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Cosa ha detto il cardinale Ruini sulla politica italiana

Ruini

Il cardinale Camillo Ruini è intervenuto su Salvini, Meloni, il referendum e la nuova legge elettorale. E no, non vede uno spazio per un partito dei cattolici in Italia

In una lunga intervista rilasciata al Corriere della sera, il cardinale Camillo Ruini ha risposto a molte domande, non solo riguardanti l’attuale stato di salute della Chiesa cattolica, ma anche su temi caldi per la politica italiana. Ha dato consigli a Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ha commentato il referendum e la legge elettorale che verrà, offrendo la sua visione sul ruolo dei cattolici nella politica e sul declino politico-culturale della Chiesa italiana.

RUINI SU SALVINI E MELONI

Ruini un anno fa disse al Corriere che con Matteo Salvini bisognava dialogare. Oggi non si dice pentito e rivolgendosi a Salvini e a Giorgia Meloni, dice: “Dialogare bisogna. Adesso che [Giorgia Meloni] meritatamente è sulla cresta dell’onda, vorrei dire che se vogliono fare il bene del Paese e arrivare al governo devono sciogliere il nodo dei loro rapporti con le forze che sono stabilmente alla guida dell’Unione europea”.

NO A UN PARTITO CATTOLICO

Alla domanda se oggi c’è posto in Italia per un partito dei cattolici, il cardinale Camillo Ruini, dice no: “Non vedo uno spazio del genere. I cattolici devono puntare sui contenuti dell’azione politica, individuati anche alla luce di una visione cristiana dell’uomo e della società; e devono collaborare con chi, cattolico o no, condivide tali contenuti. Oggi purtroppo in larga misura manca proprio l’attenzione a una visione cristiana”.

COSA DOVREBBERO FARE I CATTOLICI PER CONTARE DI PIÙ

“Dobbiamo avere più fiducia nella bontà e nell’attualità di una cultura che abbia il cristianesimo alle sue radici. Un rapporto sano e fecondo tra cattolici e politica passa attraverso la mediazione della cultura. Poi naturalmente occorrono capacità politiche e un grande amore per la libertà. Fermare la scristianizzazione è molto difficile. Non si può farlo solo a livello culturale e tanto meno politico. Decisiva è una testimonianza cristiana autentica, personale e comunitaria. In un’ultima analisi, decisiva è la grazia di Dio”.

RUINI SU REFERENDUM E LEGGE ELETTORALE

Ruini ha votato no al referendum sul taglio dei parlamentari: “È stato un successo del desiderio, comprensibile ma ingenuo, di ridurre i costi della politica”. Sul ritorno a una legge elettorale proporzionale Ruini ha aggiunto: “È una proposta sbagliata e soprattutto pericolosa. Fin dall’inizio della nostra Repubblica ha avuto seri problemi di governabilità. Quando De Gasperi aveva la maggioranza assoluta dovette affrontare una crisi di governo all’anno, perché non solo ogni partito ma ogni corrente si sentiva libera di pretendere sempre più spazio. È facile immaginare cosa accadrebbe adesso, quando nessuna forza politica può aspirare all’autosufficienza”. Per Ruini sarebbe dunque meglio una legge maggioritaria. “A mio parere, il maggioritario è stato il principale tra i pochi progressi della Seconda Repubblica”.

EUTANASIA

Secondo Ruini, i temi di dibattito come la difesa della vita e della famiglia fanno ancora parte dell’agenda politica, ma molto meno rispetto a prima. Il cardinale a tal proposito si è detto soddisfatto della decisione da parte della Santa Sede di ribadire con forza il rifiuto dell’eutanasia.

IL DECLINO POLITICO-CULTURALE DELLA CHIESA ITALIANA

Interrogato sul declino politico-culturale della Chiesa italiana, a proposito del libro di Massimo Franco L’enigma Bergoglio. La parabola di un papato, Ruini si trova d’accordo: “Sì, purtroppo. La dimensione culturale è strettamente legata alla fede e la dimensione politica ha un’ovvia connessione con quella culturale. Questo declino – ha sottolineato – non può non preoccupare. Occorre reagire: un compito che spetta ai laici credenti, ma anche alla Chiesa come tale. Oggi è più difficile di qualche anno fa; ma non è impossibile”.

RUINI SU PAPA FRANCESCO

Alla domanda se esiste un movimento conservatore internazionale contro papa Francesco, Ruini risponde: “In qualche modo, esiste; ma ha varie accentuazioni e sfaccettature. Solo pochi possono davvero essere considerati ‘contro’ Papa Francesco: ad esempio, non tutti coloro che hanno formulato qualche critica con intenti costruttivi”.

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