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Chiusure domenicali, per ad Conad Pugliese un errore

Intervista ad ampio raggio del Corriere Economia che chiama in causa Francesco Pugliese, Ad e direttore generale di Conad, sulle chiusure domenicali. Ecco cosa ha detto e cosa pensa della stagnazione economica relativa anche ai consumi

Mentre il Parlamento si accinge a mettere mano ai disegni di legge sulle chiusure domenicali – sono ben 7 i progetti sul tema, come ha scritto Manola Piras qualche giorni fa – la grande distribuzione prova a far sentire la sua voce su un provvedimento che vede come fumo negli occhi.

Dalle colonne del Corriere Economia (inserto del lunedì del Corriere della Sera) scende in campo il numero uno di Conad, Francesco Pugliese, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo, noto anche al grande pubblico per le diverse ospitate nel salotto di Giovanni Floris.

NUMERO DI PERSONE CHE FA SPESA LA DOMENICA

Ma torniamo al tema, cosa ha detto Francesco Pugliese sulle chiusure domenicali, che il Movimento 5 Stelle ha da sempre presentato come uno dei fiori all’occhiello del proprio programma? Un primo dato che il manager di origini tarantine – che è stato a capo di importanti realtà come Barilla, di cui è stato Direttore generale Europa e Yomo, di cui è stato amministratore delegato e direttore generale- mette in evidenza è il numero di persone che di domenica va a fare la spesa. Parliamo di venti milioni di italiani che fanno la spesa la domenica, ha sottolineato Pugliese rispondendo alle domande di Dario Di Vico. “Non stiamo parlando quindi di comportamenti eccentrici e un pò snob di una minoranza. Parliamo di un italiano su tre. La verità è che la domenica è diventato un giorno come gli altri per fare acquisti, anzi se guardiamo al fatturato è il secondo miglior risultato della settimana”.

DIMINUZIONE DELLA CRESCITA

Questo allarme si incrocia con un contesto di diminuzione della crescita, che si va delineando e che alcuni considerano stagnazione, mentre altri chiamano recessione (al di là delle questioni tecniche da economisti). Come pensate di affrontare la stagnazione, chiede l’intervistatore all’Amministratore delegato di Conad? “La spinta ai consumi può darla solo più lavoro, abbiamo già visto come gli 80 euro di Renzi non hanno funzionato. Colpisce comunque in una ricerca che abbiamo svolto con il Censis che la percentuale di chi dichiara di spendere di meno sia più alta nel ricco Nord che nel Centro Sud. Vuol dire che non si consuma e si tengono i soldi in tasca o nel conto corrente innanzitutto per l’incertezza che ci avvolge tutti. Se poi vogliamo avventurarci in un discorso a media gittata credo che si possa uscire dalla stagnazione solo tagliando il cuneo fiscale, più soldi in tasca alle famiglie e più chance per le imprese di investire”

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