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Cosa succede tra Pd e M5s

Pd

I Graffi di Francesco Damato su chi sale e chi scende tra Pd, M5s, Lega, Forza Italia e FdI

Beh, di fronte alle paure attribuite a Giuseppe Conte dai retroscenisti di fronte alle prospettive del suo secondo governo, dopo il quasi azzeramento dei confini tra maggioranza e opposizione di centrodestra verificatosi in Parlamento sull’ultimo scostamento di bilancio, sia pure di “soli” otto miliardi di euro destinati però nella perdurante pandemia più agli elettori di Silvio Berlusconi e alleati che ad altri, ci sta tutta quella banana che il buon Francesco Tullio Altan ha offerto nella vignetta di prima pagina di Repubblica come “vaccino” al presidente del Consiglio.

Ci sta proprio tutta anche di fronte ai risultati dell’ultimo sondaggio effettuato dall’Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera. Da cui risulta che il governo ha perso nell’ultimo mese quasi dieci punti di gradimento, scendendo al livello più basso, e che le opposizioni continuano a prevalere elettoralmente sulle forze della maggioranza, con la Lega in testa — al 25 per cento dei voti — nonostante “le pile del walkie-tallkie scariche” di Matteo Salvini certificate nell’officina del Fatto Quotidiano di Marco Travaglio. Cui fa da spalla, su un versante solo virtualmente opposto, e non per la prima volta, Il Foglio di Giuliano Ferrara e di Claudio Cerasa proponendo lo stesso Salvini ormai stanco di seguire il Cavaliere, anche nelle più sorprendenti operazioni parlamentari, e voglioso di “predellino”. Che sarebbe qualcosa di analogo a quello cu sui Berlusconi saltò negli anni passati per annettersi le altre componenti del centrodestra, senza fare i conti peraltro con la disinvoltura politicamente suicida di Gianfranco Fini. Di cui giustamente si sono perse poi le tracce, salvo che in qualche tribunale, dove proprio l’ex leader della destra pensava di poter disarmare e confinare l’ingombrante uomo di Arcore.

Oltre alla cattiva sorpresa della conferma della prevalenza elettorale del centrodestra, nonostante una certa confusione esistente anche in questa parte dello schieramento, dove c’è qualcuno, per esempio, che ha preso sul serio una specie di manifestino di aggiornamento culturale e politico di Luigi Di Maio affidato come un inedito di Giacomo Leopardi sempre al generoso Foglio della coppia Ferrara-Cerasa, il sondaggio di Pagnoncelli ha certificato l’ormai consolidato superamento dei grillini da parte dei fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, attorno al 15 per cento dei voti. Per cui il Pd di Nicola Zingaretti, per quanto malmesso pure lui tra le indecisioni dello stesso Zingaretti, gli scavalchi e aggiramenti del mobilissimo alleato Matteo Renzi e gli oracoli altalenanti del sempre più incontenibile Goffredo Bettini, pur costretto dalle circostanze a meditare scalzo in un modesto appartamento romano del quartiere Prati, può ben sentirsi in Paradiso col suo 20 per cento e rotti di voti. E creare non pochi, direi anzi drammatici problemi a Conte in quell’operazione “rimpasto” di governo da odiatissima “Prima Repubblica” che il presidente del Consiglio teme giustamente — dal suo punto di vista— come un supplemento di pandemia pensando al magma grillino da cui è nata la sua inattesa esperienza di Palazzo Chigi.

Che in questa situazione il dibattito politico sia segnato anche dalle polemiche sulla reale data e ora di nascita di Gesù Cristo per valutare il caso di anticiparla dai 60 ai 120 minuti la sera del 25 dicembre in funzione antipandemica, per evitare o limitare assembramenti o contagi, non può stupire più di tanto.

 

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