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Che cosa fa Renzi?

Renzi Berlusconi

Renzi prenota la crisi di governo e propone la riforma costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio. I Graffi di Damato

A fermare o solo “frenare” davvero Matteo Renzi sulla strada della crisi, com’è invece apparso a Massimo Franco nell’editoriale del Corriere della Sera dopo l’atteso appuntamento del senatore di Scandicci con Bruno Vespa a Porta a Porta, non sono bastate né “l’emergenza” economica improvvisamente annunciata o scoperta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, né la conseguente “cura da cavallo” cui il governo dovrebbe ricorrere, né la difesa che del suo ormai avversario ha fatto lo stesso Conte dal tentativo di una giornalista di liquidarlo come “quello”. Renzi — l’ha interrotta Conte — “non è quello là, ma il leader di Italia Viva e una parte della maggioranza”, per quanto Goffredo Bettini sia appena tornato a incitare i compagni del Pd, in una intervista al Corriere della Sera, a liberarsene per sostituirlo con i cosiddetti “responsabili” dell’opposizione disposti a salvare la legislatura nuovamente minacciata da elezioni più o meno anticipate.

L’OPERAZIONE DELINEATA DA BETTINI

Lo stesso Bettini tuttavia ha dovuto dichiarare, forse anche per le divisioni interne al suo partito, di non essere “affatto certo che siano mature le condizioni” per  la sua operazione. Della quale peraltro diffidano in molti anche fra i grillini, per quanta paura essi abbiano tutti insieme di affrontare un turno elettorale anticipato, destinato a falcidiarne la rappresentanza in un Parlamento già ridotto molto di suo per i 245 seggi tagliati, fra Camera e Senato, dalla riforma targata 5 Stelle.

RENZI ALL’ATTACCO ANCHE DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Renzi a Porta a Porta ha colto proprio l’occasione dell’emergenza economica e della cura da cavallo offertagli poche ore prima da Conte per rimettere nel pacchetto delle sue proposte l’abolizione o profonda revisione del cosiddetto reddito di cittadinanza così fortemente sostenuto dai grillini, e alla fine riconosciuto anche dal Pd, una volta contrario, come uno strumento utile a combattere la povertà per nulla sconfitta, come annunciò invece nell’autunno del 2018 l’allora vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio affacciandosi dal balcone di Palazzo Chigi.

A difesa, fra gli altri, dei “1.028 innocenti arrestati ogni anno” e risarciti a spese del pubblico, non dei magistrati che li mandano ingiustamente in galera, Renzi è tornato a porre con forza i temi della giustizia e della prescrizione abolita con l’esaurimento del primo grado di giudizio dal guardasigilli grillino Alfonso Bonafede. Di cui si è riservato di promuovere la sfiducia individuale al Senato, vista la sua ostinazione a non sospendere la decantata nuova disciplina della prescrizione prima di una vera e sicura riforma del processo penale per garantirne “la ragionevole durata” imposta dalla Costituzione.

Anche in previsione di una crisi che potrebbe derivarne, essendo nel frattempo Bonafede diventato pure capo della delegazione pentastellata al governo, Renzi ha proposto a tutti, ma proprio a tutti, comprese le attuali opposizioni, un governo che si proponga un’altra riforma costituzionale per l’elezione diretta del presidente del Consiglio con le modalità dei sindaci, essendo l’inquilino di Palazzo Chigi  “il sindaco d’Italia”. Roba “di destra”, ha subito commentato il segretario del Pd Zingaretti dopo avere liquidato allegramente come “chiacchiericcio” quello di Renzi, degno da “ambulanza”, secondo la rappresentazione del Fatto Quotidiano, analoga ancora una volta a quella del giornale di destra La Verità col titolo su tutta la prima pagina “La bomba a salve del Bomba”.

 

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