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Chi vuole e chi respinge il governo Draghi

Governo Draghi

L’idea del governo Draghi piace alla gente (lo dicono i sondaggi), piace ai mercati e all’Europa. Ma piacerà anche ai partiti che siedono in Parlamento?

Tanto tuonò che piovve. Era stato evocato in così tante occasioni e talmente a lungo che l’idea di un governo Draghi oggi non sorprende più nessuno. Questo però non significa che non agiti i partiti. Un esecutivo guidato dall’ex numero 1 di Bankitalia e BCE, oggi, avrebbe i numeri?

5 STELLE LACERATI (DI NUOVO)

Bocciano senza se e senza ma un governo Draghi, due degli esponenti di punta e maggiormente sguaiati del Movimento 5 Stelle: Alessandro Di Battista e Danilo Toninelli. Un attacco che viene insomma da dentro e da fuori il Parlamento. “È il nuovo idolo dell’establishment politico-finanziario italiano”, lo ha immediatamente attaccato via TPI, da fuori dai palazzi, Alessandro Di Battista, da tempo in odor di rottura con la parte più governista dei grillini. “Quando parla tutti si spellano le mani e si trasformano in tanti piccoli suoi derivati. I veri derivati di Draghi però sono altri: i titoli tossici sottoscritti tra il 1991 ed il 2001, quando fu Direttore generale del Tesoro. Il futuro dei giovani, di cui ora si riempie la bocca, è pregiudicato proprio dalle sue scelte”.

 

Non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi. Abbiamo fatto di tutto. Perfino annientarci negli uffici a lavorare…

Pubblicato da Danilo Toninelli su Martedì 2 febbraio 2021

 

“Non ci vengano a chiedere di votare Mario Draghi. Abbiamo fatto di tutto. Perfino annientarci negli uffici a lavorare pur di dare una mano a chi ne aveva bisogno. Questo per noi è stato governare l’Italia”, scrive sui social l’ex ministro alle Infrastrutture lamentando il fatto che, pur di aiutare il Paese, ha dovuto lavorare in ufficio. Resta ora da capire cosa faranno le ali governiste del Movimento: se il gruppo dei contiani, così come i fichiani, quasi certamente sosterranno un governo Draghi, che faranno i dimaiani?

IL CAVALIERE DI DRAGHI

Esulta Forza Italia. Il governo Draghi sembra proprio quello che voleva Silvio Berlusconi quando qualche giorno fa ha iniziato a configurare l’idea di un “esecutivo dei migliori”. Inoltre, il Cav non avrebbe nemmeno un motivo da addurre per non sostenerlo: fu proprio lui – e lo ricorda continuamente a tutti – a volere Mario Draghi alla BCE.

Leggi anche: Chi è Mario Draghi, l’uomo del «Whatever it takes» destinato a salvarci 2 volte

ITALIA VIVA HA RAGGIUNTO LO SCOPO

Tira un sospiro di sollievo Matteo Renzi, arrivato a ribaltare il tavolo su cui aveva giocato la delicata partita della ricomposizione della maggioranza pur di defenestrare una volta per tutte Giuseppe Conte (che potrebbe comunque avere un ruolo nel nuovo esecutivo, soprattutto se all’economia resterà Roberto Gualtieri). Rispetto al governo di Mario Monti, quello di Draghi potrebbe essere più politico che tecnico. Ma in questi casi avrà comunque il voto delle opposizioni?

FRATELLI D’ITALIA NON VOTA LA FIDUCIA AL GOVERNO DRAGHI

Si chiama fuori, almeno per il momento, FdI. “Il Presidente valuta più opportuno rischiare un governo che per due anni avrà molte difficoltà a trovare soluzioni efficaci per gli italiani. Noi, invece, pensiamo sia decisamente meglio dare la possibilità agli italiani di votare, per avere una maggioranza coesa e forte”. Così la leader di FdI, Giorgia Meloni su Facebook.

SALVINI RESTA A GUARDARE

Non si espone per il momento Matteo Salvini, che del resto nei giorni scorsi aveva ventilato l’idea di un governo d’emergenza, fondato sulle larghe intese.  “Draghi? Non dico mai sì o no per pregiudizio – ha detto il leader del Carroccio a Porta a porta – Io non ne ho mai fatto una questione personale: il governo non è un fine ma è un mezzo. La Lega e il centrodestra sono le l’apertura dei cantieri, la rottamazione delle cartelle, la flat tax, un piano vaccinale serio e una riforma della giustizia. A chiunque voglia ragionare di futuro e di Italia non dico mai di sì o di no per simpatia o pregiudizio”.

IL PD SI ACCODA

Favorevole al governo Draghi anche il Partito democratico, che pure fino a ieri andava ripetendo: “o Conte o il voto”. “Abbiamo fatto davvero di tutto per ricostruire una maggioranza, in un momento difficile. Il presidente Mattarella, che ringraziamo, con la sua iniziativa ha posto rimedio al disastro provocato dalla irresponsabile scelta della crisi di Governo. Da domani (il 3 febbraio, ndr) saremo pronti al confronto per garantire l’affermazione del bene comune del Paese”, ha commentato su Facebook il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

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