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Chi è Antonio Laudati, il magistrato sotto accusa nell’inchiesta di Perugia

Laudati Perugia

I due indagati chiave dell’inchiesta di Perugia sono il finanziere Pasquale Striano e il magistrato Antonio Laudati

Sta scuotendo la politica e non solo l’inchiesta di Perugia sul monitoraggio abusivo degli archivi informatici. Sono decine i nomi di personaggi noti, dalla politica all’economia allo sport, finiti nelle ricerche in banche dati compiute dall’ufficiale di polizia giudiziaria Pasquale Striano (guardia di finanza), indagato dalla Procura di Perugia per accesso abusivo a sistema informatico. Tra le 14 persone indagate c’è anche ìl sostituto procuratore antimafia Antonio Laudati, il quale guidava la struttura che riceveva le cosiddette ‘Sos’ (segnalazioni operazioni sospette).

I due indagati chiave avevano prestato servizio presso la Direzione nazionale antimafia, guidata oggi dal procuratore Giovanni Melillo il quale – insieme al procuratore di Perugia Raffaele Cantone, titolare dell’inchiesta – ha chiesto di essere sentito dal Comitato di presidenza del Csm, dal presidente della Commissione antimafia e da quello del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.

CHI E’ ANTONIO LAUDATI, IL MAGISTRATO INDAGATO A PERUGIA

Ma chi è Antonio Laudati? Magistrato campano in forza alla Direzione nazionale antimafia, Laudati ha 70 anni, a un passo dalla pensione. Dopo una carriera passata tra Napoli e il ministero, dove era stato Direttore degli affari penali, nel 2009 venne mandato a dirigere la Procura di Bari. Qui, come ricorda Repubblica, ci fu “il primo grande inciampo: appena arrivato scoppiò il caso Tarantini-Berlusconi, con l’imprenditore che portava le escort a casa dell’allora presidente del Consiglio. Laudati – prosegue il quotidiano – arrivò con il bollino di magistrato vicino al centrodestra – era in ottimi rapporti con l’allora ministro della Giustizia, Angelino Alfano e soprattutto con uno dei suoi predecessori, Nitto Palma, poi fidato collaboratore della presidente del Senato Elisabetta Casellati – e finì sotto inchiesta a Lecce dove gli contestavano di aver rallentato le indagini sul Cavaliere. Accusa dalla quale poi è stato assolto, in primo grado e in appello”.

Ora i pm di Perugia gli contestano di aver fatto quattro istruttorie abusive, violando le regole del suo ufficio e affidandosi alle accuse di alcuni soggetti ritenuti a lui vicini.  Come l’episodio, ricorda sempre Repubblica – “del dossier pre-investigativo inviato alla procura di Roma sul presidente della Federcalcio Gabriele Gravina, messo insieme dopo che un collaboratore del presidente della Lazio Claudio Lotito, acerrimo nemico di Gravina, aveva portato delle carte a Striano”.

«Si sono dette troppe imprecisioni e cose non vere: questa storia rischia di arrecarmi un danno enorme. Ma io chiarirò tutto» ha confidato Laudati, che in settimana si presenterà per rispondere alle domande del procuratore Raffaele Cantone.

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