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Chi fa parte della ‘super prefettura’ per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026

Super Prefettura Olimpiadi

In vista delle Olimpiadi invernali del 2026, il governo ha pensato a una super struttura per contrastare il rischio di infiltrazioni mafiose e che sarà guidata dal prefetto Paolo Canaparo

Mentre a Parigi – dopo la chiusura delle Olimpiadi estive – tra pochi giorni saranno inaugurate le Paralimpiadi, in Italia si pensa a quelle invernali Milano Cortina 2026.  Con la coda delle polemiche innescate dalle parole del presidente del Coni Malagò nei confronti del ministro Abodi e dal tema del rinnovo dei vertici del Comitato olimpico nazionale.

Nel frattempo, tra ritardi acclarati, nelle scorse settimane il governo ha dato il via libera a una sorta di ‘super prefettura’, una struttura per contrastare il rischio di infiltrazioni mafiose. A dirigerla il prefetto Paolo Canaparo, figura di riferimento del Viminale e attuale direttore della Struttura per la prevenzione antimafia. L’obiettivo, come emerge dalle linee guida emanate dal Cipess è quello di svolgere «controlli antimafia nell’affidamento e nell’esecuzione dei contratti per lavori, servizi e forniture connessi all’organizzazione e allo svolgimento dei giochi olimpici».

Come spiegato dal Sole24Ore, “sarà di fatto un ufficio di raccordo, che nell’intenzione del ministero dell’Interno dovrebbe velocizzare i procedimenti mettendo tutti i soggetti a conoscenza di eventuali inchieste, condividendo banche dati e possibili iscrizioni di aziende a “black list” già redatte dalle prefetture”

CHI FA PARTE DELLA SUPER PREFETTURA PER LE OLIMPIADI MILANO CORTINA 2026

Ecco i soggetti che ne faranno parte: prefetture, commissariati di governo territorialmente competenti, i Gruppi interforze antimafia (Gia), la Direzione investigativa antimafia (Dia), il Gruppo interforze centrale (Gic), la Direzione centrale della Polizia criminale del Dipartimento di Pubblica sicurezza, le forze di polizia e le amministrazioni deputate al controllo della legalità.

Sarà il ministero dell’Interno, attraverso proprie direttive, a dare indicazioni chiare sull’operatività della struttura affinché non si trasformi in un duplicato di strutture già esistenti. “Il valore aggiunto – spiega il Sole24Ore – dovrebbe essere l’omogeneità dei controlli e la condivisione del patrimonio informativo e, potenzialmente, una maggiore tempestività dell’intervento. I controlli saranno applicati solo alle stazioni appaltanti pubbliche, quindi a Simico, la società che realizza le opere olimpiche, ai Comuni, alle Province e all’Anas”.

111 INTERVENTI PER UN POTENZIALE DA 3,6 MLD DI EURO

Stiamo parlando di un potenziale da 3,6 miliardi di euro, per 111 interventi, di cui 58 sportivi e 53 infrastrutturali. Simico ne ha attualmente 92, mentre con il decreto dello scorso febbraio 5 sono tornate ad Anas, 12 a Rfi e una a Ferrovie Nord Milano (per quanto riguarda il collegamento per Malpensa). Si tratta di una lista che comunque andrà ulteriormente aggiornata, perché alcune opere non ci sono più (come la riqualificazione del Palasharp a Milano).

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