Si litiga pure per decidere le sanzioni su chi ha litigato, o meglio su chi se l’è date – tra pugni veri o andati a vuoto, strattonamenti, cadute, insulti, denunce e ricorso al Var. Sembra un paradosso ma è andata così.
AUTONOMIA, COSA È SUCCESSO NEL CORSO DELLA RIUNIONE DELL’UDP
La riunione, iniziata intorno alle ore 13 e conclusa alle 19, con l’annuncio in Aula dell’esito del voto, è iniziata con le audizioni di nove dei dodici convocati. Tre, i leghisti Domenico Furgiuele e Igor Iezzi, e il pentastellato Leonardo Donno (giustificato da certificato medico), non si sono presentati. Durante le audizioni, secondo quanto ricostruito dalle agenzie di stampa, i deputati di maggioranza coinvolti nel parapiglia originato dal tentativo di Donno di consegnare la bandiera tricolore in Aula a Roberto Calderoli si sono giustificati spiegando di essere stati animati dal tentativo di proteggere il ministro leghista e di non avere compiuto atti offensivi verso il deputato pentastellato, portato via dall’Aula in sedia a rotelle. La riunione è stata sospesa più volte e la maggioranza ha anche proposto di rinviare la decisione sulle sanzioni a domani o lunedì.
Tra gli obiettivi – viene riferito da fonti di centrodestra – il tentativo di trovare l’unanimità. La discussione si è incentrata sulle sanzioni a Donno, Stumpo e Amendola, considerate eccessive dai rispettivi partiti, M5s e Pd. Inoltre, alcuni nella maggioranza si sono detti favorevoli al rinvio per dare la possibilità anche a Iezzi, Furgiuele e Donno di essere ascoltati. In conclusione, la volontà di chiudere l’episodio e di dare un messaggio di fermezza ha prevalso nella maggioranza, anche per volontà del presidente della Camera Lorenzo Fontana.
IL DURO AMMONIMENTO DEL PRESIDENTE FONTANA AI DEPUTATI
LE REAZIONI E LE TENSIONI ANCHE SUL PREMIERATO
Sanzioni che non piacciono a Pd ed M5s per il fatto che, a loro avviso, sarebbero stati messi sullo stesso piano aggrediti e aggressori. Quello che è accaduto in Aula è stata “un’aggressione”, ha protestato la segretaria Pd Elly Schlein, che più tardi ha aggiunto anche una definizione: “squadrista”. La versione M5s l’ha data il presidente Giuseppe Conte: “Il nostro deputato Donno voleva semplicemente consegnare il nostro tricolore al ministro Calderoli. Ne è nata una reazione inaccettabile. Lo hanno aggredito tanti deputati delle forze di maggioranza con minacce, spintoni, cazzotti e calci”. Donno ha annunciato che denuncerà “chi gli ha dato un cazzotto sullo sterno. E’ un deputato di FdI”.
La tensione sulle riforme rimane altissima in entrambi i rami del Parlamento, con continue bagarre e sospensioni d’aula. Per martedì, quando è atteso il voto finale in Senato sul premierato, le opposizioni hanno convocato una manifestazione a Roma.