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Recovery Fund, coi soldi dell’Europa il governo finanzia il cashback di Stato
Tra le pieghe della bozza di investimento dei fondi del Next Generation Eu l’esecutivo di Giuseppe Conte ha nascosto circa 5 miliardi per coprire il cashback: ma non è certo una spesa fatta per riformare il Paese a favore delle nuove generazioni
Il cashback di Natale è andato fin troppo bene: ha spinto gli acquisti e almeno 5,7 milioni di consumatori sono tornati nei negozi nonostante tutte le difficoltà delle restrizioni anti-contagio. Ed è un’ottima notizia per la nostra economia. Il problema, ora, è che i soldi stanziati per la misura potrebbero non bastare a coprire le spese fatte con rinnovato entusiasmo dagli italiani. Secondo i calcoli di Sky TG24, che ha seguito molto da vicino l’intera vicenda, “a poche ore dal termine del Cashback di Natale la cifra complessiva da rimborsare tra chi aveva già raggiunto le 10 transazioni con carte o app (numero minimo per avere il rimborso) era di circa 157 milioni di euro di cashback. Mentre quella di chi era ancora sotto la soglia dei 10 pagamenti aveva totalizzato poco più di 40 milioni. Così in totale a fine anno i rimborsi potrebbero superare i 200 milioni di euro”.
MINI CASHBACK?
Se la coperta dovesse essere troppo corta per coprire tutti i consumatori, il governo (che pure continua a promettere che i soldi ci saranno) dovrà inevitabilmente ridimensionare il cashback procapite: non più il 10% (fino a un massimo di 150 euro per acquisti dall’importo complessivo pari o superiore a 1.500 euro) ma proporzionalmente meno. Lo stabilisce la medesima norma con cui è stata istituita la misura. All’articolo 11 del decreto 24 novembre scorso sull’Extra Cashback di Natale infatti si legge: “Qualora le predette risorse finanziarie non consentano per i suddetti periodi il pagamento integrale dei rimborsi spettanti, gli stessi sono proporzionalmente ridotti”.
FONDI EUROPEI DISTRATTI PER IL RIMBORSO?
Ma il governo, si diceva, ostenta sicurezza: le risorse verranno trovate. Come mai tanta sicumera proprio in un periodo simile? La risposta si trova annidata nelle 153 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza, il programma di investimenti che l’Italia deve presentare alla Commissione europea nell’ambito del Next Generation EU, lo strumento per rispondere ala crisi pandemica provocata dal Covid-19. Si tratta solo di una bozza perché, nonostante il termine ultimo per consegnarlo a Bruxelles fosse il 15 ottobre scorso, il governo di Giuseppe Conte non lo ha ancora ultimato e con ogni probabilità non vedremo il documento definitivo prima di febbraio. Ecco, alla voce “Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della Pa” si legge che il governo italiano promette all’Europa di investire 10 miliardi. Di questi, però, circa la metà (4,75 miliardi) sono per il Cashback.
LA DIGITALIZZAZIONE ITALIANA È IL CASHBACK?
Inutile dire che il Cashback non possa passare né come una misura volta alla digitalizzazione della pubblica amministrazione, né come uno strumento per la sua cyber sicurezza. Se dal governo credono di usare la scusa che, grazie alla promessa del rimborso, circola finalmente la mai decollata app IO (balzata effettivamente dal milione di download di inizio dicembre ai circa 10 attuali), è una difesa puerile: sono tante le applicazioni bancarie che permettono infatti ai correntisti di partecipare al programma di Stato senza scaricare l’app della PA e senza passare per SPID e CIE (la carta d’identità elettronica). Si parla da tempo immemore della necessità di digitalizzare la pubblica amministrazione e svecchiare la farraginosa struttura burocratica che è peraltro causa della fuga degli investimenti esteri: investire metà della posta europea (soldi in prestito, peraltro, che dovremo quindi rimborsare), nell’Extra Cashback di Natale e nel Cashback di gennaio – giugno non sembra una mossa lungimirante, ma odora più di mancetta elettorale. Senza contare che il piano di aiuti post pandemici si chiama Next Generation Eu perché l’Europa vuole che quei soldi siano usati per finanziare riforme strutturali a favore delle prossime generazioni. In che modo il Cashback assolverebbe a tale compito?