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Chi è Beppe Sala, che a Milano fa il bis distanziando parecchio lo sfidante
È stato al centro di una inchiesta che ha le sue radici nell’organizzazione di Expo, ma pure il primo cittadino della Milano azzoppata dal Covid, criticato per lo slogan #Milanononsiferma. Chi è Beppe Sala
Beppe Sala intasca facilmente un secondo mandato per guidare per altri cinque anni Milano, distanziando, come da pronostici, lo sfidante del centrodestra, Luca Bernardo. Anche se dovrà capire le ragioni di un astensionismo record. Accusato di essere il sindaco della zona Ztl, parecchio distante dalle periferie, ora dovrà riallacciare il dialogo con chi vive lontano dalla zona dei bastioni.
CHI È BEPPE SALA
Dopo una vita da manager in importanti aziende multinazionali, è stato prima Direttore Generale del Comune di Milano (Il dg sovraintende all’organizzazione e alla gestione del Comune, con lo scopo di attuare gli indirizzi e gli obiettivi stabiliti dagli organi di governo, secondo le direttive impartite dal Sindaco), quindi ha avuto l’onere – onore (la manifestazione non partì coi migliori auspici) di guidare l’Expo del 2015.
Nel 2016, la sfida vinta alle urne contro Stefano Parisi: “Essere il Sindaco di Milano – ha detto Sala – mi ha fatto un regalo inaspettato e bellissimo: il rapporto con le persone. Innanzitutto con coloro che mi hanno sostenuto durante la campagna elettorale. E poi con tutti quelli che – ognuno in modo diverso – hanno deciso di accompagnarmi in questo percorso. Con il loro sostegno, certo, ma anche con richieste, opinioni e soprattutto critiche.”
E le critiche non sono mancate, soprattutto all’inizio della pandemia di Covid-19, quando la città più frenetica d’Italia si è dovuta arrestare. Il 27 febbraio 2020 pubblicava, su tutti i suoi social, la pubblicità che la sua amministrazione aveva commissionato dallo slogan, un po’ stucchevole, #Milanononsiferma. I giorni successivi avrebbero dimostrato che Palazzo Marino peccava eccessivamente di ottimismo. Ma, del resto, nessuno poteva prevedere una pandemia come quella del Covid. Più prevedibile, invece, il fenomeno della gentrificazione, causata anche dalla costruzione delle nuove linee della metro e che sta portando gli affitti e i prezzi degli immobili a prezzi spropositati anche in estrema periferia.
QUAL È IL PROGRAMMA DI BEPPE SALA
“Proponiamo una continuità di gestione, ma una discontinuità di contenuti”: ripresa economica, ambiente, legalità, sicurezza e semplificazione. Sono queste le parole chiave del programma elettorale del neo sindaco di Milano Beppe Sala.
MILANO SOSTENIBILE
Il cambiamento climatico e l’inquinamento atmosferico sono in cima alle priorità del candidato Pd. Per questo si propone la completa attuazione del Piano Aria Clima, che ha come obiettivi: la realizzazione del 55% di chilometri in più rispetto a oggi di metropolitana e metrotranvie entro il 2030; il potenziamento della ciclabilità; il raggiungimento del 75% di raccolta differenziata nel 2028 (oggi siamo al 62%); l’efficientamento energetico per gli edifici di edilizia scolastica e per quelli di edilizia popolare comunale – per questi ultimi con abbattimento al 50% dei consumi di combustibile – e un piano di manutenzione per ridurre le spese degli inquilini; la realizzazione di tetti verdi; incentivi equi per fasce di popolazione fragile economicamente per la sostituzione delle caldaie e la coibentazione degli edifici privati.
LA CITTÀ IN 15 MINUTI
La “città in 15 minuti” è un concetto che Milano – come molte città internazionali – sta sviluppando da diversi anni. Sala punta molto su questo modello urbanistico, in cui i servizi essenziali sono raggiungibili a piedi o in bicicletta percorrendo un tragitto di un quarto d’ora. “In questo modo, Milano decide di sostenere l’economia dei quartieri, ma anche la loro vitalità e socialità”, spiega il sindaco nel suo programma.
“Vogliamo garantire che i servizi essenziali – scuola, farmacia, supermercato, uffici pubblici, impianti sportivi, verde – siano nel raggio di 15 minuti a piedi o in bicicletta per tutti i residenti del quartiere, offrendo un’alternativa alla mobilità in auto e prevenendo un aumento dei viaggi in auto e relative emissioni e inquinamento atmosferico”.
In questo piano, la mobilità cittadina dovrà concentrarsi maggiormente sull’uso ciclabile e pedonale delle strade. Ma bisognerà pensare anche a una nuova organizzazione dei servizi di base.
DIGITALIZZAZIONE
Sostenibilità e digitalizzazione sono due aspetti che vanno di pari passo nella trasformazione di Milano. La Smart City è il modello proposto da Sala per Milano: una città interconnessa, digitale e green in ogni sua espressione e modalità di sviluppo e fruizione, che permette ai cittadini di gestire meglio il loro tempo.
“Possiamo dire che Milano sta facendo molto per realizzare questo modello di città. In questi mesi, smart working e didattica a distanza sono diventate non solo parole di uso comune ma pratiche quotidiane. Ecco, per realizzarle e spingerle al massimo delle loro potenzialità occorre investire nelle infrastrutture digitali e attivarsi per dotare di buone connessioni il territorio cittadino e cercare di portare materialmente dispositivi (Pc, tablet, smartphone) nelle abitazioni, nelle scuole e nelle famiglie degli studenti, quando mancano le disponibilità”, ha scritto Sala nel suo programma.
EDILIZIA POPOLARE
Oggi circa 150mila milanesi, una parte significativa della popolazione residente, abita in una casa popolare. Si tratta di case vecchie, costruite negli anni ’30 o negli anni ’60/’70, che necessitano di interventi infrastrutturali di ammodernamento sotto il profilo architettonico ed energetico.
La rigenerazione degli edifici di edilizia popolare – attraverso la costruzione di ascensori o la loro sistemazione, la creazione di cortili, l’eliminazione di amianto – è fondamentale per garantire a tutti i cittadini una migliore qualità di vita.
Per realizzare questo progetto occorrono però fondi e investimenti. “Noi contiamo di poter destinare parte dei fondi del Recovery Fund – che speriamo possano essere gestiti direttamente dalle città – proprio a questo”, ha dichiarato Sala.
LAVORO
“Il lavoro è la cifra distintiva della nostra città”, ha spiegato il sindaco del Pd. “Oggi, la crisi aperta dalla pandemia sta mettendo a dura prova l’assetto economico e sociale di Milano. Sostenere la ripartenza, vuol dire sia dare aiuto ai commercianti, ai negozianti, ai ristoratori, a chi lavora nell’ambito della cultura e degli eventi, ma vuol dire anche investire nei nuovi settori del vivere (ad esempio trasporti, energia, reti digitali, costruzioni ecologiche)”.
Milano è dunque chiamata a creare e incentivare la creazione di nuove tipologie di lavoro e a farlo in modo sostenibile. “Da Milano deve anche partire la spinta a una regolamentazione delle nuove modalità di lavoro: lo smartworking deve trovare una regolamentazione chiara e definita, non deve essere un mero homeworking che penalizza alcune categorie di lavoratori (principalmente le donne)”, ha concluso Sala.