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Chi è Sergio Berlato, esponente FdI che vede i vaccinati come “topini bianchi”

Sergio Berlato

A tutti i giornalisti specifica di non essere né un No Vax, né un complottista, ma intanto rifiuta il vaccino, che definisce “sostanze geniche sperimentali” e si interroga sul perché non arrivino cure. Chi è Sergio Berlato

Da giorni, su Twitter, non fa che sparare a zero contro l’obbligo del Green Pass per presenziare a eventi sociali. Ma guai a chiamarlo “no vax”: “Non mi chiami No vax, eh”, avverte il collega del Corsera che lo ha intervistato. Del resto Sergio Berlato, europarlamentare di Fratelli d’Italia i vaccini “li ho fatti tutti”. Tranne il siero anti-Covid, s’intende: “Ho parlato con centinaia di amici miei medici che mi sconsigliano”. E poi di nuovo puntualizza: “Non scriva che sono un negazionista eh? Il Covid esiste ed è pericoloso. È un attimo scivolare sul terreno viscido del complottismo”. Ma intanto sono i suoi tweet a parlare per lui.

 

Alcuni sono piuttosto confusi e tendono a sovrapporre questioni differenti: “In uno Stato di diritto non è tollerabile l’obbligo o il ricatto vaccinale[…]. Se in Italia si vogliono prevenire nuovi contagi, invece di omettere traduzioni fondamentali, si inizi fermando gli sbarchi incontrollati”, cinguettava lo scorso 7 luglio.

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E ciò che non twitta lo dichiara ai giornali. Come quando, al Foglio, ha detto che il pensiero del presidente del Consiglio Mario Draghi, per cui l’invito a non vaccinarsi equivale all’invito a morire, sarebbe perfino “passibile di iniziative della magistratura per procurato allarme”. Accusa già ritrattata, sempre al Corriere: “Draghi? Nooo, quella dell’allarme è un’ipotesi.”

E sul vaccino anti-Covid non ha dubbi (anzi, ne nutre fin troppi): “È in corso una sperimentazione, con gli uomini usati come cavie al posto dei topolini bianchi, come si fa di solito”. Secondo Sergio Berlato “ce lo dicono agenzie come l’Aifa e l’Ema”, in quanto “quelli che vengono inoculati non sono vaccini ma sostanze geniche sperimentali, verso cui alcuni tra i più grandi luminari della medicina nutrono forti perplessità. Per questo preferisco aspettare, ho un approccio razionale”.

Del resto “Ho viaggiato il mondo” e dunque l’Europarlamentare sa come vanno queste cose, anche se poi frena: “Mica sono medico, ammetto umilmente la mia ignoranza”. E sebbene non voglia passare per complottista, nel suo dialogo col Corriere, dichiara: “C’è un gruppo di medici, vedi il sito ippocrate.org, che con le terapie precoci domiciliari guariva tutti. Il ministero, invece, invitava alla vigile attesa. Poi si moriva in ospedale. A settembre arriveranno nuovi farmaci. Gli stessi di quelli di prima, ma più costosi. Però bisogna smaltire i vaccini e dunque aspettiamo”. Allo stesso modo, non vuol sentire parlare di vaccino: lui le chiama “Sostanze geniche sperimentali”.

Da sempre vicino a Gianni Alemanno, diplomato in un istituto tecnico-commerciale, tre volte in Regione, quattro mandati al Parlamento europeo, finora si è occupato di “corretta gestione del patrimonio faunistico ed ambientale”, scrive sul suo sito. Finora, appunto, perché adesso chiama a raccolta la gente in piazza contro le nuove restrizioni bollate “deliranti e incostituzionali”. “Ci battiamo per le libertà individuali. Vogliamo essere rispettati se decidiamo di non vaccinarci. E non escludo che potremmo anche tornare a manifestare. Prima però faremo delle iniziative in parlamento”, spiega al Giornale di Vicenza.

Grazie alle piazze dei No Paura Day Berlato nel frattempo rende virale il proprio nome. Finora, benché politico di vecchio corso (il debutto nel 1990, con l’elezione in Consiglio regionale del Veneto nelle schiere del movimento Caccia Pesca Ambiente, “È noto a tutti che sono anche un cacciatore ed un pescatore. Queste passioni hanno segnato profondamente la mia vita e la mia attività”), l’esponente FdI è emerso di rado. Anni fa, riportano le cronache, chiese a Silvio Berlusconi, allora premier, “un intervento diretto (…) al fine di indurre il ministro [Michela Vittoria Brambilla ndR] ad astenersi da esternazioni riguardanti materie estranee al suo dicastero”, perché non gradiva le sue posizioni contrarie all’ars venatoria. Quindi zittì a suo modo i finiani: “Siete quattro femminucce nominate al governo senza il voto degli elettori”. Ma, in genere, le polemiche che lo hanno riguardato sono state tutte ben poco politiche e non avevano sicuramente a che fare con la “corretta gestione del patrimonio faunistico ed ambientale”.

Si ringrazia il quotidiano “La Stampa” per l’immagine

Si parlò di lui sui quotidiani nazionali negli ultimi scampoli del 2019, quando pubblicò sui social una vignetta sessista contro animaliste e vegane, cancellata dopo qualche giorno: “Ho eliminato il post delle ragnatele solo per evitare squallide ed or strumentalizzazioni a danno del partito”, si era difeso, contrattaccando “non prima di averne salvato una copia integrale con tutte le inqualificabili offese e le inaccettabili minacce, anche di morte, a cui sono stato sottoposto assieme ai componenti della mia famiglia da parte degli animalisti” e annunciando una gragnuolata giudiziaria: “Sarà mia cura farne pervenire tempestivamente copia alle autorità competenti unitamente alla mia denuncia querela per diffamazione aggravata e minacce per la quale ho già fornito mandato ai miei legali”.

Nel 2014 Sergio Berlato se la prese invece con la Rai chiedendo di sospendere l’invito al cantante Rufus Wainwright: “Basti solo leggere i testi di alcune sue canzoni, come ad esempio ‘Gay Messiah’, per comprendere come manchino i principi basilari di educazione e rispetto di cui dovrebbe essere portatore il servizio pubblico, e come invece i suoi testi pullulino di esplicite allusioni irriverenti e deprecabili denigrazioni verso la religione cattolica”, dichiarò l’eurodeputato di destra. Non lo ascoltò nessuno e l’appello cadde nel vuoto. Ora invece è l’uomo delle piazze No Vax. Ma guai a chiamarlo No Vax, chiaro?

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