita De Gregorio è scoppiato il caos stipendi che ancora preoccupa la redazione. Infine, nell’etere social, Ultim’ora Politics ha sospeso la sua pagina X dopo l’intemerata mossa da Italia Viva per le fake news pubblicate riguardo la vicenda delle candidature nell’ambito dell’alleanza per le elezioni europee con +Europa.

LA CRISI DEI GIORNALI (DAL MESSAGGERO DI BARBANO A REPUBBLICA) E’ SENZA RIMEDIO

Infine, vale la pena di andare a vedere gli ultimi dati sulle vendite dei quotidiani nazionali. Continuamente in perdita. Ecco di seguito la classifica resa nota da Prima Comunicazione:

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