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Perché la sinistra gongola guardando i dati sul Pil italiano

Dati Più Secondo Trimestre Italiano, Gongola La Sinistra

I Graffi di Francesco Damato sulle reazioni nella stampa e nella politica d’area Pd-M5S agli ultimi dati sul secondo trimestre

Ciò che resta della sinistra, fra il Pd di Elly Schlein e il ritrovato “avvocato del popolo” Giuseppe Conte, che è riuscito persino a trasformare il fondatore e garante Beppe Grillo in un consulente a libro paga -avrebbe detto una volta lo stesso Grillo- del MoVimento 5 Stelle, festeggia il pur modesto calo del pil registrato dall’Istat nel secondo trimestre dell’anno.

COME E PERCHE’ GONGOLA LA STAMPA DI SINISTRA

In festa anche Repubblica col titolo di annuncio che “l’economia adesso frena” e l’Italia è o torna “ultima tra big europei”. La Stampa racconta a suo modo “il difficile ritorno” di Gorgia Meloni dagli Stati Uniti “a Little Italy”, stretta fra i problemi interni della sua maggioranza e le proteste politiche e sociali contro il reddito di cittadinanza tolto con un sms dall’Inps a 169 mila famiglie. Che stanno salendo in queste ore a 249 mila, una rappresentanza delle quali, contenuta dalle forze dell’ordine, ha protestato a Napoli -e dove sennò?- non riuscendo tuttavia ad occupare tutta Piazza del Plebiscito.

         Il mio amico Piero Sansonetti ha colto l’occasione per fare tornare sempre di più alle origini la sua Unità per compiacersi che “il miracolo italiano” targato Meloni sia “durato 3 mesi” soltanto, superato dal “crollo del pil” e dal carovita che “sale”, anche se -in verità- l’inflazione risulta in contrazione. Persino il buon Davide Giacalone, sulla sua “Ragione” certamente non di sinistra, pur riconoscendo che non stiamo marciando verso la recessione, ha voluto titolare sulla “DeCrescita”.

LE LETTURE ECONOMICHE E POLITICHE SUI DATI DEL SECONDO TRIMESTRE

         A leggerne solo l’incipit pure l’ex senatore Carlo Cottarelli, eletto nelle liste del Pd e dimessosi con l’arrivo della segretaria Schlein, sembra partecipe, sulla Stampa, dello smacco subìto dalla Meloni con i dati sul pil del secondo trimestre di quest’anno. “Ma- ha poi avvertito onestamente l’economista che Sergio Mattarella tentò nel 2018 di mandare a Palazzo Chigi al posto di Conte- come era sbagliato prima esultare prematuramente” per la crescita del pil nel primo trimestre “sarebbe ora ugualmente sbagliato dare troppa importanza al dato di un singolo trimestre. Se guardiamo alla crescita nel complesso della prima parte dell’anno, l’Italia sta nella media europea”.

  Anche sul Foglio si racconta e si spiega “perché non c’è ancora da preoccuparsi per il calo del pil italiano”. Come, dove sto scrivendo, considero per niente preoccupante il calo, finalmente, della temperatura provocato solo da un bel maestralino, non da qualcuna delle grandinate “terroristiche” di cui ha parlato ieri in una intervista a Repubblica, a sostegno di una maggioranza d’emergenza nell’Unione Europea  per la transizione ecologica, il presidente emerito della Corte Costituzionale Giuliano Amato. Al quale, puntuale come un treno o un orologio svizzero, Maurizio Belpietro sulla Verità ha intimato di tacere contestandogli scarsa competenza ambientale e soprattutto quel pur modesto prelievo dai conti correnti bancari degli italiani effettuato dal suo primo governo nel  lontano 1992.

– Leggi anche: Nuovo stop per l’economia italiana, l’Ue cerca risposte al golpe in Niger: le prime pagine

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