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Come grilleggia Grillo in vista delle amministative

Grillo

La spintarella… di Grillo a Conte per le elezioni di domenica. I Graffi di Francesco Damato

Mi sono affacciato stamane al blog di Beppe Grillo certo non per cercare un commento al testa a testa elettorale in Germania fra i socialdemocratici e i pur calanti popolari del dopo-Merkel, e alle possibili o improbabili ripercussioni sul voto pur diverso di domenica prossima in Italia. Figuriamoci se Grillo nel suo strampalato modo di vedere e fare politica è capace di simili raffronti.

Sono andato a cercare sul blog di Beppe, come lo chiamano gli amici, semplicemente il fotomontaggio della sindaca Virginia Raggi in veste di centuriona con cui, secondo i giornali, egli avrebbe deciso di sostenerla nell’ultima settimana di campagna elettorale a Roma. Dove si vede che Grillo viene ogni tanto, per godersi dalle finestre e dal terrazzo dell’albergo abituale i resti del Foro, ma per sua fortuna non abita, perché se vi abitasse avrebbe fisicamente impedito all’amica sindaca di ricandidarsi un po’ per rispetto della città, un po’ per l’amore paterno da lui vantato nei riguardi del movimento sotto le cui insegne la signora corre.

Ma della guerriera, della centuriona, del suo scudo, del suo elmo, dei suoi bracciali pur visti da qualche parte fra giornali e siti internet, non ho trovato traccia nella postazione elettronica di Grillo. Curioso, mi son detto. Vi ho trovato invece una ormai vecchia esortazione a “liberare Assange” e, con un richiamo fotografico su cui basta cliccare per sentirselo e goderselo tutto intero, un pezzo di repertorio ancora più vecchio. Che, riproposto in questi giorni, mi sembra francamente una boiata pazzesca, come la corazzata Potemkin svillaneggiata fantozzianamente da Paolo Villaggio. Si tratta della bocciatura, desolata e desolante, recitato “con il cuore”, come dice il titolo, del progetto di rifondazione delle cinque stelle, e di riscrittura delle sue regole, affidato a Conte, prima che fra i due venisse recuperata da un comitato di volenterosi saggi una convivenza destinata difficilmente a durare -credo- sino alla data ora impressa nel simbolo: 2050.

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Con tutto quel po’ po’ -rigorosamente staccato- di cose dette sull’ex presidente del Consiglio in quel video, e non distrutto dopo il pranzo della riconciliazione, vera o presunta, sulla spiaggia di Marina di Bibbona, penso che Grillo non abbia dato una mano a Conte e ai suoi candidati, né di primo né di secondo turno, se davvero ve ne saranno nelle città in cui si sta per votare. O, se pensa davvero di avergli voluto dare una mano, l’ha fatto solo da comico, non da garante del movimento. Ma garante o custode?

Me e ve lo chiedo perché nel video di repertorio riproposto a pochi giorni, ripeto, del voto Grillo ha tenuto a sentirsi, dichiararsi e proclamarsi anche “custode”, appunto, del movimento creato nel 2009 dopo un mancato assalto al Pd da iscritto ad una sezione sarda. Sono custodi, addetti cioè alla custodia, anche le guardie carcerarie. E potrebbe rivelarsi un penitenziario, per quanto metaforico, in rivolta quello delle 5 stelle presieduto da Conte dopo i risultati delle elezioni amministrative e politicamente suppletive di ottobre, la legge finanziaria, le strette operative di un presidente del Consiglio da qualcuno paragonato a Charles De Gaulle e da altri al principe Metternich del congresso di Vienna, e la gara al Quirinale. Proprio oggi, d’altronde, sul giornale Domani Conte è stato vistosamente declassato da “avvocato del popolo” del 2018 -ricordate?- ad “avvocato del sistema”, fra “nomine, conflitti d’interesse e affari”.

TUTTI I GRAFFI DI FRANCESCO DAMATO

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