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Il Giornale di Minzolini è diventato giustizialista per D’Alema

Giornale Minzolini D'alema

Buone notizie per Massimo D’Alema nell’ultima versione di indagato, perquisito, intercettato per corruzione internazionale e non so quant’altri reati potranno essergli contestati dai magistrati di Napoli 

Buone notizie per Massimo D’Alema nell’ultima versione di indagato, perquisito, intercettato – ora che non ha più uno straccio di protezione parlamentare- per corruzione internazionale e non so quant’altri reati potranno essergli contestati dai magistrati di Napoli che indagano sulle commesse militari alla Colombia che l’ex presidente del Consiglio avrebbe cercato, per quanto inutlmente, di favorire per trarne con altri qualche utile personale.

         Il povero Bruno Contrada, ridotto fisicamente alquanto male per il combinato disposto dei suoi 91 anni e delle condizioni nelle quali ha vissuto gli ultimi trenta, fra sbarre, tribunali e varie, ha finalmente ottenuto dalla Cassazione il diritto di ottenere dallo Stato più di 285 mila euro di risarcimento danni per ingiusta detenzione. Cui è stato sottoposto  per l’accusa di avere tradito lo Stato nelle sue funzioni di alto dirigente della Polizia e dei servizi segreti per favorire la mafia.

         Lo psicoterapeuta Claudio Foti è stato appena assolto in un processo, costato caro anche agli amministratori democristiani del Comune di Bibbiano, in cui era stato scambiato per un mezzo trafficante di bambini, sottratti a genitori problematici per essere affidati a coppie amiche.

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        Il cosiddetto tribunale dei ministri di Brescia ha archiviato le accuse all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte e all’ex ministro della Sanità Roberto Speranza di avere non contrastato ma favorito praticamente la diffusione del Covid aumentandone i morti. “Ipotesi neppure astrattamente configurabile”, hanno valutato i giudici “insegnando anche ai pubblici ministeri come si fanno le indagini”, ha commentato sul Fatto Quotidiano il direttore in persona Marco Travaglio derogando all’abitudine di sostenere gli inquirenti, difendendoli dai sospetti e dalle accuse dei garantisti. Matita rossa, questa volta, anche nel titolo, per i pubblici ministeri e non per gli avvocati e giornalisti dubbiosi. La politica sa fare anche il miracolo di far crescere un fiore nel deserto.

 Conte è così rimasto integro nell’immagine coltivata sotto le cinque stelle del migliore presidente del Consiglio che sia capitato all’Italia dopo Camillo Benso di Cavour in era monarchica e Alcide De Gasperi in era repubblicana, o a cavallo fra le due. Altro che Mario Draghi inopinatamente chiamato da Sergio Mattarella a prendere il posto dell’avvocato e professore. Non parliamo poi di Giorgia Meloni, che non sarà magari la fascistona immaginata da altri avversari con una esagerazione tale da favorirla, piuttosto che danneggiarla, ma non per questo potrebbe essere considerata, secondo Travaglio, all’altezza di Conte.

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         Forza, quindi, caro il nostro D’Alema.  C’è speranza anche per lui, nonostante il processo con rito sommario che continua a fargli in prima pagina, fra gli altri, Il Giornale nella fase giustizialista in cui è entrato,  e dove non so francamente come possa trovarsi l’ora pur parzialmente editrice famiglia Berlusconi.

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