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Calenda la sfida con Renzi per la conquista del centro

Calenda

Calenda lancia il suo progetto politico per occupare il centro dello schieramento politico italiano. Un partito liberale che apre le porte ai delusi di Italia Viva

Se l’ex Premier Matteo Renzi, in vista delle elezioni europee del prossimo anno, ha lanciato la sua sfida per occupare lo spazio politico del centro, l’ex alleato Carlo Calenda non è rimasto a guardare. “Sì a un nuovo Partito della Repubblica fondato sui valori della prima parte della Carta – ha detto l’ex ministro dello sviluppo economico al Corriere della sera -. A ottobre Azione lancerà una costituente: porte aperte a liberali, popolari e riformisti. Valori che, come ha ricordato Mattarella, sono frutto di compromessi tra culture politiche molto diverse. Inviteremo anche le persone di Italia viva che si sono spese con passione per il Terzo Polo. A partire da Elena Bonetti con cui abbiamo lavorato benissimo”.

IL CENTRO POLITICO ITALIANO È SENZA LEADER

A stimolare l’attivismo dei politici centristi ci sono diversi fattori. Primo fra tutti la scomparsa del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi. Il cavaliere poteva contare su circa un 8% di consensi personali che venivano dirottati verso il suo partito. La morte del leader azzurro rende molto incerto il futuro del suo partito e orfano un elettorato di centro in cerca di una nuova offerta politica. Dall’altro lato dello schieramento la vittoria alle primarie del Pd di Elly Schlein ha spostato a sinistra l’equilibrio del Partito democratico più a sinistra, lasciando sguarnito lo spazio del centro sinistra. Peraltro le anime cattoliche e liberali del Pd accusano da mesi mal di pancia causati dall’indigestione dell’approccio più progressista della segretaria.

CALENDA: “GRANDE DELUSIONE NEI CONFRONTI DI ITALIA VIVA”

L’orizzonte sono le prossime elezioni europee, così il leader di Azione Carlo Calenda, con qualche giorno di ritardo rispetto al suo vecchio alleato, ha anticipato al Corriere della sera il suo progetto. “No ai ‘centrini’ che si alleano con il M5S se vince il M5S e con la destra se vince la destra, pur di occupare uno strapuntino” ha detto lanciando una frecciatina a Matteo Renzi che il prossimo 9 settembre dovrebbe “divorziare” ufficialmente da Azione. “C’è grande delusione per il comportamento di Italia viva. Renzi ha preso in giro gli elettori promettendo che avrebbe fatto un passo indietro e favorito la nascita di un grande partito liberal-democratico – ha spiegato Calenda -. E invece una volta rientrato in parlamento ha fatto saltare tutto per tenersi le mani libere e provare a entrare nel governo. Ma la responsabilità è mia che mi sono fidato, ora si volta pagina”.

IL PROGETTO DEL PARTITO DELLA NAZIONE

I progetti politici innovativi non sono nuovi all’on. Calenda che solo all’inizio dell’anno aveva annunciato la fondazione di un “partito della nazione” con un posizionamento politico né di destra né di sinistra. L’idea del “Partito della nazione”, in realtà, non era una novità. A parlarne, una decina di anni fa, era stato proprio Matteo Renzi dopo il 40 per cento del Pd alle Europee del 2014. Nelle speranze di Calenda tale progetto avrebbe dovuto “far proprio lo spirito repubblicano del governo Draghi”, attingendo “dalla classe dirigente capace di gestire e amministrare a prescindere dalla storia politica delle singole personalità”. Buoni propositi naufragati con il divorzio, a più step e anticipato da numerose crisi coniugali, da Matteo Renzi.

CALENDA: GLI INIZI CON MONTEZEMOLO E IL RUOLO DI MINISTRO CON RENZI

Come detto la carriera da “imprenditore politico” di Carlo Calenda è lunga. L’ex ministro, con un passato da manager di grandi aziende, viene iniziato alla politica da Luca Cordero di Montezemolo che gli affidò l’organizzazione territoriale di Italia Futura, il suo movimento politico. All’epoca del “governi dei saggi” Italia Futura poi confluì in Scelta Civica, il partito con cui Mario Monti partecipò alle elezioni politiche del 2013 raccogliendo il 9,13% dei consensi e Calenda risultò uno dei primi non eletti. Tuttavia, Scelta Civica partecipò al governo delle “larghe intese” presieduto da Enrico Letta e Calenda fu scelto come viceministro dello Sviluppo economico con delega al commercio estero. Assume il ruolo di titolare del Ministero dello Sviluppo economico nel 2016, durante il governo di Matteo Renzi, che conserva anche nel successivo governo presieduto da Paolo Gentiloni.

CALENDA E IL PD: UNA STORIA BREVE E BURRASCOSA

Nel 2019 Calenda si avvicina al Pd, ne prende la tessera e alle elezioni europee del 2019 presenta un nuovo soggetto, un manifesto politico chiamato Siamo Europei, con l’obiettivo di creare una lista europeista unitaria del centrosinistra che rispondesse alle istanze nazionaliste, antieuropeiste e disgregatrici che albergavano negli ambienti di destra e in quelli vicini ai pentastellati. Lo strappo con il Pd si consuma nel 2019, all’epoca della formazione del secondo governo Conte grazie all’alleanza tra Pd e M5S. Pochi mesi dopo, a novembre, Calenda fonda Azione, un partito che, nelle intenzioni del fondatore, si ispirava al liberalismo sociale e al popolarismo di don Luigi Sturzo.

DA DRAGHI A RENZI, PASSANDO PER +EUROPA

Fiero sostenitore del governo Draghi, nel gennaio 2022 Calenda ha promosso la federazione di Azione con +Europa al fine di lavorare insieme per la campagna elettorale per i referendum sulla giustizia. La caduta del governo Draghi ha spinto Calenda ad avvicinarsi al vecchio Matteo Renzi e creare un soggetto unico, quel Terzo polo che ora è stato accompagnato in soffitta.

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