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Cos’è l’Agenzia di sicurezza subacquea
Il Cdm, su proposta del ministro Musumeci, ha approvato un ddl in materia di sicurezza dell’attività subacquea che istituisce una nuova Agenzia (Asas)
Un’agenzia si occuperà del mondo subacqueo perché “per ora la regolamentazione si ferma a 40 metri e tutto il resto aspetta di essere regolamentato”. Il governo Meloni ha presentato un disegno di legge approvato dal Cdm e composto da 35 articoli in materia di sicurezza delle attività subacquee.
In considerazione del rilievo assunto dalla dimensione subacquea nel corso degli anni, anche in termini di sviluppo potenziale – spiega il comunicato del Consiglio dei Ministri – il provvedimento mira a definire un quadro giuridico adeguato alle esigenze emerse a fronte della progressiva antropizzazione dell’ambiente subacqueo, che si estende dalla superficie di oceani, mari, fiumi e laghi, fino ai fondali.
“Una proposta che fa dell’Italia uno dei primi paesi membri dell’Ue a dotarsi di regole” ha commentato Il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci.
COMPITI E NUMERI DELLA NUOVA AGENZIA DI SICUREZZA SUBACQUEA
Le attività sono affidate al controllo dell’Agenzia per la sicurezza delle attività subacquee, l’Asas, che “viene collocata, per la sua importanza e portata, nella presidenza del Consiglio dei ministri – ha spiegato il ministro – con un direttore generale che viene scelto sulla scorta di comprovate competenze proposto dal ministro della Difesa”.
La nuova Agenzia, 40 persone, compreso il direttore generale e il personale dirigenziale, ha il potere di:
1) gestire le interferenze per evitare incidenti che espongano a pericolo persone, mezzi e strutture. Si prevede l’obbligo per chi svolga attività subacquea in zone sottoposte alla giurisdizione nazionale di comunicare con un preavviso di 15 giorni la data di immersione;
2) autorizzare il passaggio inoffensivo di sommergibili in immersione nelle acque territoriali
3) definire standard minimi di sicurezza, con riferimento in particolare ai sistemi di estrazione di emergenza di persone da mezzi pilotati, nonché all’installazione di un trasponder e di sistemi di localizzazione subacquea, che devono possedere i mezzi subacquei non militari, operanti nelle acque interne, nel mare territoriale, nella piattaforma continentale e nella zona economica esclusiva. Sono in ogni caso ammessi mezzi che rispettano standard compatibili con quelli definiti dall’Agenzia.
Ciò, per consentire le operazioni di estrazione di emergenza: 4) definire regole tecniche per il comando e la conduzione dei mezzi subacquei 5) promuovere lo sviluppo della capacità nazionale di soccorso e estrazione di persone da mezzi subacquei civili incidentati 6) adottare linee guida per lo sviluppo di tecnologie subacquee 7) definire il percorso di formazione e i requisiti di idoneità psico-fisica dei lavoratori professionali, che, se italiani dipendenti di imprese italiane o se operanti nel mare territoriale, devono iscriversi in apposito registro tenuto dalle Capitanerie e essere muniti di libretto personale che attesta i presupposti per lo svolgimento delle attività professionali subacquee.
DI CHI E’ IL POTERE DI VIGILANZA E SANZIONATORIO
Il potere di vigilanza e sanzionatorio in relazione alle nuove norme introdotte è stato invece confermato in capo agli organi di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza. I soli fondali marini terrestri si estendono su una superficie di circa 361 milioni di km quadrati con una profondità media di circa 3.800 metri. Ad oggi, solo il 20% dei fondali marini è mappato con tecniche moderne e la cartografia è aggiornata per appena il 2%. Sono oltre 1,4 milioni i chilometri di cavi sottomarini e 1,2 milioni i chilometri di condotte offshore che si estendono lungo i fondali del Globo, mentre 43 Paesi si sono dotati di mezzi subacquei, con 505 sottomarini schierati all’inizio del 2023. L’80% del commercio globale avviene via mare.