Oggi la notizia del rinvio a giudizio della ministra del Turismo Daniela Santanchè. Facciamo qualche passo indietro e proviamo a ricostruire le “puntate precedenti” della vicenda che riguarda il gruppo Visibilia
Il prossimo 20 marzo la ministra del Turismo e senatrice di Fratelli d’Italia Daniela Santanché dovrà comparire di fronte alla seconda sezione penale del Tribunale di Milano per rispondere all’accusa di concorso in falso in bilancio in merito ai conti della spa Visibilia Editore.
A stabilirlo è stata la gup di Milano Anna Magelli, che ha accolto le tesi della procura.
INCHIESTA VISIBILIA: LE ACCUSE DI FALSO IN BILANCIO PER DANIELA SANTANCHÈ
Secondo gli inquirenti Santanché e dei coimputati avrebbero operato consapevolmente in modo da «conseguire per sé o per altri un ingiusto profitto», ossia la «prosecuzione dell’attività di impresa nascondendo al pubblico le perdite, evitando sia la necessaria costosa ricapitalizzazione, sia la gestione meramente ’conservativa’».
Con Santanché, vanno a processo anche altre 15 persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero, l’ex compagno della ministra Canio Giovanni Mazzaro e una società, Visibilia srl attualmente in liquidazione. Ratificato l’accordo tra la procura e la difesa di Federico Celoria, consigliere del cda di Visibilia Editore tra il 2014 e il 2017, che aveva optato per il patteggiamento, mentre sono state accordate le sanzioni amministrative per Visibilia Editore ed Editrice.
Commentando a caldo la decisione del gup, il legale di Daniela Santanché Nicolò Pelanda si dice deluso dall’esito dell’udienza. “È una decisione che ci aspettavamo ma che ci lascia l’amaro in bocca. Dimostreremo l’estraneità dalle accuse in dibattimento”, ha chiosato.
Una decisione che rischia di riaccendere le polemiche in merito alle possibili dimissioni della ministra, richieste a gran voce dalle opposizioni, in attesa della reazione del governo.
LE INDAGINI SUL CASO VISIBILIA
Le indagini sono iniziate su impulso di alcuni soci di minoranza, tra cui l’imprenditore Giuseppe Zeno poi costituitosi parte civile, che hanno denunciato irregolarità nei bilanci presentati tra il 2016 e il 2022. In sede civile la vicenda è sfociata nel commissariamento di Visibilia Editore spa, gruppo fondato Santanché del quale ha lasciato gli incarichi nel 2022 e, più recentemente, ceduto le quote.
Sul fronte dell’accusa per truffa aggravata ai danni dell’Inps, invece, si attendono ancora notizie dalla Cassazione, che dovrà pronunciarsi il prossimo 29 gennaio sulla competenza tra Milano o Roma. Secondo le accuse, la società avrebbe chiesto e ottenuto indebitamente la cassa integrazione in deroga durante il periodo del Covid. Una vicenda cui la trasmissione Report dedicò un ampio servizio, nel quale compariva anche l’ex manager Federica Bottiglione, tra gli accusatori della ministra. Alla trasmissione di Rai 3, l’allora responsabile degli affari societari di Visibilia raccontò di aver ricevuto, durante il periodo dell’emergenza Covid, un compenso a titolo di rimborso spese, quando in quel periodo si sarebbe dovuta trovare in cassa integrazione a zero ore.
KI GROUP E BIOERA LIQUIDATE
Proseguono invece le indagini sul fallimento di Ki Group e di Bioera, entrambe liquidate in via giudiziale e appartenenti alla galassia di società del bio food riferibili alla ministra, nel quadro di un patto parasociale con l’ex compagno Canio Mazzaro. Anche in questo caso sono al vaglio profili penali di bancarotta e falso in bilancio.
Come hanno ricostruito i giudici del tribunale fallimentare di Milano nella sentenza pronunciata pochi giorni fa, per salvarsi dall’insolvenza Ki Group sperava su un contributo di almeno 1,5 milioni di euro provenienti dalla società capogruppo Bioera. La quale, nel frattempo, ha richiesto e avviato la procedura di composizione negoziata, condizione per la quale i giudici non ritengono l’azienda capace di provvedere al risanamento di altre società.