skip to Main Content

Il buon anno (e l’augurio di buon governo) del Corriere della Sera

Galli Della Loggia

Secondo Galli della Loggia, quella “stanca Italia sessista e popolata di vecchi” non deve sprecare l’occasione Meloni. I graffi di Damato

Un’altra scommessa che vorrei perdere nell’anno appena cominciato è quella sugli improperi, o simili, che potrebbe procurarsi lo storico Ernesto Galli della Loggia per quella specie di messaggio di Capodanno che il Corriere della Sera gli ha affidato con un editoriale che raccomanda già nel titolo di “non sprecare” la promettente “novità” costituita dal governo di Giorgia Meloni.

Più che ascoltare e confortare gli sconfitti e i delusi dai risultati elettorali del 25 settembre scorso, Galli della Loggia ha voluto incoraggiare quella “stanca Italia sessista e popolata di vecchi, abituata da decenni ai soliti noti” che “a vedere seduta là, al centro del banco del governo, quella figura minuta dai capelli biondi, è stata percorsa da un brivido d’emozione nel vedersi governata da una giovane donna, per giunta madre di una bella bambina, moderna e spigliata quanto basta per avere un compagno anziché un marito, non troppo intimidita dall’inamidata supponenza di tutti i poteri antichi peraltro prontissimi a salire come al solito sul carro del vincitore”.

Fatta con queste parole la sua sostanziale scommessa, che è un pò anche quella sottintesa alla rapidità con la quale il presidente della Repubblica decise in ottobre di risolvere il problema della formazione del primo governo della nuova legislatura, Galli della Loggia ha riconosciuto alla Meloni il merito di avere “già dimostrato di capire e saper fare” la prima cosa richiestale dalla realtà combinata della sua vittoria elettorale e delle condizioni dell’Italia : “sentirsi non più il capo di una parte ma di tutto un Paese”, ed assumere “un senso della realtà che in precedenza poteva pure non apparire così importante”.

“Sono convinto -ha continuato e al tempo stesso insistito l’editorialista del Corriere- che il presidio e la credibilità del presidente del Consiglio”, al maschile che la Meloni curiosamente preferisce, anche a costo di sminuire la svolta di genere che rappresenta il suo arrivo a Palazzo Chigi- “ne guadagnerebbero moltissimo, e la sua popolarità pure, se  anziché restare ostaggio del proprio passato ella avrà il coraggio di dirlo alto e forte, di rivendicare il diritto a cambiare e di spiegarlo al Paese. Sarebbe tra l’altro una sorprendente e utilissima lezione di politica impartita alla demagogia dell’antipolitica”.

Forza, dunque, alla Meloni perché continui sulla sua strada e “resista con tutte le sue forze” a chi la volesse “prendere in ostaggio” all’interno evidentemente della sua maggioranza, dove certamente non mancano tentazioni di questo genere. “Non sprechi l’occasione -ha concluso il professore come a parlarle direttamente- che i suoi meriti e la sua buona stella le hanno propiziato sacrificando quell’occasione sull’altare di diecimila “balneari”. Non rinunci a quanto il suo temperamento e il suo intuito le consigliano pur di guidare un governo” che cedendo “alla fine sarebbe uguale a quelli di sempre”.  D’accordissimo. Per gli insulti, come per la pioggia, c’è l’ombrello.

TUTTI I GRAFFI DI DAMATO

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top