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Conte vuole ribaltare Draghi?

Conte Draghi

I Graffi di Damato. Conte va alla guerra per una svolta di governo, e forse anche per una crisi

Giuseppe Conte stavolta non ha perso tempo; non ha rinviato decisioni, come soleva fare spesso a Palazzo Chigi; non ha atteso l’incoronazione al vertice del MoVimento 5 Stelle già affidatogli da Beppe Grillo, destinato comunque a rimanere garante semplicemente perché “insostituibile”, ha spiegato l’ex presidente del Consiglio in una intervista al Corriere della Sera. Ora che il divorzio da Davide Casaleggio è consumato, l’elenco degli iscritti non è più chiuso a chiave come un tesoro nella cassaforte dell’associazione Rousseau e si potrà finalmente eleggere formalmente il nuovo capo, Conte ha chiesto un appuntamento a Mario Draghi anticipandogli però, nella già ricordata intervista, le sue doglianze. Che esporrà con “la voce alta e forte” di un movimento non più paralizzato.

Il contenzioso di Conte è significativamente lo stesso strillato oggi in un titolo di prima pagina dal solito Fatto Quotidiano con questo titolo: “Prime sfide a Draghi: licenziamenti, green e Anac”, l’acronino dell’Autorità anticorruzione che sarebbe stata svuotata dalle nuove competenze assunte dal ministro berlusconiano della pubblica amministrazione Renato Brunetta. “Alcune decisioni – ha spiegato Conte al Corriere – hanno scontentato i cittadini e suscitato perplessità. Penso al sostegno alle imprese, ad alcuni indirizzi in materia di tutela dell’occupazione e di transizione ecologica. Disorientamento hanno provocato anche il condono fiscale e adesso l’emarginazione dell’Autorità anticorruzione. È normale che il disagio dei cittadini si ripercuota anche sulla forza che conserva la maggioranza relativa in Parlamento”, pur avendo perso pezzi per strada.

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Una “correzione di rotta del governo” aveva reclamato ieri Marco Travaglio sul Fatto commentando l’avvicinamento di Conte alla guida effettiva del MoVimento 5 Stelle – o come diavolo finirà per chiamarsi, non avendo lo stesso Conte escluso nella sua intervista un cambiamento di nome – e correzione di rotta sarà la richiesta dell’ex presidente del Consiglio al suo successore. Che spera così anche di recuperare qualcuno dei duri che se ne sono andati di recente, a cominciare da quel bravo “ragazzo” che sarebbe Alessandro Di Battista, ora in partenza daccapo per il Sud America – ha spiegato lo stesso Conte – e destinato a trovare al suo ritorno chissà quale nuovo scenario politico: magari, un passaggio del MoVimento all’opposizione durante il cosiddetto semestre bianco, quando Mattarella non potrà sciogliere le Camere.

Sulla prospettiva dell’uscita dei grillini dalla maggioranza ha titolato Il Messaggero mostrando di avere informazioni stavolta anche migliori, o maggiori, del Fatto. Il cui direttore, d’altronde, aveva già detto qualche sera fa in televisione di non credere che l’attuale governo Draghi, con la sua maggioranza estesa dai grillini a Salvini, che fanno pure rima, fosse davvero l’ultima spiaggia della legislatura prodotta dalle urne del 2018.

A sostegno delle previsioni di una crisi provocata da Conte, Il Messaggero ha riportato una recente dichiarazione del deputato grillino Angelo Tofano, molto vicino al professore. Secondo il quale “c’è sicuramente ancora molto da fare” per “mettere in sicurezza il Paese”, come Mattarella ha chiesto a Draghi, “ma la luce in fondo al tunnel si inizia a vedere e credo sia doveroso chiedersi – ha detto Tofano – se sia ancora realmente necessario sostenere il governo. Porrò questo tema a Conte e ai ministri del M5S”. Fra i quali magari ce ne saranno di contrari, come Luigi Di Maio, ma ormai l’ultima o penultima parola – dopo Grillo – spetterà a Conte.

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