skip to Main Content

Governi, società e aziende: perché incombe la sfida del digitale (e della sicurezza online)

Cybersecurity Cybersicurezza Italia

Dal Focus Cybersecurity di Start Magazine e Icinn, pubblichiamo il capitolo 1.1 sullo scenario globale

La tecnologia digitale è diventata ormai pervasiva. Governi, società e aziende si affidano sempre più al digitale e se la diffusione delle piattaforme tecnologiche, dei dispositivi e strumenti connessi tramite Internet offre una modalità sempre più semplice e immediata di interagire o di utilizzare servizi, allo stesso tempo apre un panorama più complesso di minacce informatiche e un numero crescente di punti critici di attacco. Con la migrazione della società nel mondo digitale, la minaccia della criminalità informatica acquista sempre maggior rilevanza, comportando regolarmente alle organizza- zioni costi e danni per centinaia di milioni di dollari. Secondo le stime più prudenziali, il cybercrimine genera almeno 1 dollaro ogni 100 del PIL mondiale con un trend in continua crescita, a seguito sia dell’aumento degli attacchi, sia della maggiore consapevolezza che porta alla luce una parte del fenomeno in passato sommerso1.

La diffusione del lavoro a distanza indotto dalle misure di contenimento della pande- mia ha accelerato l’adozione di piattaforme e dispositivi che consentono la condivisio- ne di informazioni sensibili nel cloud. Il lavoro a distanza ha anche spostato gli scambi digitali dalle reti degli uffici a quelle residenziali, che hanno una maggiore varietà di dispositivi connessi e sono meno protette contro le intrusioni informatiche. È aumen- tato il bisogno di capacità trasmissive in grado di trasportare enormi volumi di dati e sono state introdotte nuove potenti tecnologie: l’Intelligenza artificiale (AI), l’Internet of Things (IoT), l’edge computing, la blockchain e il 5G. Sebbene questi sviluppi offrano enormi opportunità per migliorare notevolmente l’efficienza, la qualità e la produttività di aziende e società, queste stesse capacità espongono gli utenti a nuovi rischi digitali e cyber, tanto più elevati e pericolosi quanto più si procede verso nuove versioni di Internet, con il metaverso e i suoi spazi virtuali, il suo mondo 3D, le sue interazioni e transazioni, basato sullo scambio di criptovalute.

La crescente esposizione ha determinato, negli ultimi anni, il costante aumento degli incidenti di sicurezza nel patrimonio IT delle aziende, gli attacchi al cloud, ai sistemi di dati e alla catena di approvvigionamento. Se il 2020 era stato definito nel “Rapporto Clusit sulla Sicurezza ICT in Italia” l’anno peggiore di sempre in termini di evoluzione delle minacce “cyber” e degli impatti generati, della loro gravità e danni arrecati, tale tendenza si è purtroppo confermata anche nel 2021. In 4 anni gli attacchi gravi a livello globale sono cresciuti del 32%, ed oltre a una maggiore frequenza, si registra un indice di severità notevolmente peggiorato, moltiplicando così il danno associato.

Gli attacchi informatici mirati e sofisticati aumentano più rapidamente di quanto la maggior parte delle organizzazioni e dei governi possa prevenire, rilevare e rispondere. Le vulnerabilità note nei sistemi informatici sono un numero impressionante. Il totale registrato dal National Institute for Standards and Technology (NIST) degli Stati Uniti conta oltre 16.000 vulnerabilità ed esposizioni comuni (CVE), in costante aumento: nell’ultimo bollettino del CISA (la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency) se ne contavano circa ulteriori 4003 solo nell’ultima settimana. Il “Cybercrime”, basato sul- lo sfruttamento economico, tramite riscatto, di un incidente informatico, rappresenta l’86% delle motivazioni di attacco nel 2021: si tratta in particolare di azioni rivolte verso bersagli ben precisi, in ambito governativo/militare, il settore informatico, la sanità, l’i- struzione, piuttosto che attacchi generalizzati di tipo multitarget come in passato. Queste aggressioni non sono solo condotte da gruppi criminali organizzati. Spesso anche i cosiddetti Stati-nazione “sponsorizzano” azioni di sabotaggio o esfiltrazione di in- formazioni (es. il recente attacco verso le società blockchain perpetrato dalla Corea del Nord) e, come sostenuto dal Cybersecurity Outlook 2022 del World Economic Forum, la dimensione cibernetica diventa un terreno in cui si scontrano gli interessi divergenti dei diversi protagonisti internazionali. Nonostante la crescita delle minacce, il pericolo degli attacchi cyber risulta in discesa nella classifica dei maggiori rischi allo scenario globale. Si tratta tuttavia di una dinamica congiunturale, dovuta alla presenza di situazioni critiche più grandi (pandemia, conflitto russo-ucraino, inflazione e recessione, crisi energetica), ma occorre comunque tenere ancora alta la guardia per evitare che un abbassamento del livello di attenzione possa determinare un ulteriore allargamento del campo di azione del crimine informatico.

COME GESTIRE LA CYBERSECURITY

In questo scenario di proliferazione delle minacce alla continuità del business, i responsabili informatici sono chiamati a gestire i propri budget bilanciando la necessità di introdurre le innovazioni necessarie per la transizione digitale con gli investimenti necessari a fronteggiare la maggiore esposizione ai rischi. Nessuna azienda è immune, anche le imprese di piccola e media dimensione (PMI) sono diventati un target di attac- chi informatici. I motivi per cui le PMI sono entrate nel mirino degli attacchi cyber sono essenzialmente due:

  1. lo sfruttamento di tecnologia avanzata, come l’automazione e l’IA, da parte del crimine permette attacchi contemporanei su un gran numero di imprese, mirando soprattutto alle diffuse vulnerabilità delle aziende di dimensione più piccola, e ne aumenta la probabilità di successo. Più ampio è quindi il fronte di attacco, maggiore è la rendita ottenibile anche se il riscatto medio per azienda è proporzionato al tar-get. Del resto, come confermato dall’ultimo rapporto di Swascan (secondo trime- stre 2022), mettere a rischio la continuità aziendale e chiudere l’attività è una molla che può spingere le vittime di un attacco a pagare i riscatti. È quindi importante comprendere quanto sia diffuso e compreso il fenomeno tra le PMI.
  2. Il secondo motivo è l’opportunità che si apre, aggredendo le PMI, di penetrare nelle maglie delle difese più robuste di grandi imprese clienti. Si tratta dei cosiddetti at- tacchi alla supply chain delle imprese di grandi dimensioni che possono diventare un bersaglio sfruttando il veicolo dei propri fornitori.

 

 

 

Scarica qui il paper di Start Magazine 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top