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Chi e perché mette in dubbio la saggezza dei saggi di Confindustria

Confindustria

Antonio Gozzi, escluso dalla corsa alla guida di Confindustria, si scaglia contro la decisione dei saggi. Ecco il motivo e cosa potrebbe succedere

Che succede a Viale Astronomia? Mancano Esattamente due settimane al 4 aprile, per alcuni un’eternità. La decisione dei saggi (Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi) di ammettere al voto di designazione Edoardo Garrone e Emanuele Orsini sembrava potesse chiudere le polemiche e consentire all’associazione di concentrarsi sulla corsa a due per indicare il successore di Carlo Bonomi alla guida di Confindustria. Invece i fuochi d’artificio ancora dovevano arrivare.

Per farsi un’idea del clima che si respira basta leggere le parole di Luca Cordero di Montezemolo, past president di Confindustria, su “quanto avvenuto negli ultimi giorni, con comportamenti e iniziative fuori dalle regole statutarie, mai accadute prima in tutta la storia della confederazione. Ho visto tentativi di delegittimare i saggi che hanno invece fatto un ottimo lavoro, sempre a contatto con i probiviri e mai condizionati da pressioni esterne e articoli di stampa, ascoltando il sistema da Nord a Sud”.

GOZZI, L’ESCLUSO, PREPARA I FUOCHI D’ARTIFICIO

Ad accendere la miccia è stato il grande escluso, il presidente di Federacciai Antonio Gozzi. L’assaggio si è avuto al Consiglio Generale di Confindustria dove, in un clima molto teso, Gozzi ha inviato un ricorso ai probiviri per chiedere la riammissione della sua candidatura alla prossima presidenza.

Per il presidente di Federacciai una “realtà matematica” dimostrerebbe il raggiungimento del 25% di consenso, cosa che avrebbe comportato l’ammissione di diritto al voto del 4 aprile. La risposta dei probiviri avrebbe sottolineato che ogni valutazione è di competenza della ‘commissione dei saggi’, la quale però ha confermato l’ammissione solo di Garrone e Orsini.

LE VALUTAZIONI DELLA COMMISSIONE DEI SAGGI

I saggi hanno così fatto filtrare gli elementi e i numeri in possesso alla base delle loro valutazioni e decisioni, rese pubbliche lo scorso 14 marzo. “I livelli di consenso raggiunti” da Edoardo Garrone e da Emanuele Orsini “ancorché differenti tra loro, esprimono un sostegno oggettivamente rappresentativo, sia con riferimento ai componenti del Consiglio Generale, sia per quanto riguarda i voti assembleari e sono superiori, per entrambi i candidati, alla soglia del 20% necessaria per l’ammissione di diritto al voto del Consiglio Generale”. E’ quanto avrebbero spiegato Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi nel corso della loro relazione in occasione del Consiglio generale di Confindustria.

PERCHE’ MARENGHI E GOZZI SONO STATI ESCLUSI DAI SAGGI

In merito all’esclusione degli altri due candidati, hanno spiegato i saggi, “sempre basata sull’analisi puntuale dei dati raccolti nelle audizioni, abbiamo rilevato ‘in primis’ la rinuncia volontaria di Alberto Marenghi, al quale rivolgiamo un sincero ringraziamento per l’apprezzato spirito di appartenenza all’organizzazione. L’esclusione della candidatura di Antonio Gozzi, basata parimenti su elementi numerici oggetto di ripetute verifiche, evidenzia in particolare che i voti assembleari, riferiti al candidato, regolarmente esercitabili alla chiusura delle consultazioni erano pari al 13,36%. Inoltre – come ha ricostruito l’Adnkronos – nell’ipotesi, peraltro non percorribile, come confermato dal Collegio speciale dei Probiviri confederali, di accettare le richieste di acquisizione di delibere, non solo tardive ma anche formalmente non idonee, la percentuale in esame non si attestava oltre il 15,94%”.

LE AUDIZIONI DEI SAGGI DI CONFINDUSTRIA

I saggi nel corso della loro relazione durante la riunione del consiglio generale hanno spiegato che tra il 23 febbraio e l’11 marzo, la Commissione ha effettuato sette giornate di consultazioni, le cui date di svolgimento erano state annunciate con largo anticipo, che hanno coperto tutta la geografia del Paese per un totale di 152 audizioni. “Abbiamo incontrato 135 componenti del Consiglio Generale, direttamente o per delega rilasciata, pari al 73% dei 185 componenti dell’organo aventi diritto al voto”, hanno spiegato.

GOZZI: TUTELERO’ IL MIO DIRITTO E DI CHI MI SOSTIENE

“Quando vedremo quali sono le motivazioni useremo le regole della giustizia interna di Confindustria per tutelare non tanto il mio diritto quanto di tutti quelli che mi hanno espresso consenso in queste in queste settimane in questi mesi”, ha spiegato l’industriale Gozzi ai giornalisti.

Valuta anche un ricorso alla magistratura? “Vedremo. Adesso non mi chiedete non mi chiedete di più di quello che vi ho detto quello che vi poteva dire però ho detto. Vediamo vediamo…”, risponde. Gozzi ha sottolineato di voler andare avanti nel chiedere la sua riammissione anche perché, è la sua riflessione, “c’è un pezzo importantissimo di manifattura italiana e di province manifatturiere italiane che non ha avuto l’opportunità di votare un candidato quando lo statuto consente che i candidati siano fino a tre”.

A CHI SI RIFERISCE MONTEZEMOLO?

In chiusura l’ultimo ammonimento di Montezemolo, il quale si è augurato che “chiunque sarà il prossimo presidente si impegni con una squadra di veri imprenditori, che sappia unire e non dividere, così come purtroppo si è cercato di fare in questi giorni, di recuperare credibilità e prestigio, anche attraverso l’assoluta necessità di rivedere lo Statuto, lasciando da parte chi cerca solo poltrone e strapuntini. Se questo avverrà, sono certo che avrà al suo fianco le forze più sane dell’intero mondo imprenditoriale italiano”.

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