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Centrodestra europeo: i dubbi di Tajani su Afd e Le Pen gelano Salvini
Tajani chiude la porta del centrodestra europeo all’AFD e al Rassemblement National di Le Pen. Salvini avverte: “Se ci si divide vince la sinistra”, Meloni possibilista
Si complica il cammino verso un centrodestra europeo. L’idea, innovativa in ambito europeo, ha fatto il suo ingresso nel dibattito pubblico dopo l’ultima intervista rilasciata dal Presidente Berlusconi a Il Giornale poco prima di morire. “Una maggioranza di centrodestra in Europa sarebbe una svolta importante e darebbe nuovo impulso al funzionamento delle istituzioni europee, superando ogni residua forma di scetticismo verso la casa comunitaria”, aveva detto l’ex leader del centrodestra italiano. Da allora ha raccolto intorno a sé molti estimatori ma, allo stesso tempo, in tanti, soprattutto dal centro della maggioranza, hanno posto il veto al coinvolgimento delle forze più a destra dell’emiciclo europeo.
TAJANI: TRA LE PEN E MACRON SCELGO MACRON
Arriva dalla Versilia l’ultimo “no” del ministro degli esteri Antonio Tajani a un centrodestra europeo che includa anche Afd e il Rassemblement National di Marine Le Pen. “Non è questione di veti ma di realtà. Noi, in quanto partito del Ppe, non potremmo mai accettare un’intesa con partiti antieuropeisti come quello di Le Pen o l’Afd – ha ribadito il ministro Tajani nel colloquio con il Corriere della Sera –. Noi siamo popolari, siamo diversi da Lega e Fdi anche se uniti e leali, e non abbiamo nulla a che fare con posizioni antieuropee ed estreme come quelle di Le Pen e l’AfD. Macron o Le Pen? Meglio il primo per la visione sull’Europa, non c’è dubbio”. Il ministro Tajani, che ha una lunga esperienza in ambito europeo, è stato prima Commissario europeo ai Trasporti e all’Industria, e poi presidente del Parlamento europeo ha senz’altro molto chiaro il quadro delle sensibilità europee. “Bisogna conoscere bene la politica europea per parlarne: il Ppe non accetterebbe mai un accordo di questo tipo, in Europa non valgono le logiche italiane – ha spiegato -. Non siamo io, Meloni e Salvini a decidere, ogni gruppo ha una sua identità e autonomia. È irrealistico parlare di un’alleanza di questo tipo”.
ANTONIO TAJANI CHIUDE LA PORTA A LE PEN E AFD
Secondo il ministro degli Esteri è difficile immaginare una “maggioranza che non sia composta da popolari, conservatori, liberali e magari socialisti in posizione defilata”. Tale maggioranza escluderebbe il gruppo di cui fa parte la Lega di Matteo Salvini.
MATTEO SALVINI “TIFA” PER AFD E LE PEN
A “tifare” per l’ingresso nel centrodestra europeo dei due partiti con venature euroscettiche è, invece, l’altro vicepremier, Matteo Salvini. “Chi non vuole un accordo con Le Pen, preferisce governare con i socialisti, preferisce Macron”, ha detto il ministro dei trasporti. La Lega è intervenuta anche sull’elezione della socialista Francina Armengol, ex governatrice delle Isole Baleari, a nuova presidente del Congresso dei deputati spagnolo. Un risultato raggiunto con la maggioranza assoluta di 178 voti a favore su 350 totali, grazie al sostegno dei sette deputati di Junts per Catalunya e di Esquerra Republicana. Un passo importante che facilita la formazione del nuovo esecutivo di Pedro Sanchez. “Ecco cosa succede in Europa quando nel centrodestra si mettono veti e ci si divide – ha commentato la Lega in una nota -: vince la sinistra nonostante abbia meno voti”. Una frecciatina di Matteo Salvini di replicare ad Antonio Tajani che poneva veti sulle alleanze in vista delle Europee.
GIORGIA MELONI APRE (TIMIDAMENTE)
La stoccata arriva forte e chiaro agli alleati di governo che hanno, invece, una posizione diversa rispetto all’inclusione dell’Afd e del Rassemblement National nell’alveo del centrodestra europeo. È apparsa possibilista la premier Meloni. “Io non metto veti su nessuno, ma è presto per decidere, manca molto tempo alle Europee”, ha detto la leader di Fratelli d’Italia. La premier, presidente dei Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), preferisce prendere tempo. Del resto, manca circa una anno alle elezioni europee per le quali, è utile ricordare, le alleanze arriveranno dopo che si conosceranno i pesi elettorali. “Io voglio far crescere i Conservatori e vedo che in Europa il realismo di chi porta avanti le nostre posizioni si sta affermando – ha dichiarato la Premier Meloni -. Vogliamo costruire una maggioranza che sul piano dei valori sia omogenea. Non ho ragione di mettere veti su nessuno, non ho quest’autorevolezza”.
LA FRATTURA NELLA MAGGIORANZA SUGLI EXTRAPROFITTI
La querelle sulle alleanze alle prossime europee arriva dopo la contestata norma sugli extraprofitti delle banche. Una decisione, come scritto anche da Policymakermag, presa e annunciata senza consultare e condividerla con tutte le componenti della maggioranza. “Non ne sapevamo nulla, certe cose vanno concordate – ha ammesso il ministro Tajani -. E il provvedimento va modificato. FI è garante di una visione europea anche per il governo, troppo Stato in economia non è un bene”. Ma il neoleader di Forza Italia non risparmia frecciatine nemmeno all’alleato leghista. “Io – ricorda Tajani – quando divenni presidente del Parlamento europeo sconfissi i socialisti, e non venni votato da Salvini”.