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fontana 25 aprile

Chi sono gli 11 deputati sospesi dopo la rissa sull’Autonomia

Per 15 giorni il leghista Iezzi non potrà partecipare ai lavori parlamentari. Ecco tutte le altre sanzioni nei confronti dei deputati coinvolti nei disordini in Aula sul dossier Autonomia, stabilite da un altrettanto litigioso Ufficio di presidenza della Camera

Si litiga pure per decidere le sanzioni su chi ha litigato, o meglio su chi se l’è date – tra pugni veri o andati a vuoto, strattonamenti, cadute, insulti, denunce e ricorso al Var. Sembra un paradosso ma è andata così.

La lite è andata in scena tra maggioranza e opposizione nel corso della riunione fiume dell’Ufficio di presidenza della Camera che doveva decidere sulla portata della sanzioni da comminare ai deputati coinvolti nella rissa in Aula durante l’esame del ddl sull’Autonomia.

AUTONOMIA, COSA È SUCCESSO NEL CORSO DELLA RIUNIONE DELL’UDP

La riunione, iniziata intorno alle ore 13 e conclusa alle 19, con l’annuncio in Aula dell’esito del voto, è iniziata con le audizioni di nove dei dodici convocati. Tre, i leghisti Domenico Furgiuele e Igor Iezzi, e il pentastellato Leonardo Donno (giustificato da certificato medico), non si sono presentati. Durante le audizioni, secondo quanto ricostruito dalle agenzie di stampa, i deputati di maggioranza coinvolti nel parapiglia originato dal tentativo di Donno di consegnare la bandiera tricolore in Aula a Roberto Calderoli si sono giustificati spiegando di essere stati animati dal tentativo di proteggere il ministro leghista e di non avere compiuto atti offensivi verso il deputato pentastellato, portato via dall’Aula in sedia a rotelle. La riunione è stata sospesa più volte e la maggioranza ha anche proposto di rinviare la decisione sulle sanzioni a domani o lunedì.

Tra gli obiettivi – viene riferito da fonti di centrodestra – il tentativo di trovare l’unanimità. La discussione si è incentrata sulle sanzioni a Donno, Stumpo e Amendola, considerate eccessive dai rispettivi partiti, M5s e Pd. Inoltre, alcuni nella maggioranza si sono detti favorevoli al rinvio per dare la possibilità anche a Iezzi, Furgiuele e Donno di essere ascoltati. In conclusione, la volontà di chiudere l’episodio e di dare un messaggio di fermezza ha prevalso nella maggioranza, anche per volontà del presidente della Camera Lorenzo Fontana.

IL DURO AMMONIMENTO DEL PRESIDENTE FONTANA AI DEPUTATI

Il quale è stato durissimo nell’annunciare i provvedimenti all’Aula. Fontana ha parlato di grave “lesione al decoro dell’istituzione” e ha richiamato “tutti i deputati alla responsabilita’ di evitare il ripetersi di atteggiamenti o parole che, oltre ad arrecare offese o violenze verso altri, possano minare l’immagine” della Camera. Si è, quindi, arrivati al voto 10 a sette.
COSA HA DECISO L’UDP, CHI SONO I DEPUTATI SANZIONATI PER LA RISSA SULL’AUTONOMIA
Censura con interdizione di partecipare ai lavori parlamentari per 15 giorni per Iezzi (Lega); 7 giorni agli onorevoli, Amich (FDI), Cangiano (FDI), Furgiuele (LEGA), Mollicone (FDI) e Stumpo (PD); 4 giorni all’onorevole Donno (M5S); 3 giorni agli onorevoli Amendola (PD) e Candiani (LEGA); 2 giorni agli onorevoli Scotto (PD) e Stefanazzi (PD).
Hanno votato a favore i componenti di maggioranza dell’Ufficio di presidenza presenti alla riunione, piu5Roberto Giachetti di Italia viva e Benedetto Della Vedova di +Europa. Contro invece i componenti di Pd, M5s e Alleanza verdi e sinistra.

LE REAZIONI E LE TENSIONI ANCHE SUL PREMIERATO

Sanzioni che non piacciono a Pd ed M5s per il fatto che, a loro avviso, sarebbero stati messi sullo stesso piano aggrediti e aggressori. Quello che è accaduto in Aula è stata “un’aggressione”, ha protestato la segretaria Pd Elly Schlein, che più tardi ha aggiunto anche una definizione: “squadrista”. La versione M5s l’ha data il presidente Giuseppe Conte: “Il nostro deputato Donno voleva semplicemente consegnare il nostro tricolore al ministro Calderoli. Ne è nata una reazione inaccettabile. Lo hanno aggredito tanti deputati delle forze di maggioranza con minacce, spintoni, cazzotti e calci”. Donno ha annunciato che denuncerà “chi gli ha dato un cazzotto sullo sterno. E’ un deputato di FdI”.

La tensione sulle riforme rimane altissima in entrambi i rami del Parlamento, con continue bagarre e sospensioni d’aula. Per martedì, quando è atteso il voto finale in Senato sul premierato, le opposizioni hanno convocato una manifestazione a Roma.

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